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Quali sono i veri effetti della sugar tax sulla salute: i dati degli studi pubblicati

Dopo anni di rinvii la sugar tax potrebbe diventare realtà in Italia dal 1° luglio 2024: tra i suoi obiettivi primari ci sarebbe quello di ridurre il consumo di bevande zuccherate e diminuire il rischio di obesità e delle altre malattie associate. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è espressa sull’argomento dopo aver studiato gli effetti dell’imposta nei paesi in cui è stata già adottata.
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Correva l'anno 2019 quando la sugar tax comparve per la prima volta nell'agenda politica italiana, su proposta del secondo governo di Giuseppe Conte. Ora, dopo cinque anni di rinvii l'imposta sulle bevande analcoliche zuccherate dovrebbe finalmente diventare realtà a partire dal 1° luglio 2024. Il via libera è arrivato, non senza accendere nuove polemiche anche all'interno della maggioranza, con l'approvazione del maxi emendamento al decreto Superbonus.

Secondo i suoi sostenitori (sul tema Fanpage.it ha intervistato la senatrice Elisa Pirro del M5s), l'obiettivo primario della sugar tax – che andrà a colpire tutte le bevande che contengono edulcoranti sia naturali che sintetici – è quella di controstare gli effetti negativi che questi prodotti hanno sulla salute dei consumatori. Parliamo di un ampio spettro di malattie, dall'obesità al diabetein sette casi su dieci la sua insorgenza è legata all'alimentazione – passando per diverse patologie cardiocircolatorie. Ma è davvero così?

La posizione della comunità scientifica sulla sugar tax

In realtà l'argomento è abbastanza controverso. Se è vero infatti che aumentare le tasse su questi prodotti, e quindi il costo finale al consumatore, è considerato dalla maggior parte degli esperti una strategia funzionale a ridurne il consumo, dall'altro la sugar tax da sola rischia di essere inefficace, se non è accompagnata da un progetto più ampio di prevenzione e educazione. Questa, almeno, è la posizione ufficiale dell'Oms (Organizzazione mondiale di sanità).

La tassazione delle bevande zuccherate non è infatti solo tema di attualità in Italia. Nel 2022 l'Oms ha pubblicato il rapporto "Sugar-sweetened beverage taxes in the WHO European Region" in cui ha esaminato gli effetti della sugar tax nei dieci Paesi Ue che l'hanno adottata finora (solo il 19% di tutta l'Ue).

Partiamo con il dire che l'Oms è a favore di questi strumenti fiscali, in quanto ritiene che "possono aiutare i paesi a combattere le malattie non trasmissibili legate all'alimentazione e a migliorare la salute complessiva delle persone", ma a patto che le imposte vengano studiate in collaborazione con le autorità sanitarie. Nello specifico, l'Oms spiega che misure simili alla sugar tax possono ridurre il rischio di sviluppare sovrappeso, obesità e altre malattie associate al consumo eccessivo di zuccheri.

Aumentare i prezzi per ridurne il consumo

In sintesi, la sugar tax – se studiata in modo opportuno – è per l'Oms, "una strategia win-win-win", ovvero positiva per le casse dello Stato, per le spese sanitarie e soprattutto per la salute dei cittadini. Su come applicarla, l'Oms ha anche diffuso una guida pratica per i governi che vogliono introdurla.

Aumentare le tasse sulle bevande zuccherate – si legge nel report – può essere utile, in quanto tra i fattori chiave alla base del consumo di prodotti di questo tipo ci sono l'accessibilità e il prezzo con cui vengono offerti ai consumatori. Diversi studi infatti hanno documentato come le bevande zuccherate stiano diventando sempre più accessibili proprio nei paesi a basso e medio reddito, andando quindi a svantaggio delle persone con maggiori difficoltà economiche.

La sugar tax funziona davvero: cosa dicono gli studi

Pur ammettendo che gli studi condotti finora abbiano bisogno di essere ulteriormente approfondite, l'Oms spiega che la maggior parte dei dati di cui diponiamo oggi sembrano propendere per un impatto positivo della sugar tax sulla riduzione del consumo di bevande zuccherate. Il report riporta a titolo di esempio uno studio messicano che ha simulato come potrebbe variare la diffusione dell'obesità nella popolazione se venisse introdotta un'imposta tale da aumentare in media di un pesos il costo di una bevanda zuccherata.

Gli autori dello studio hanno stimato che nell'arco di dieci anni la percentuale di persone obese diminuirebbe del 2,45%. Ma il dato più interessante riguarda l'impatto sulla prevalenza del diabete: l'introduzione della sugar tax porterebbe infatti circa 89.000-136.000 casi di diabete in meno.

Tuttavia, è importante – spiega Oms – non dare per scontato che l'aumento di prezzo delle bevande zuccherate e il conseguente calo nei consumi implichi in automatico un miglioramento nella salute della popolazione. Senza una giusta educazione alimentare e altre politiche ad hoc, si rischia ad esempio che i benefici possibili di questa misura vengano annullati da un aumento del consumo di altri prodotti ultra-processati e ipercalorici, che sono noti per produrre dipendenza in chi li consuma abitualmente, oltre ad aumentare il rischio di obesità, diabete e malattie cardiocircolatorie.

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