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Possibili forme di vita su Cerere: molecole organiche probabilmente originate lì e in acqua

Un team di ricerca internazionale ha determinato che le molecole organiche trovate nel 2017 su Cerere, il più grande pianeta nano del Sistema solare, molto probabilmente sono originate lì ed erano a contatto con l’acqua. Ciò aumenta le probabilità che possa esserci vita in oceani sotterranei, sotto lo spesso strato di ghiaccio e roccia.
A cura di Andrea Centini
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Cerere, credit: NASA
Cerere, credit: NASA

Nel 2017 la sonda Dawn della NASA ha rilevato molecole organiche sulla superficie di Cerere, il più grande pianeta nano del Sistema solare sito nella Fascia Principale degli asteroidi, tra Marte e Giove. Il corpo celeste, che ha un diametro di un migliaio di chilometri, è ricco di crateri e in passato si pensava che queste molecole a base di carbonio – principalmente composti alifatici, una classe di idrocarburi non aromatici – provenisse proprio dall'impatto di asteroidi e comete, a supporto della teoria della panspermia (cioè la diffusione dei semi della vita proprio attraverso queste collisioni). Ora un nuovo studio suggerisce che questo materiale organico proverebbe molto probabilmente dall'interno di Cerere e forse era a contatto diretto con l'acqua. Ma non solo. Sarebbe anche presente in quantità significative. Queste ipotesi, basate su nuove analisi dei dati raccolti dalla sonda Dawn ed esperimenti di laboratorio, sono interessanti poiché accrescono le probabilità che anche Cerere, sotto la sua spessa crosta di ghiaccio e roccia, possa ospitare forme di vita aliena, magari legate a sorgenti idrotermali come quelle potenzialmente presenti su Encelado ed Europa.

A determinare che i composti organici scoperti su Cerere potrebbero provenire dal suo interno e che il pianeta nano possa essere rilevante anche dal punto di vista astrobiologico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. I ricercatori, coordinati dallo scienziato planetario Terik Daly, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato separatamente i dati raccolti dalla telecamera e dallo spettrometro della sonda Dawn; quest'ultimo, chiamato VIR, è uno strumento italiano realizzato da ingegneri dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Negli studi precedenti i dati erano sempre stati considerati assieme, mentre con questo approccio, secondo gli autori del nuovo studio, vengono migliorate le possibilità di mappare e determinare l'origine dei composti organici su Cerere.

I composi organici rilevati nel 2017. Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/INAF/ASI
I composi organici rilevati nel 2017. Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/INAF/ASI

A supporto di questa analisi dati, il professor Daly e colleghi hanno condotto anche un affascinante esperimento di laboratorio, bombardando con sostanze organiche una superficie in grado di simulare quella del pianeta nano. Presso l'Ames Vertical Gun Range della NASA i ricercatori hanno sparato queste sostanze a velocità mostruose fino a 6 chilometri al secondo, con un angolo variabile compreso tra 16 e 90 gradi. L'obiettivo era simulare l'impatto di un asteroide sulla superficie di Cerere. Grazie a questo esperimento e ai dati della sonda Dawn hanno determinato che i pianeta nano è ricco di molecole organiche ampiamente distribuite e che probabilmente si sono formate proprio su Cerere. “Possiamo vedere un'ottima correlazione delle sostanze organiche con le unità provenienti da impatti più vecchi e con altri minerali come i carbonati che indicano anche la presenza di acqua. Anche se l’origine dei materiali organici rimane poco conosciuta, ora abbiamo buone prove che si siano formati su Cerere e probabilmente in presenza di acqua”, ha affermato in un comunicato stampa il dottor Juan Rizos, astrofisico presso l’Instituto de Astrofisica de Andalucia in Spagna e coautore dello studio.

Le rilevazioni della sonda Dawn trovarono le molecole organiche distribuite su un'area di un migliaio di chilometri, principalmente attorno al grande cratere Ernutet nell'emisfero settentrionale, caratterizzato da un diametro di una cinquantina di chilometri. Il nuovo studio evidenzia la possibilità che Cerere sia ricchissimo di molecole organiche al suo interno, alimentando le probabilità che in un potenziale oceano d'acqua liquida sotterraneo possa esserci anche vita. Proprio come avviene per le lune di Saturno e Giove. I dettagli della ricerca sono stati presentati presso il meeting GSA Connects 2023 della Geological Society of America.

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