video suggerito
video suggerito

Qualcosa si sta muovendo sotto lo Yellowstone: perché il supervulcano minaccia l’intera umanità

Grazie a una tecnica di magnetotellurica gli scienziati hanno scoperto che il magma nel cuore dello Yellowstone si sta spostando e accumulando sotto una specifica zona. Da lì si teme la prossima eruzione del supervulcano, che rischia di scatenare una catastrofe planetaria.
A cura di Andrea Centini
470 CONDIVISIONI
Immagine

Il magma nel cuore dell'enorme caldera del supervulcano di Yellowstone – in realtà un insieme di caldere – si sta muovendo e accumulando sotto una specifica regione a nord est. È proprio qui, secondo gli esperti, che dovrebbe verificarsi la prossima, devastante eruzione del gigante dormiente. È quanto emerso da un nuovo studio di magnetotellurica, una tecnica che consente di monitorare lo spostamento del fluido nella crosta terrestre attraverso l'analisi di campi magnetici ed elettrici.

Si tratta di una notizia significativa proprio perché stiamo parlando di un supervulcano, la cui eruzione potrebbe avere effetti catastrofici per l'intera umanità e non solo. Il rischio principale è quello di un inverno vulcanico, causato dalla colossale nube di ceneri liberata in atmosfera e in grado di oscurare il Sole per anni. Gli effetti sarebbero simili a quelli provocati dall'impatto di un asteroide o di una cometakiller di pianeti”, come nel caso dell'evento di Chicxulub, che determinò l'estinzione dei dinosauri non aviani alla fine del Cretaceo.

Non furono gli incendi e gli tsunami catastrofici a sterminare il 75 percento delle specie viventi sulla Terra 66 milioni di anni fa, bensì il prolungato oscuramento del Sole dalle ceneri sollevate dall'asteroide. L'eruzione di un supervulcano – ce ne sono una dozzina sulla Terra – avrebbe effetti analoghi. L'oscuramento della stella porta al drastico calo delle temperature e al blocco della fotosintesi, con conseguente morte delle piante e degli erbivori. A ruota soccombono anche i carnivori e si determina l'intero collasso della catena alimentare. Secondo un calcolo delle Nazioni Unite effettuato nel 2012, in caso di inverno vulcanico o da impatto l'umanità avrebbe scorte di cibo soltanto per due mesi e mezzo. Un evento dagli esiti spaventosi. Ecco perché è così importante monitorare giganti come lo Yellowstone, che ha dato vita a tre grandi eruzioni negli ultimi 2 milioni di anni, accompagnate da altre più piccole.

Video thumbnail

A determinare che il magma nel cuore della caldera dello Yellowstone si sta spostando e accumulando nella zona nordorientale è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Osservatorio vulcanico hawaiano presso lo U.S. Geological Survey, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del College of Earth, Ocean, and Atmospheric Sciences dell'Università statale dell'Oregon e altri istituti. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Ninfa Bennington, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita analisi di magnetotellurica dell'enorme caldera del supervulcano, che si estende per quasi 4.000 chilometri quadrati. È caratterizzata da una camera magmatica con un diametro massimo di circa 80 chilometri, suddivisa a sua volta in varie sotto-camere. Gli esperti hanno determinato che il magma si estende in regioni fino a 50 chilometri di profondità, tra la crosta e il mantello terrestre.

Il magma della caldera dello Yellowstone si suddivide in due tipi principali: quello riolitico, più superficiale, ricco di silice e molto viscoso; e quello balsaltico, più profondo, meno viscoso e povero di silice del primo, ma con maggiore abbondanza di magnesio e ferro. Dalle analisi magnetotelluriche la dottoressa Bennington e colleghi hanno determinato che nella regione nordorientale si sta accumulando magma basaltico in profondità, che a sua volta sostiene camere suprficiali piene di magma riolitico. Il volume stimato di questo magma è compreso tra i 400 e 500 chilometri cubi, una quantità mostruosa paragonabile a quella eruttata durante le precedenti eruzioni che hanno dato vita alla caldera. “La più grande regione di stoccaggio di fusione riolitica, concentrata sotto la caldera nord-orientale di Yellowstone, ha un volume di stoccaggio simile al volume eruttivo della più piccola eruzione di formazione della caldera di Yellowstone”, hanno spiegato gli autori dello studio. “Sulla base della nostra analisi, suggeriamo che il luogo del futuro vulcanismo riolitico si sia spostato nella caldera nord-orientale di Yellowstone”, hanno chiosato gli esperti.

Non sappiamo quando si verificherà la prossima eruzione, tuttavia precedenti studi hanno determinato che lo Yellowstone ha una frequenza di circa 600.000 anni per i fenomeni più grandi e pericolosi. Studiare i movimenti del magma può aiutarci a prevedere meglio ciò che potrebbe accadere e, nel caso, a intervenire. La NASA, ad esempio, sta progettando un sistema per raffreddare la caldera sparando acqua ad alta pressione in un foro profondo 10 chilometri. Un progetto dal costo di miliardi di dollari e con enormi rischi, ma per scongiurare l'apocalisse innescata da un supervulcano potrebbe valere il tentativo. I dettagli della ricerca “The progression of basaltic–rhyolitic melt storage at Yellowstone Caldera” sono stati pubblicati su Nature.

470 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views