Quali sono i fattori che portano alla torsione di punta: il parere del cardiologo sul malore di Edoardo Bove
Dopo la paura di ieri, quando durante la partita di Serie A Fiorentina-Inter un improvviso malore ha fatto accasciare a terra, incosciente, il centrocampista viola Edoardo Bove, arrivano buone notizie sul suo stato di salute: l'ultimo bollettino ufficiale della Fiorentina, pubblicato nel primo pomeriggio del 2 dicembre, ha comunicato che "Edoardo Bove, dopo aver passato una notte tranquilla, è stato risvegliato ed estubato. Attualmente è sveglio, vigile ed orientato".
Anche se, come si legge nell'ultimo bollettino, i medici dell'ospedale Careggi di Firenze proseguono gli accertamenti diagnostici, a causare il malore che ha colpito Bove sarebbe stato un arresto cardiaco dovuto a un particolare tipo di tachicardia ventricolare, nota come torsione di punta, dovuta a un intervallo QT più lungo del normale, un'anomalia dell'attività elettrica del cuore.
Come abbiamo spiegato in questo approfondimento, le cause che possono determinare l'allungamento dell'intervallo QT sono diverse, ma tra queste c'è una condizione spesso di natura congenita nota come sindrome del QT lungo. Si tratta di una condizione facilmente riscontrabile attraverso elettrocardiogramma. Fanpage.it ne ha parlato con il prof. Daniele Andreini, responsabile dell'Unità operativa di Cardiologia clinica ed imaging cardiaco e Cardiologia dello sport dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio.
Cos'è la sindrome del QT lungo?
La sindrome del QT lungo è il motivo per cui esisteva fino a pochissimi anni fa lo screening neonatale mediante elettrocardiogramma, proprio perché di fatto è una diagnosi non complessa da formulare: si tratta semplicemente di misurare l'intervallo QT, un semplice parametro misurabile attraverso un normale elettrocardiogramma di superficie, e rapportarlo alla frequenza cardiaca.
Dalle statistiche risulta essere la prima causa di morte improvvisa nei giovani sotto i 20 anni. È davvero così?
È una causa frequente di morte cardiaca improvvisa nei giovani, ma non nei giovani atleti. Questo perché attraverso l'idoneità sportiva, anche quella non agonistica, che ormai prevede obbligatoriamente l'elettrocardiogramma, e ancora di più quella agonistica, che richiede anche l'elettrocardiogramma sotto sforzo, normalmente questa sindrome viene sempre intercettata dal medico dello sport o comunque da chi fa il certificato. Ecco perché la possibilità che la sindrome del QT lungo non venga diagnosticata in un atleta, soprattutto professionista, è estremamente improbabile.
Quali sono le cause di questa sindrome?
Le più frequenti sono di tipo genetico, ovvero mutazioni nei geni che codificano per le correnti del potassio e del sodio, i due principali elettroliti. Ma tra le cause ci sono anche possibili situazioni acquisite che possono causare la sindrome o prolungare l'intervallo QT anche in un soggetto sano. Se ad esempio un soggetto, magari un bambino, ha vomito e diarrea per tre giorni, i suoi elettrodi possono venire completamente alterati. Inoltre, chi sa di soffrire di questa sindrome deve prestare a diverse categorie di farmaci che possono allungare l'intervallo QT, come alcuni antibiotici, alcuni antivirali, alcuni antiparassitari e alcuni antidepressivi e alcune classi di farmaci antiaritmici.
In queste ore tra le voci (ancora non confermate) c'è chi parla di un possibile crollo nei livelli di potassio. Qual è il legame possibile?
Il potassio è il primo elettrolita che viene sensibilmente ridotto a livello plasmatico in caso di in caso di diarrea e vomito e un'ipopotassiemia (livelli molto bassi di potassio nel sangue) molto severa potrebbe provocare un prolungamento del QT anche importante.
Come si diagnostica il QT lungo?
Il QT lungo può essere in genere rilevato con un elettrocardiogramma. Certo, trattandosi di un parametro elettrocardiografico, può avere una sua variabilità, quindi non abbiamo una certezza assoluta. Ma, soprattutto qualora il problema sia molto grave, normalmente emerge da ogni elettrocardiogramma. In ogni caso, per la diagnosi definitiva della sindrome genetica occorre una serie di valutazioni approfondite, tra cui il test genetico. Possiamo dire che l'elettrocardiogramma pone il sospetto, che poi sarà il medico dello sport o comunque il cardiologo che lo effettua ad accertare attraverso una serie di esami per fare una diagnosi certa.
Tuttavia abbiamo detto che nel caso di uno sportivo è improbabile che la sindrome del QT lungo non venga diagnosticata. Quali altre cause possono determinare una torsione di punta?
È importante specificare che il QT lungo e la torsione di punta non sono sinonimi. Si può avere il QT lungo e non avere nessuno episodio di torsione di punta. Questa sindrome può predisporre alla torsione di punta ma non è l'unica causa di questo tipo di tachicardia: sarebbe come affermare che tutte le persone che soffrono di colesterolo alto avranno un infarto, anche se questa condizione è considerata un fattore di rischio.
La torsione di punta può verificarsi anche in modo del tutto imprevisto, senza che ci siano segnali che possano farla prevedere. Le cause possibili sono diverse: ad esempio, la torsione di punta può verificarsi nel contesto di un infarto miocardico acuto, situazione peraltro inverosimile nel caso di Bove, ma comune in atleti più anziani.