video suggerito
video suggerito

Quali sintomi di influenza aviaria ha avuto la ragazza canadese sopravvissuta a un’infezione grave

La ragazza canadese di 13 anni che ha sviluppato una forma grave di influenza aviaria H5N1 ha avuto diversi sintomi: inizialmente ha manifestato congiuntivite e febbre, seguiti da tosse, vomito e diarrea, con una progressione verso l’insufficienza respiratoria e la polmonite, per cui è stata ricoverata in terapia intensiva. Ecco cosa sappiamo delle suo caso e delle sue attuali condizioni di salute.
A cura di Valeria Aiello
7 CONDIVISIONI
La ragazza canadese di 13 anni sopravvissuta a una forma grave di influenza aviaria ha manifestato inizialmente sintomi simil-influenzali, come febbre, tosse e congiuntivite, ma il suo quadro clinico è stato complicato da insufficienza respiratoria, polmonite e insufficienza renale / Photo Credit NIAID/iStock
La ragazza canadese di 13 anni sopravvissuta a una forma grave di influenza aviaria ha manifestato inizialmente sintomi simil-influenzali, come febbre, tosse e congiuntivite, ma il suo quadro clinico è stato complicato da insufficienza respiratoria, polmonite e insufficienza renale / Photo Credit NIAID/iStock

La ragazza canadese di 13 anni che ha sviluppato una forma grave di influenza aviaria H5N1 ha manifestato diversi sintomi di infezione: i dettagli del suo caso, forniti in report pubblicato sul New England Journal of Medicine firmato dalle autorità canadesi, ripercorrono quanto accaduto alla ragazza che, dopo i primi segni di malattia, manifestati il 4 novembre 2024, ha visto un rapido peggioramento delle sue condizioni di salute, fino al ricovero in terapia intensiva per gravi sintomi respiratori.

Inizialmente, quando era stata visitata per la prima volta al pronto soccorso, la ragazza aveva una malattia simil-influenzale, caratterizzata da febbre e segni di congiuntivite ad entrambi gli occhi, ma era stata dimessa senza indicazioni di particolari cure. Una volta tornata a casa, nel giro di pochi giorni si erano però manifestati altri sintomi, inclusi tosse, vomito e diarrea per cui, alcuni giorni dopo, la 13enne era tornata nuovamente al pronto soccorso, con un quadro clinico progredito in insufficienza respiratoria.

Secondo il rapporto, le difficoltà respiratorie, in concomitanza con condizioni preesistenti di obesità e asma lieve, hanno reso necessario il ricovero della ragazza in terapia intensiva, presso il British Columbia Children's Hospital di Vancouver, dove le sono state fornite le cure necessarie. Ecco cosa sappiamo del suo caso e delle sue attuali condizioni di salute.

I sintomi di influenza aviaria e le condizioni della ragazza canadese con una forma grave di malattia

I sintomi di influenza aviaria H5N1 negli umani possono variare da lievi a gravi: nel caso della ragazza canadese che ha sviluppato una forma severa della malattia, i primi sintomi dell’infezione sono stati congiuntivite ad entrambi gli occhi e febbre, seguiti a stretto giro da tosse, vomito e diarrea, con una progressione verso l’insufficienza respiratoria.

È tornata al pronto soccorso il 7 novembre in difficoltà respiratoria con instabilità emodinamica – hanno precisato le autorità sanitarie nel report – . L’8 novembre è stata trasferita, mentre riceveva una pressione positiva delle vie aeree a due livelli, all’unità di terapia intensiva pediatrica del British Columbia Children’s Hospital con insufficienza respiratoria, polmonite nel lobo inferiore sinistro, danno renale acuto, trombocitopenia e leucopenia”.

In terapia intensiva, la ragazza è stata intubata e sottoposta a ossigenazione extracorporea a membrana veno-venosa, una procedura che consente di sostenere la funzione polmonare, aumentando l’ossigenazione del sangue e riducendo i valori ematici di anidride carbonica. “La paziente presentava segni di deterioramento respiratorio (le radiografie del torace erano coerenti con la progressione verso la sindrome da distress respiratorio acuto” si legge nel report.

A causa del danno renale, i medici hanno inoltre disposto una terapia renale sostitutiva continua, un tipo di dialisi che filtra il sangue senza interruzione. Il trattamento farmacologico ha invece comportato la somministrazione combinata degli antivirali amantadina e baloxavir, a cui è stato aggiunto oseltamivir.

Grazie a questo tipo di terapie, la ragazza si è ripresa. “Il suo stato respiratorio è migliorato, l’ossigenazione extracorporea è stata interrotta il 22 dicembre e la paziente è stata estubata il 28 novembre” hanno precisato gli specialisti. Una settimana più tardi, il 4 dicembre, la ragazza è quindi uscita dalla terapia intensiva, continuando la degenza nel reparto pediatrico. Anche la terapia renale è stata interrotta e, dal 18 dicembre, non c’è stato più bisogno neppure dell’ossigeno supplementare.

Preoccupano le mutazioni trovate nel virus dell’influenza aviaria

Le analisi condotte sui tamponi nasofaringei prelevati durante il ricovero della ragazza hanno mostrato che il virus dell’influenza aviaria che ha contagiato la 13enne appartiene al genotipo D1.1 (clade 2.3.4.4b), un ceppo strettamente correlato al virus che attualmente circola negli uccelli selvatici – diverso dal genotipo B3.13 che sta invece colpendo i bovini e altri animali nell’America settentrionale – sebbene non sia stata chiarita la fonte dell’infezione.

Ciò che però preoccupa maggiormente gli esperti è la presenza di tre mutazioni potenzialmente associate a una maggiore virulenza e adattamento del virus alle cellule umane: nello specifico, sono state rilevate una mutazione (E627K) a livello del gene della polimerasi basica 2 (PB2) e due mutazioni (E186D e Q222H) nel gene dell'emoagglutinina, la proteina che il virus dell’influenza aviaria utilizza per infettare le cellule.

Non è chiaro se queste mutazioni fossero presenti nel virus infettante o siano emerse durante il corso della malattia della paziente” hanno osservato le autorità sanitarie, evidenziando come tali variazioni abbiano il potenziale per aumentare la capacità del virus di attaccare le cellule umane. Anche nel recente caso grave di influenza aviaria che si è verificato negli Stati Uniti, le autorità avevano riscontrato alcune “mutazioni preoccupanti a livello del gene dell’emoagglutinina, sollevando il timore di un adattamento del virus.

Le mutazioni evidenti nel caso canadese evidenziano l’urgente necessità di una sorveglianza vigile delle variazioni emergenti e di una valutazione della minaccia di trasmissione da uomo a uomo” hanno sottolineato anche Michael Ison e Jeanne Marrazzo dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive di Bethesda, nel Maryland, in un editoriale pubblicato sempre sul New England Journal of Medicine.

Anche se le autorità sanitarie continuano a definire basso il rischio di influenza aviaria per la maggior parte della popolazione e abbiamo a disposizione candidati vaccini e antivirali per cercare di mitigare l’influenza grave in caso di diffusione più ampia, è necessario un equilibrio tra una maggiore vigilanza e il ‘business as usual’ – avvertono gli esperti – . Senza una comprensione più chiara dell'entità dell'esposizione, dell'infezione, dell'evoluzione virale e della trasmissione, non saremo in grado di proteggere adeguatamente le nostre comunità da un agente patogeno che ha dimostrato di essere una sfida formidabile per la salute umana e animale”.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views