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Possibile aurora boreale a Capodanno: attesa forte tempesta solare tra oggi e il 1 gennaio 2025

Lo Space Weather Prediction Center della NOAA ha emesso un’allerta per una possibile tempesta geomagnetica forte tra il 31 dicembre 2024 e il giorno di Capodanno, a causa di flussi di plasma in arrivo da espulsioni di massa coronale (CME). Il 2025 potrebbe dunque iniziare con l’aurora boreale nel cielo, ma al momento non abbiamo certezze.
A cura di Andrea Centini
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Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

Tra domenica 29 e lunedì 30 dicembre l'attività del Sole è aumentata in modo significativo, sprigionando tre brillamenti di Classe X (i più potenti) e una ventina di Classe M da un paio di grandi macchie solari. Le eruzioni solari, che liberano una quantità enorme di energia, sono state accompagnate da una coppia di espulsioni di massa coronale (CME) che, secondo i calcoli degli scienziati, sarebbero dirette verso la Terra. Non è ancora chiaro se colpiranno direttamente o meno il nostro pianeta, ciò nonostante in relazione ad esse lo Space Weather Prediction Center della NOAA ha emanato un avviso di tempesta geomagnetica forte (G3) e minore (G1) tra oggi, 31 dicembre 2024, e il 1 gennaio 2025, giorno di Capodanno.

Ciò significa che oltre ai problemi tipici che questi fenomeni possono innescare, come disturbi alla navigazione satellitare e alle reti elettriche, ci sono probabilità di poter vedere l'aurora boreale e SAR alle medie latitudini anche in Europa (Italia compresa). Generalmente per il nostro Paese serve almeno una tempesta geomagnetica G4 con un indice Kp – che misura l'attività magnetica – superiore a 7, ma le CME che stanno per raggiungerci risultano piuttosto imprevedibili e in passato è capitato che un'allerta per una G3 si è trasformata in una tempesta G4.

Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

I tre potenti brillamenti di Classe X sono stati rilasciati dai complessi di macchie solari AR 3936 e AR 3932, che in questo momento sono più spostati verso il lato destro del Sole. Il primo è molto in alto, il secondo nella zona equatoriale della stella. AR 3932 faceva parte assieme ad altre macchie solari di una enorme struttura con un diametro di 450.000 chilometri che nei giorni scorsi ha puntato direttamente il nostro pianeta. Si riteneva che avrebbe potuto sprigionare dei forti brillamenti di Classe X a causa dell'instabilità dei suoi campi magnetici. Così è stato, anche se non si è trattato di brillamenti clamorosi. Il più potente è stato un flare di Classe X 1.1, mentre AR 3936 ne ha emessi due, un X 1.1 e un X 1.5. Una ventina quelli di Classe M.

Le eruzioni solari sono suddivise in cinque classi di potenza (A, B, C, M e X) e solo la X – la più potente – non ha una sottodivisione da 1 a 9, ma indefinita. Il più potente brillamento mai rilevato dalla strumentazione è stato un fortissimo Classe X 45 registrato a novembre del 2003. Questi eventi, legati al fenomeno di riconnessione delle linee dei turbolenti campi magnetici delle macchie solari, possono liberare mostruose quantità di energia – pari a milioni di bombe atomiche – ed essere accompagnati da flussi intensi di plasma sparati nello spazio, le CME. Le particelle cariche elettricamente danno vita al vento solare che, se diretto verso la magnetosfera terrestre, innesca le tempeste geomagnetiche. Più è intenso e rapido il flusso, maggiori sono le probabilità di fenomeni forti, acuti o estremi (da G3 a G5).

Credit: NOAA
Credit: NOAA

Come indicato, per oggi e domani gli esperti di meteo spaziale si aspettano tempeste solari G3 e G1, tuttavia, come spiegato dallo Space Weather Prediction Center della NOAA nel bollettino di allerta, ancora non abbiamo la certezza di ciò che accadrà entro Capodanno. “Non conosceremo il vero potenziale dei livelli di risposta di disturbo geomagnetico fino a quando le CME non arriveranno a 1 milione di miglia dalla Terra (quando saranno a circa 30-60 minuti dal raggiungere il nostro pianeta) e la loro struttura e intensità potranno essere misurate dai nostri osservatori del vento solare: NOAA DSCOVR e NASA ACE spacecraft”, hanno sottolineato gli esperti di meteo spaziale.

C'è anche da tenere presente che la Terra potrebbe non essere colpita direttamente da nessuna delle due espulsioni di massa coronale attese, ma solo di striscio. Ciò rende la stima di ciò che potrebbe accadere ancora meno accurata. Ciò che è certo è che, subito dopo l'emissione di materiale solare, sulla Terra si sono registrati blackout radio – la radiazione elettromagnetica viaggia a velocità prossime a quelle della luce – mentre servono un paio di giorni prima che arrivi il flusso di vento solare di velocità media. Se ciò si tradurrà in un'aurora polare anche in Italia – con annessi fenomeni SAR – lo scopriremo molto presto.

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