Primavera sempre più in anticipo: potrebbe arrivare fino a 10 giorni prima entro il 2100
In futuro la primavera arriverà sempre prima. Lo rileva un team di ricerca della Ohio State University di Columbus, negli Stati Uniti, che ha esaminato come il calo della frequenza delle precipitazioni stia influendo sull’arrivo anticipato della primavera nell’emisfero settentrionale, mostrando per la prima volta come un minor numero di giorni di pioggia giochi un ruolo importante in questa tendenza.
“Oltre alle temperature, e alla loro influenza sulla comparsa delle prime foglie, conta anche la frequenza con cui piove, e non la quantità totale delle precipitazioni” ha affermato Desheng Liu, coautore dello studio e professore di Geografia presso la Ohio State University che, insieme ai colleghi, ha sviluppato un nuovo algoritmo tenendo conto di un set di dati provenienti da Stati Uniti, Europa e Cina relativo alle date in cui ogni anno gli osservatori notavano le prime foglie. Gli studiosi hanno anche utilizzato immagini satellitari dal 1982 al 2018 per registrare quando la vegetazione ha iniziato a inverdirsi.
Confrontando questi dati con le precipitazioni giornaliere registrate nei diversi siti studiati, i ricercatori hanno mostrato che alla diminuzione delle giornate piovose nel corso degli anni corrispondeva l’arrivo anticipato della primavera nella maggior parte delle regioni dell’emisfero settentrionale, ad eccezione delle praterie situate principalmente in aree semi-aride, dove un minor numero di giorni di pioggia ha ritardato leggermente l’arrivo della primavera.
Secondo i calcoli, appena pubblicati in uno studio su Nature Climate Change, il calo della frequenza delle precipitazioni anticiperà l’arrivo della primavera di 1-2 giorni ogni decennio, fino a 10 giorni entro il 2100. “Dovremmo aspettarci una primavera ancora più anticipata in futuro rispetto a ciò che ci dicono i modelli attuali” ha spiegato Jian Wang, coautore dello studio e studente di dottorato in Geografia presso l’Ohio State University, che insieme ai colleghi ha trovato almeno due ragioni principali del fenomeno.
Il primo è che i giorni di pioggia sono anche giorni nuvolosi, per cui un minor numero di giornate di pioggia nel tardo inverno all’inizio della primavera significa che alberi e altre piante ricevono più radiazione solare in questo periodo dell’anno, il che stimola la crescita delle foglie. In secondo luogo, meno giorni nuvolosi significano che anche le temperature diurne sono più elevate, essendoci più luce solare a riscaldare il suolo e l’atmosfera.
D’altra parte, le temperature notturne scendono più rapidamente non essendoci le nuvole ad intrappolare il calore. “Questo effetto contrastante all’inizio dell’anno fa pensare alle piante che sia già primavera, per cui le foglie iniziano a spuntare sempre prima” ha aggiunto Wang. “Dobbiamo pianificare che in futuro la primavera arriverà prima del previsto e i nostri modelli ci forniscono le informazioni per prepararci” ha concluso Liu.