Puntura di zanzara rovina la vacanza di una donna ai Caraibi: “La pelle ha cominciato a staccarsi”
Le punture di zanzara, sempre più spesso al centro delle notizie di cronaca per i nuovi casi di West Nile registrati in Italia, possono essere un serio rischio per la salute anche quando gli insetti non sono apparentemente vettori di pericolosi virus: ne sa qualcosa una 37enne inglese, Amy Wells, che ha visto trasformarsi in un incubo la sua vacanza dei sogni ai Caraibi in compagnia dell’uomo che sarebbe poi diventato suo marito.
Il suo caso, ripreso da diversi media britannici, ha rapidamente fatto il giro del web per le impressionanti conseguenze riportate dalla donna in seguito a puntura di zanzara – probabilmente una zanzara tigre, ha raccontato Amy – che era stata trattata con un antibiotico: il medicinale, chiamato ceftriaxone, le era stato somministrato in un ospedale caraibico dopo che una mattina, a cinque giorni dall’arrivo in Repubblica Dominicana e una giornata trascorsa a nuotare con i delfini, la donna si era svegliata con alcuni segni di puntura di zanzara e un’eruzione cutanea che si era estesa a tutto il corpo.
Al Pronto soccorso, a causa della barriera linguistica, la donna non però era riuscita a spiegare ai medici che stava già assumendo un altro antibiotico, l’amoxicillina, per un’infezione ai denti. Rimasta ricoverata per alcuni giorni, quando il problema sembrava essere risolto, le era stato permesso di lasciare l’ospedale e prendere un aereo per tornare in Inghilterra, anche se sul suo corpo erano comparse tante piccole vesciche.
Durante il volo, durato 10 ore, le sue gambe hanno però cominciato a gonfiarsi, fino a raddoppiare di dimensioni, e a bruciare, come ricordato dalla donna. “Le vesciche erano ovunque, persino sulle palpebre degli occhi e sulle labbra – ha spiegato Amy – . Era estremamente doloroso e la gente continuava a chiedermi se ero stata coinvolta in un incendio. Era tutto molto strano, non ho mai avuto alcun tipo di reazione allergica a nulla”.
Una volta in Inghilterra, la donna si è rivolta al Pronto soccorso di Faversham, nel Kent, ed è poi stata trasferita all’ospedale William Harvey di Ashford. “Sapevo che c’era qualcosa non andava, mi sentivo come se stessi bruciando dall’interno verso l’esterno – ha aggiunto Amy – . Le vesciche hanno cominciato a scoppiare mentre ero al pronto soccorso e usciva del liquido. È stato orribile”.
Secondo i medici, quella forte sensazione di bruciore era causata da una rara reazione tra i due antibiotici. “Ero spaventata” ha detto la donna, che ha dovuto prendersi dieci settimane di pausa dal lavoro per ritornare in salute. La sua pelle aveva cominciato a staccarsi, lasciando ferite aperte sulle gambe, che hanno impiegato circa tre settimane per guarire. “Ora ho cicatrici che coprono metà di ciascuna gamba, sotto il ginocchio”.
Le conseguenze di quello che Amy ha ricordato come “l’inferno in terra” non erano però finite qui. Circa due mesi dopo, la donna ha visto cadere le unghie di mani e piedi, e i suoi capelli cominciare a diradarsi, fino a restare completamente calva. “Uno specialista mi ha spiegato che la causa era lo shock, ma perdere i capelli è stata la parte più dura. Mi guardavo allo specchio e pensavo ‘Non sono io’”.
Fortunatamente per Amy, tutto si è risolto, anche la perdita dei capelli, ricresciuti normalmente e, a distanza di sette mesi dal ritorno dalla vacanza ai Caraibi, la donna si è sposata. “Dopo tutto quello che era successo, abbiamo deciso di non perdere tempo – ha concluso Amy – . È stata una malattia così rara e io ero così in salute, che non mi sarei mai aspettata che potesse accadere una cosa del genere”.