Qual è la possibile causa del terremoto in Umbria e cos’è la faglia Alto Tiberina
Tre forti scosse in quattro ore, tutte localizzate nella stessa area epicentrale, a sud di Umbertide, in provincia di Perugia, e i numerosi eventi di bassa magnitudo registrati dal pomeriggio del 9 marzo, sono stati distintamente avvertiti non solo nell’Umbria settentrionale, ma anche in tutta la Regione e nelle zone limitrofe del Centro Italia, come Toscana, Marche e Lazio. Tanta la paura, qualche lesione agli edifici, una trentina di persone evacuate e scuole chiuse oggi e domani in vari comuni della zona, in attesa delle verifiche strutturali dei vigili del fuoco in quella che è un’area considerata ad alta pericolosità sismica per la presenza del sistema di faglie dell’Alta Valle del Tevere, dominato in profondità dalla faglia Alto Tiberina. La stessa dei terremoti di Amatrice, dell’Aquila, Colfiorito e Gubbio, anche se per ora le analisi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sono ancora qualitative e non forniscono dettagli relativi alle faglie attivate. Il timore è che la serie di scosse – almeno una trentina, di cui cinque di magnitudo superiore 2 registrate fino a ieri sera, possa sfociare in uno sciame sismico della durata di più giorni.
Qual è la possibile causa del terremoto in provincia di Perugia
Le scosse registrate alle 16:05 di magnitudo 4,3, alle 20:08 di magnitudo 4,6 e alle 20:13 di magnitudo 3,9 della scala Richter sono state poco profonde, con ipocentro a circa 8-10 km sempre a sud di Umbertide. Quest’area risente di un’importante sismicità storica e recente, dove lo scuotimento avviene con un meccanismo che i geologi chiamano estensionale, tipico della zona degli Appennini.
In quest’area, nello specifico, la crosta terrestre è sottoposta a uno stiramento di circa 1-2 millimetri all’anno, dovuto al movimento della parte nord-orientale dell’Appennino verso la zona balcanica. Lo scorrimento di questa massa rocciosa rispetto al resto della catena appenninica avviene in corrispondenza di fratture della crosta terrestre, chiamate faglie.
Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, non è però ancora possibile dire quale sia esattamente la faglia coinvolta negli eventi sismici registrati, se la più grande faglia Alto Tiberina o una delle vicine faglie più piccole.
La faglia Alto Tiberina e il sistema di faglie dell’Alta Valle del Tevere
L’area di Umbertide è una delle zone più monitorate, in quanto la pericolosità sismica dell’area è considerata alta per la presenza della faglia Alto Tiberina, una grande frattura delle dimensioni di 30 per 60 km, che delimita il blocco orientale della catena appenninica a maggiore sismicità dal blocco rappresentato dal settore toscano che è pressoché asismico e stabile.
Come premesso, i dati finora disponibili non forniscono ancora informazioni relative alla faglia attivata, per cui al momento non è possibile collegare gli ultimi eventi sismici alla faglia Alto Tiberina o a una delle vicine faglie più piccole del sistema dell’Alta Valle del Tevere.
Quest’area, ad ogni modo, è particolarmente studiata, specialmente dal progetto Taboo, un osservatorio geofisico dell’INGV, proprio perché la particolare geometria della faglia Alto Tiberina – il basso angolo d’immersione (inferiore ai 30°) che rende questa struttura geologica sfavorevolmente orientata alla riattivazione rispetto al campo di sforzi regionale – fa dell’Alta Valle del Tevere un’area di analisi delle modalità in cui le faglie accomodano lo scorrimento tra i blocchi della catena appenninica.
La continua e costante occorrenza di piccoli terremoti in questa zona, con occasionali eventi di moderata entità, è storicamente documentata nel Catalogo Parametrico dei terremoti italiani, dove sono evidenziati i principali eventi con epicentro prossimo a quello della sequenza sismica del 9 marzo 2023: quello del 23 aprile 1593 di magnitudo stimata di 5,3 e quello del 21 settembre 1865 di magnitudo stimata di 5,1, mentre il terremoto più forte è stato il sisma del 29 aprile 1984 di magnitudo 5,6, che interessò tutta l’Umbria settentrionale, in particolare Assisi, Gubbio, Perugia Città di Castello, Valfabbrica e la stessa Umbertide. “Dal 1985 ad oggi, l’area interessata ha una sismicità frequente, in particolare a nord-est nella zona di Gubbio” ha spiegato l’INGV.