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Potresti essere allergico al freddo e non saperlo: quali sono i sintomi a cui fare attenzione

La condizione, nota come orticaria da freddo, si presenta generalmente nella prima età adulta, soprattutto nelle donne, con la comparsa di eruzioni cutanee pruriginose sulla pelle esposta al freddo.
A cura di Valeria Aiello
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Con l’arrivo delle correnti gelide settentrionali, l’inverno comincia a farsi sentire anche in quelle zone d’Italia dove il clima è più mite. Non tutti, però, si adattano rapidamente alle temperature più rigide o riescono a sopportare il freddo senza problemi, con sensibili impatti sulla salute. Uno di questi, chiamato anche “allergia al freddo”, si stima riguardi almeno il 15% della popolazione in età adulta, soprattutto donne, e può manifestarsi con una serie di sintomi più o meno gravi. Per queste persone, tutte le attività che causano un rapido calo della temperatura corporea dovrebbero essere evitate o monitorate, così come andrebbe evitato di esporsi al freddo e di bere o mangiare bevande e cibi ghiacciati, dal momento che anche le mucose della bocca possono andare incontro a questa reazione. Chiamata in gergo medico orticaria da freddo, questa condizione si presenta generalmente nella prima età adulta, per cui molti giovani apparentemente in salute potrebbero non sapere di soffrire di questa reazione allergica. I primi segni comprendono la comparsa di eruzioni cutanee pruriginose sulla pelle esposta al freddo ma in alcuni casi possono insorgere sintomi più gravi che possono essere pericolosi per la vita.

Cos’è l’allergia al freddo e come riconoscere i sintomi

L’allergia al freddo, o più propriamente, l’orticaria da freddo è una reazione caratterizzata da eruzioni cutanee pruriginose che si presentano sulla pelle esposta alle basse temperature. I sintomi (comparsa di prurito, arrossamenti e gonfiori della cute, che può sollevarsi fino a formare dei veri e propri pomfi, cioè dei rilevi cutanei come quelli delle punture di insetti) sono dovuti al rilascio di sostanze chimiche (come l’istamina) dai mastociti della cute, che causano la temporanea fuoriuscita di liquido dai piccoli vasi sanguigni.

Orticaria da freddo sulla pelle di una gamba / Credit: Wikipedia
Orticaria da freddo sulla pelle di una gamba / Credit: Wikipedia

In alcuni casi, il prurito può essere grave e le papule possono persistere per diverse ore, per poi scomparire. “Ci possono essere una serie di reazioni a questa allergia – spiega la dottoressa Beccy Corkill in un articolo su Iflscience – . Si va da sintomi non minacciosi (orticaria, sensazione di bruciore mentre la pelle si riscalda, mal di testa, affaticamento, ansia, dolori articolari, gonfiore nel sito di esposizione) a sintomi più pericolosi per la vita (anafilassi, palpitazioni cardiache, calo della pressione sanguigna, problemi respiratori, svenimento, shock, gonfiore della lingua e della gola)”.

Come capire se si soffre di questa condizione

L’orticaria da freddo è essenzialmente di due tipi: acquisita o ereditaria. Nell’orticaria acquisita, precisa Corkill, la reazione può verificarsi entro 5-10 minuti dall’esposizione iniziale e spesso dura 1-2 ore. In quella ereditaria, o familiare, i sintomi possono comparire 24-48 ore dopo l’esposizione e durare 24-48 ore.

Cosa causa l’orticaria da freddo

La condizione si verifica quando il freddo provoca l’attivazione dei mastociti e il rilascio di istamina (insieme ad altri mediatori dell'infiammazione), anche se il meccanismo con cui il freddo stimola questo rilascio non è ancora stato completamente compreso dagli scienziati. In alcune persone, la condizione può risolversi spontaneamente, dopo settimane o mesi dal primo episodio.

Come si cura l’orticaria da freddo

Purtroppo non esiste cura specifica per l’orticaria da freddo, ma alcuni trattamenti e la prevenzione possono sicuramente contribuire ad alleviare il disagio. Si può infatti cercare di non esporsi al freddo o di svolgere attività che causano un abbassamento della temperatura corporea, come nuotare nell’acqua fredda. “In alcuni casi possono essere necessarie alte dosi di antistaminici non sedativi – evidenzia l’esperta – . Per le reazioni anafilattiche, deve essere utilizzata adrenalina in emergenza”.

La diagnosi si basa essenzialmente sull’anamnesi e l’esame obiettivo. Un esame è chiamato test del cubetto di ghiaccio , nel quale un cubetto di ghiaccio viene posto in un sacchetto di plastica, quindi sul corpo per alcuni minuti, può aiutare i medici a diagnosticare la condizione.

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