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Quali sono e in cosa consistono le cure ai tumori che saranno gratuite dal 2025

Il decreto Tariffe, che entrerà in vigore a partire dal 30 dicembre 2024, prevede l’ampliamento dell’elenco delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale (Snn). Tra i punti previsti anche l’aggiornamento delle tecniche innovative di radioterapia per il trattamento di diversi tipi di tumori. Quali sono e quali sono i vantaggi nel trattamento delle lesioni tumorali.
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Dopo otto anni di attesa la Conferenza Stato-Regioni ha finalmente approvato il nuovo decreto Tariffe. Si tratta di un atto di rilievo per la sanità pubblica: con questo decreto, che entrerà in vigore dal 30 dicembre 2024, viene aggiornato l'elenco delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogate dai servizi sanitari regionali e quelle dell'assistenza protesica. Il primo non veniva modificato da 28 anni e il secondo da 25.

L'obiettivo – spiega il Ministero della Salute – è assicurare "su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei nuovi LEA, superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini". I LEA sono i Livelli essenziali di assistenza, ovvero tutti quei servizi che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) deve garantire a tutti i cittadini, su tutto il territorio nazionale. In sostanza, si tratta di quelle prestazioni, che devono essere uniformemente erogate dalla sanità pubblica in tutto il Paese, a prescindere dall'autonomia delle singole Regioni nella gestione della Sanità.

Tra le varie prestazioni che entrano in questo elenco e che quindi dovranno essere garantite gratuitamente dal 30 dicembre 2024, il Ministero spiega che, tra le altre cose, "si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico". Vediamo in cosa consistono e per quali tumori sono generalmente prescritte.

Cos'è la radioterapia stereotassica

La radioterapia stereotassica o radioterapia stereotassica corporea (SBRT)spiega il portale della Fondazione Humanitas – permette attraverso una tecnologia non invasiva di direzionare con estrema precisione elevate concentrazioni di radiazioni direttamente sulla massa tumorale, in modo tale da colpire e uccidere le sue cellule. Questa tecnica viene effettuata in ambulatorio, non richiede anestesia e non intacca la vita relazionale del paziente, in quanto non lo rende in nessun modo radioattivo.

Questa tecnica innovativa può essere utilizzata per il trattamento del tumore del fegato e del polmone, sia primitivi che metastasi, il tumore del pancreas, della prostata, ma anche per le metastasi dei linfonodi nell'addome o nella pelvi.

Cos'è l'adroterapia

Anche l'adroterapia è una tecnica di radioterapia, indicata per quei tumori in cui la radioterapia tradizionale non può essere effettuata o perché sono molto basse le probabilità che funzioni o perché il tumore si trova vicino a un organo critico, come spiega l'Aimac (Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici). Si ricorre a questo tipo di terapia anche per tumori inoperabili o resistenti alla radioterapia tradizionale.

Rispetto a quella tradizionale, l'adroterapia non attacca il tumore attraverso raggi X o elettroni, ma si serve di protoni e ionio carbonio, particelle subatomiche, che appunto sono definiti "adroni". Rispetto agli elettroni, queste particelle – spiega il Centro nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) – hanno il vantaggio di essere più cariche di energia e quindi più efficaci nell'attaccare e uccidere le cellule tumorali.

Cos'è la radioterapia con braccio robotico

La radioterapia con braccio robotico è infine un sistema robotizzato di radiochirurgia stereotassica, ovvero la prima delle tecniche di radioterapia che abbiamo approfondito in questo articolo. In sostanza, attraverso un braccio robotico questo sistema permette di localizzare con estrema precisione il tumore per tutta la durata della seduta. Il sistema utilizzato si chiama Cyberknife: questo attraverso un braccio robotico riesce a orientare il fascio di radiazioni sul tumore e garantire che questo resti nella stessa direzione correggendo eventuali movimenti del paziente o dello stesso tumore.

Questa tecnica – come spiega l'Istituto Neurologico Carlo Besta – garantisce una serie di vantaggi rispetto alla radioterapia tradizione, ad esempio un trattamento meno invasivo e la possibilità di preservare con maggiore sicurezza i tessuti sani vicini al tumore, ma anche un minor numero di effetti collaterali. Per questi motivi questa tecnica è indicata per i tumori localizzati non operabili o per quelli che compaiono sotto forma di recidiva in un'area del corpo già trattata con la radioterapia tradizionale.

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