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Nuovo test di difesa planetaria: forse possiamo salvarci da un asteroide di 5 chilometri

I ricercatori dei Sandia National Laboratories hanno determinato che è possibile deviare un asteroide fino a 5 chilometri di diametro investendolo con una pioggia di raggi X, scagliata dall’esplosione di una bomba atomica nei pressi del sasso spaziale. I risultati del test di difesa planetaria.
A cura di Andrea Centini
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Uno nuovo studio ha determinato che teoricamente è possibile deviare asteroidi fino a 5 chilometri di diametro facendo detonare nei loro pressi una bomba nucleare. Tale esplosione deve inondare di potentissimi raggi X una parte specifica della superficie del sasso spaziale preso di mira, con conseguente vaporizzazione della roccia e innesco di un “effetto razzo” grazie ai gas espulsi. Proprio questo processo permetterebbe di deviare con successo dalla sua traiettoria un grande asteroide. Chiaramente siamo innanzi a una ricerca condotta nel contesto dei test di difesa planetaria, necessari per sperimentare metodi e approcci in grado di proteggerci da eventuali corpi celesti diretti verso la Terra.

Ad oggi, fortunatamente, non ci sono asteroidi né comete considerati una minaccia specifica per il prossimo futuro; anche il famigerato Apophis 99942 di 340 metri, secondo un recente calcolo potrebbe colpirci nel 2029 solo nel caso in cui venisse deviato da un oggetto più piccolo, durante il suo viaggio di avvicinamento. Ciò che è certo è che la “fortuna” prima o poi finirà e il nostro pianeta finirà nel mirino di oggetti pericolosi, capaci di distruggere intere città (uno di 100 metri cancellerebbe New York) o addirittura innescare un'estinzione di massa come fece Chicxulub (di almeno 10 chilometri) 66 milioni di anni fa con i dinosauri non aviani. Dato che nessuno vuol fare la fine dei lucertoloni, gli scienziati sono alacremente a lavoro per scovare la soluzione migliore in grado di salvare la civiltà umana. Al momento non siamo ancora pronti, come emerso da una recente esercitazione di difesa planetaria effettuata dalla NASA, ma i nuovi esperimenti in laboratorio e i test nello spazio indicano comunque che siamo su una buona strada.

A determinare che una pioggia di raggi X innescata da un'esplosione nucleare potrebbe deviare asteroidi fino a 5 chilometri di diametro è stato un team di ricerca dei Sandia National Laboratories (Stati Uniti), composti due centri di ricerca gestiti dal Dipartimento dell'Energia degli USA. In questi laboratori si progettano principalmente le componenti non nucleari delle armi atomiche per conto dell'Agenzia per la sicurezza nazionale. Uno dei dispositivi più sofisticati in dotazione ai laboratori Sandia è la “Z machine” (macchina Z), che è il più grande e potente generatore di raggi X al mondo. I ricercatori guidati dal dottor Nathan W. Moore hanno utilizzato lo strumento Z Pulsed Power Facility per colpire due minuscoli modelli di asteroidi di appena 12 millimetri e composti da silice fusa e quarzo, minerali che possono essere trovati nei sassi spaziali. I due modelli sono stati fatti cadere in un dispositivo e investiti da una potente pioggia di raggi X, che è stata in grado di erodere la loro superficie, accelerarli di 69,5 e 70,3 metri al secondo (oltre 250 chilometri orari) e deviarli grazie al getto di gas innescato, ovvero l'effetto razzo di cui sopra.

Anche se l'esperimento è stato condotto su minuscoli "sassolini", il dottor Moore e colleghi hanno affermato che questi risultati possono essere tradotti in scala e deviare asteroidi con un diametro massimo di 4-5 chilometri, con un'esplosione sufficientemente potente. "Adattiamo questi risultati alle energie degli intercettori proposti e prevediamo che gli asteroidi con un diametro fino a (4 ± 1) km possano essere deviati con questo meccanismo, mostrando un modo valido per preparare future missioni di difesa planetaria", spiegano gli autori dello studio.

L'impatto di un colosso di 5 km avrebbe conseguenze catastrofiche sulla Terra, devastando larga parte della superficie attraverso mega-tsunami e incendi di portata inimmaginabile. Se ciò non bastasse, si innescherebbe un inverno da impatto di anni a causa della nube di polveri e detriti scagliata in atmosfera dall'asteroide, in grado di oscurare il Sole, far crollare le temperature, uccidere le piante e portare al collasso l'intera catena alimentare. Non saremmo ai livelli dell'estinzione del Cretaceo provocata da Chicxulub, che aveva un diametro stimato di almeno il doppio, tuttavia la civiltà umana molto probabilmente verrebbe spazzata via da un evento del genere. Attraverso la sonda DART è stato dimostrato che è possibile deviare un asteroide attraverso un impatto cinetico, ma non sappiamo se questa può essere la soluzione migliore per i giganti di chilometri.

Nei blockbuster hollywoodiani come Armageddon si propone la distruzione dei corpi celesti, ma in genere la deviazione è considerata dagli scienziati l'opzione migliore e più sicura sul tavolo. Basti sapere che l'impatto cinetico di DART probabilmente darà vita a uno sciame meteorico di origine artificiale. L'esplosione nucleare e il conseguente rilascio di raggi X potrebbe essere una valida alternativa, ma anch'essa andrà testata nello spazio profondo con asteroidi "cavia". I dettagli della ricerca “Simulation of asteroid deflection with a megajoule-class X-ray pulse” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Physics.

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