Quali sono i sintomi del Long Covid nei bambini: dall’irritabilità alle fobie e attacchi di panico
Il Long Covid, noto anche come sindrome post-Covid, continua a rappresentare un problema insidioso per molte persone che, anche dopo la negativizzazione, continuano a manifestare sintomi che possono persistere anche per tre mesi o più dall’infezione. Come gli adulti, anche i bambini possono sperimentare la condizione, pur manifestando segni clinici in parte diversi, che vanno dai problemi respiratori ai disturbi del sonno e dell’appetito, oltre a ripercussioni che coinvolgono la sfera cognitivo-comportamentale, come una maggiore irritabilità, la comparsa di fobie e, in alcuni casi, la tendenza a mostrare attacchi di panico.
È quanto emerge da una nuova ricerca presentata al PAS 2024 Meeting, il congresso delle Società Accademiche Pediatriche (Pedriatric Academic Societies) in programma dal 3 al 6 maggio a Toronto, in Canada, che nell’ambito dell’iniziativa RECOVER (Researching COVID to Enhance Recovery) Pediatrics, finanziata dai National Institutes of Health (NHI) degli Stati Uniti, ha identificato i sintomi del Long Covid in neonati, bambini, adolescenti e giovani adulti.
I sintomi del Long Covid nei bambini
I sintomi pediatrici del Long Covid possono differire in base all’età e contribuire allo sviluppo di condizioni che possono interessare quasi tutti i principali apparati dell’organismo.
Nei bambini in età scolare (6-11 anni), negli adolescenti (12-17 anni) e i giovani adulti (18-25 anni) i sintomi di Long Covid più comuni includono poca energia, stanchezza dopo aver camminato, mal di testa, dolori muscolari e alle articolazioni, vertigini, difficoltà di concentrazione e sintomi gastrointestinali, come nausea e vomito.
Nei bambini in età scolare, nello specifico, sintomi come fobie e paure specifiche (nei confronti di un elemento specifico) sono apparsi più prolungati, insieme alla fobia scolastica (rifiuto ansioso della scuola) mentre gli adolescenti hanno mostrato più frequentemente paura della folla (demofobia) o degli spazi chiusi (claustrofobia) e attacchi di panico.
La ricerca ha inoltre rilevato che la perdita o i cambiamenti del senso dell’olfatto e del gusto sono tra i disturbi più frequentemente descritti da adolescenti e giovani adulti, mentre il dolore toracico e le palpitazioni sono più comuni tra i 18 e 25 anni ma non nelle fasce di età più giovani.
Per quanto riguarda invece i sintomi di Long Covid nei più piccoli, i ricercatori hanno rilevato che i bambini da 0 a 5 anni hanno maggiore probabilità di avere sintomi di carattere generale, come scarso appetito, disturbi del sonno, irritabilità e sintomi respiratori persistenti, tra cui naso chiuso e tosse.
Come indicato, questi risultati sono stati presentati in occasione del Pediatric Academic Societies (PAS) 2024 Meeting ed emergono dall’analisi dei dati raccolti nell’ambito dello studio Researching COVID to Enhance Recovery (RECOVER)-Pediatrics del National Institutes of Health, che ha coinvolto 7.229 operatori sanitari e bambini, di cui il 75% ha riferito di aver avuto il Covid.
“Si tratta di una ricerca di particolare importanza per i medici, che possono diagnosticare e trattare adeguatamente il Long Covid alla luce delle nuove scoperte su come i diversi gruppi di età siano interessati dalla condizione – ha evidenziato la professoressa Rachel Gross della New York University Grossman School of Medicine e co-autrice principale della ricerca – . In questi termini, la caratterizzazione del Long Covid nei bambini è di assoluto rilievo”.