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Quali sono gli sport in cui è più facile farsi male, l’esperto: “Attenzione agli insospettabili”

Il rischio infortuni è insito a qualsiasi attività sportiva, eppure ci sono alcuni sport in cui è più facile farsi male. I fattori in giochi sono molti, dal numero di giocatori coinvolti alla ripetitività del gesto sportivo, e non sempre gli sport all’apparenza più sicuri lo sono davvero. Il medico dello sport spiega quali sono quelli a maggior rischio infortuni.
Intervista a Dott. Antonino Lipari
Medico dello sport
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Una foto di Gianmarco Tamberi subito dopo l'infortunio al meeting di Montecarlo prima delle Olimpiadi di Rio del 2016
Una foto di Gianmarco Tamberi subito dopo l'infortunio al meeting di Montecarlo prima delle Olimpiadi di Rio del 2016

È più probabile farsi male giocando a golf che facendo una partita a rugby. Sembra assurdo da credere, eppure è quanto emerso da uno studio condotto negli Stati Uniti sui dati relativi a tutti gli infortuni subiti durante uno sport a livello amatoriale. In realtà, il rischio di infortuni legato a un certo sport dipende da molte variabili e non sempre gli sport percepiti come più sicuri sono effettivamente quelli in cui il rischio di farsi male è minimo.

Di sport ne esistono davvero a centinaia. Ne stiamo avendo un assaggio in questi giorni mentre dal nostro divano vediamo gli atleti di tutto il mondo sfidarsi durante le Olimpiadi di Parigi 2024. Qui abbiamo parlato dell'app introdotta dell'organizzazione dei Giochi per muoversi tra tutte le gare previste. Tanto per avere un dato: il sito ufficiale dei Giochi spiega per questa edizione sono stati ammessi 40 sport, di cui 32 alle Olimpiadi di Parigi 2024 e otto alle prossime olimpiadi invernali, quelle di Milano Cortina 2026.

Chiaramente gli atleti che partecipano alle Olimpiadi sono dei professionisti, anzi tra i professionisti migliori al mondo per quel dato sport, quindi le statistiche degli infortuni da loro subiti non possono essere utilizzate per gli amatoriali, ma questo evento può comunque divorante il pretesto per scoprire qualcosa in più sullo sport. A Fanpage.it il dottor Antonino Lipari, medico dello sport e direttore sanitario di Sport Medicine presso il Palazzo della Salute – Wellness Clinic di Milano, ha spiegato cosa rende uno sport a maggiore rischio infortuni di un altro e quali sono quelli in cui gli sportivi riportano più spesso traumi.

Il rischio di infortuni cambia in base all’attività sportiva svolta?

Partiamo da una premessa: quando parliamo di rischio infortuni dobbiamo distinguere tra sport individuali e sport di squadra. Non c’è dubbio che gli sport a maggior rischio infortuni sono quelli di contatto e quelli di squadra, perché in questo tipo di attività sportive sono coinvolti più atleti, quindi, sono maggiori le possibilità di scontro tra di loro e quindi di infortunio.

Al contrario, gli sport individuali, anche se hanno una loro traumatologia insita nell’attività sportiva, sono associati a un tasso minore di infortuni, perché si annulla la percentuale di rischi legati alla possibilità di scontro tra gli atleti.

Quindi negli sport individuali quali sono le cause degli infortuni?

In questa categoria, in cui rientrano molti sport gettonatissimi, come è ad esempio oggi il tennis, un tasso di traumatologia esiste comunque ma è legato ai movimenti e, nel caso dei giocatori non professionisti, all’eventuale inadeguata preparazione al gesto sportivo.

Torniamo agli sport di squadra. Quali sono quelli in cui è più facile farsi male?

Esistono diversi studi e statistiche su questo tema. In media concordano tutti sul fatto che tra i più a rischio ci sono il calcio e il rugby, quelli cioè in cui gli atleti si scontrano più facilmente. Nel rugby è il gioco stesso a richiederlo

Attenzione, però, questo non significa che senza contatto fisico il rischio infortuni scompare. Anche nella pallavolo, ad esempio, c’è una traumatologia molto elevata, legata al gesto sportivo della schiacciata o dell’attività di muro, e alla sua ripetitività, che può esporre l’atleta a un eventuale infortunio, a livello di spalla, ginocchio, caviglia o dita della mano.

In che modo il fatto che un gesto sportivo sia ripetitivo può aumentare le probabilità di farsi male?

Insieme allo scontro fisico tra atleti, la ripetitività del gesto è tra le principali cause di traumi riportati durante l’esecuzione di uno sport. Facciamo un esempio pratico: nel baseball il contatto fisico è molto limitato, eppure chi lo pratica spesso riporta traumi al collo, alla spalla e al gomito, ovvero a carico di quelle parti dello scheletro maggiormente coinvolte nel movimento della battuta e della ricezione che vengono eseguiti in modo ripetitivo e continuato durante lo svolgimento di questa attività sportiva.

Ci fa qualche altro esempio?

Il principio è lo stesso anche nel tennis: non c’è lo scontro fisico; eppure, il tasso di traumi è piuttosto elevato, perché in questo sport c’è un'elevata sollecitazione di gomito, anca, schiena, ginocchio e caviglia.

Oppure, per fare un altro esempio evidente, un runner o un maratoneta subisce un'evidente riduzione dello spessore cartilagineo del ginocchio a causa dell’usura a cui le sue articolazioni sono state sottoposte per effetto del gesto sportivo ripetitivo.

Ci sono altri fattori che influenzano il rischio infortuni di uno sport?

Certo, ma hanno peso soprattutto per gli sportivi amatoriali. Uno di questi è sicuramente il livello di coloro che praticano un certo sport. Ho l’esempio perfetto per spiegare cosa intendo: secondo una ricerca di qualche tempo fa condotta sui dati del National Health Statistics Report, l'archivio sanitario degli Stati Uniti, tra gli amatori, il golf è tra gli sport con il maggior tasso di infortuni, superando di gran lunga persino il rugby.

Eppure è difficile pensare di farsi male giocando al golf. Come si spiega?

Le cause sono due. La prima è il movimento continuo di spalla, gomito e schiena che richiede questo sport, il secondo riguarda invece l’età dei praticanti. Giocano a golf anche molti cinquantenni, sessantenni ed oltre, ed è chiaro che con l’avanzare dell’età il rischio di avere problemi a carico del sistema muscolo-scheletrico aumenta esponenzialmente.

Invece se dovessimo indicare gli sport più sicuri?

In generale gli sport associati a un minor tasso di infortuni sono quelli praticati in modo autonomo senza contatto. Di certo tra gli sport più sicuri c’è il nuoto. Per diversi motivi: per prima cosa viene praticato in acqua e questo riduce al minimo il carico di peso sulle articolazioni, può essere praticato a qualsiasi età e a livello di statistiche il rischio di infortuni gravi è molto basso.

Sono considerati a basso rischio di infortunio anche la camminata veloce, la ginnastica morbida e la palestra, a patto che chi li pratichi sia seguito e guidato da personal trainer professionisti.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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