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Nanni Moretti ha avuto un infarto: quali sono i sintomi, i segnali e come prevenirlo

L’infarto del miocardio o attacco di cuore è tra le principali malattie cardiovascolari ed è potenzialmente mortale. Tra i fattori di rischio vi sono vizio del fumo, ipertensione, colesterolo alto e anche l’età; il regista Nanni Moretti, 71 anni, è stato colto da un infarto il 1 ottobre ma ora sta bene. Come accorgersi di un attacco di cuore, cosa fare in caso di sintomi sospetti e come è possibile fare prevenzione.
A cura di Andrea Centini
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A destra Nanni Moretti
A destra Nanni Moretti

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nei Paesi industrializzati e l'infarto del miocardio, conosciuto anche come attacco di cuore, è tra le più comuni. Come evidenziato dalla Mayo Clinic, in parole semplici l'infarto del miocardio si verifica quando un'arteria che invia sangue al cuore si ostruisce, completamente o parzialmente. A causa del blocco del flusso sanguigno i tessuti del cuore (muscolo cardiaco) non ricevono ossigeno e nutrienti, dunque muoiono. Questo è ciò che i medici chiamano infarto. I sintomi sono molto variabili e possono essere lievi così come molto gravi; si spazia da senso di debolezza, capogiri e dolore al petto, che può estendersi a braccio, collo, schiena e persino mandibola, fino all'arresto cardiaco. Il regista Nanni Moretti ha avuto un infarto martedì 1 ottobre 2024, ma fortunatamente è stato già dimesso dall'ospedale e ha affermato di stare bene.

L'attacco di cuore è chiaramente un'emergenza medica e l'assistenza sanitaria va ricercata immediatamente, alla luce del rischio di morte. Tra le cause principali vi sono vizio del fumo, colesterolo alto, ipertensione (pressione alta), obesità e diabete, pertanto uno stile di vita sano ed equilibrato, associato a una dieta bilanciata, rappresentano le principali contromisure per prevenire l'infarto del miocardio. Sono comunque coinvolti anche altri fattori.

Quali sono i sintomi e i segnali dell'infarto

L'Istituto Superiore della Sanità (ISS) indica che tra i principali sintomi dell'infarto vi sono dolore al petto, che può essere accompagnato da una sensazione di costrizione, schiacciamento e pressione al torace; dolore a braccia – principalmente il sinistro -, collo, schiena, addome, mandibola e mascella; difficoltà respiratorie con affanno e fiato corto; forte sensazione di ansia; sudorazione; vertigini; malessere generalizzato che può essere accompagnato anche da sintomi gastrointestinali, come vomito e nausea. La Mayo Clinic segnala anche bruciore di stomaco e sensazione di indigestione. Il dolore non sempre è presente, soprattutto nelle donne, negli anziani e in chi soffre di diabete, specifica l'ISS.

L'istituto statunitense specifica inoltre che un infarto del miocardio può colpire all'improvviso, il classico attacco di cuore con la persona colpita che collassa, tuttavia i segnali possono manifestarsi anche ore, giorni o addirittura settimane prima dell'evento acuto. Il dolore al petto – chiamato anche angina o angina pectoris – che non va via e resta anche con il riposo “può essere un segnale di avvertimento precoce” dell'infarto. Esso è causato da una “temporanea diminuzione del flusso sanguigno al cuore”.

Quali sono le cause dell'infarto

L'ISS sottolinea che l'infarto del miocardio è una malattia grave “che si verifica quando il flusso di sangue diretto ad una parte del cuore si interrompe improvvisamente”. Ciò, come indicato, determina la morte (necrosi) del muscolo cardiaco con danni potenzialmente fatali. In genere a determinare il blocco del flusso sanguigno è un coagulo di sangue, dovuto alla rottura delle placche aterosclerotiche o ateromi. In parole semplici, si tratta di accumuli di lipidi e colesterolo nella cavità delle arterie che, oltre a ridurre il lume dei vasi sanguigni, li rendono più rigidi, delicati e meno elastici. Questa condizione, chiamata aterosclerosi, aumenta il rischio di rottura delle placche e la formazione di coaguli in grado di ostruire il flusso sanguigno, con conseguente infarto. La malattia coronarica, cioè la presenza di queste placche nelle coronarie, è la principale causa scatenante dell'infarto, ma può essere innescato anche da altre condizioni. Fra esse uno spasmo coronarico (improvvisa compressione dell'arteria), infezioni virali come la COVID-19 provocata dal coronavirus SARS-CoV-2 e dissezione improvvisa della coronaria. Anche la comunque influenza è associata a un aumento del rischio di infarto; un recente studio dell'Università di Utrecht (Paesi Bassi) ha determinato che durante la prima settimana il rischio aumenta di ben sei volte.

Rappresentazione di un'arteria sana e una con placche aterosclerotiche. Credit: Wikipedia
Rappresentazione di un'arteria sana e una con placche aterosclerotiche. Credit: Wikipedia

Tra i principali fattori di rischio dell'aterosclerosi e di conseguenza dell'infarto del miocardio vi sono vizio del fumo ed esposizione al fumo passivo; pressione alta (ipertensione); obesità; sindrome metabolica caratterizzata ad esempio da alti trigliceridi e iperglicemia; livelli elevati di colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL), conosciuto anche come “colesterolo cattivo”; e diabete. Tutte queste condizioni possono favorire l'accumulo di placche aterosclerotiche nelle arterie e indebolire i vasi, catalizzando il rischio di infarto. Più in generale, un'alimentazione sbilanciata con troppi grassi, sale e zuccheri può aumentare il rischio. Tra gli altri fattori coinvolti anche l'età, una storia di infarto precoce in famiglia (uomini entro i 55 anni, donne entro i 65 anni), malattie autoimmuni, stress e utilizzo di droghe. Gli uomini sono generalmente più a rischio di infarto delle donne e tale rischio aumenta a partire dai 45 anni, mentre per le donne dai 55 anni, come specificato dalla Mayo Clinic. Curiosamente, in età avanzata le donne hanno un rischio superiore degli uomini; l'ISS indica che ciò può essere dovuto a fattori ormonali e al fatto che ci sono più uomini fumatori, bevitori e con problemi di peso.

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Come prevenire l'infarto

Poiché tra i principali fattori di rischio dell'attacco di cuore ci sono abusi di sostanze, sedentarietà e alimentazione sbagliata, intervenire sullo stile di vita è il metodo migliore per ridurre le probabilità di avere un infarto. Seguire una dieta sana e bilanciata ricca di frutta, verdura e legumi, praticare attività fisica, smettere di fumare e bere responsabilmente sono benefici non solo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari ma anche di molte altre condizioni, compreso il cancro e patologie neurodegenerative alla stregua dell'Alzheimer. Anche pratiche per la gestione dello stress possono essere un prezioso aiuto nella prevenzione del rischio.

L'ISS sottolinea che in presenza di sintomi sospetti che possono suggerire l'insorgenza di un infarto è doveroso contattare immediatamente l'assistenza sanitaria e, nel caso in cui la si avesse a disposizione e non si fosse allergici all'aspirina, prendere una compressa da 300 milligrammi “da masticare lentamente e poi ingoiare”. L'acido acetilsalicilico, il principio attivo dell'aspirina, ha infatti un'azione fluidificante sul sangue e riduce il rischio di formazione di coaguli.

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