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Cambiamenti climatici

Più di un terzo della Terra rischia di diventare inabitabile per gli over 60: il motivo in uno studio

Se l’aumento delle temperature terrestri raggiungerà la soglia dei 2 °C, la porzione di superficie terrestre emersa non più sicura per la vita umana sarà molto maggiore rispetto a quella attuale, sia per gli over 60, ma anche per i più giovani. La previsione di uno studio guidato dal King’s College di Londra.
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Il 2024 è stato l'anno più caldo di sempre, nonché il primo in cui la temperatura media terrestre ha superato i 1,5 °C, ovvero la soglia critica fissata all'accordo di Parigi come tetto massimo entro cui contenere l'aumento di temperature rispetto ai livelli preindustriali.

Oltre a innescare o rendere più catastrofici gli eventi climatici estremi, l'aumento delle temperature è una minaccia anche la salute e la vita delle persone, soprattutto – almeno finora – di alcune fasce più vulnerabili, come gli anziani. Lo dicono i numeri: secondo uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health, in quasi dieci, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 12 dicembre 2019, il caldo ha ucciso tra le 17.000 e le 23.000 persone in tutto il mondo. Un numero che è verosimilmente destinato a peggiorare se il trend in corso non verrà invertito o almeno frenato.

La previsione sul rischio di mortalità da calore

A fronte dei recenti dati e al superamento della soglia critica di 1,5 °C, un gruppo di studiosi del clima, guidato dal King's College di Londra, si è interrogato su quali potessero essere gli effetti sulla salute umana e nello specifico sul rischio di mortalità se l'aumento di temperature raggiungerà la soglia dei 2 °C. La risposta è stata pubblicata in un report sulla rivista scientifica Nature Reviews Earth and Environment.

Ne è emerso che non solo i più anziani, ma in generale le persone adulte sopra i 60 anni potrebbero essere esposti a rischi per la loro sopravvivenza in più di un terzo di tutta la superficie continentale del Pianeta, ovvero circa il 35% delle terre emerse. I ricercatori hanno considerato come livelli di calore pericolosi quelli in cui la temperatura corporea interna può raggiungere i 42 °C nell'arco di sei ore. Si tratta di quelle che in ambito scientifico vengono definite soglie di non sopravvivenza, distinte dalle cosiddette soglie di temperatura non compensabili, "oltre le quali la temperatura corporea interna umana aumenta in modo incontrollabile", spiegano gli autori dello studio.

Fino a un terzo della superficie a rischio per gli over 60

I ricercatori hanno così calcolato che se l'aumento di temperature toccherà la soglia dei 2 °C per gli over 60 più di un terzo della massa terrestre del Pianeta sarà da considerare a rischio.

Ma le conseguenze potrebbero riguardare anche i più giovani senza particolari problemi di salute: anche per gli adulti sani (tra i 18 e i 60 anni) la superficie terrestre in cui non sarà più certo che la temperatura corporea resterà sotto i livelli di sicurezza sarà maggiore e potrebbe anche triplicare rispetto a quella attuale, fino a coprire un'area totale pari a tutti gli Stati Uniti.

In tali condizioni, "l'esposizione prolungata all'aperto, anche per coloro che si trovano all'ombra, esposti a una forte brezza e ben idratati – spiega Tom Matthews, autore principale e docente di geografia ambientale presso il King's College di Londra – potrebbe causare un colpo di calore letale". Sebbene per i non addetti al lavoro un aumento delle temperature medie globali di circa mezzo grado possa sembrare non così rilevante, "rappresenta un cambiamento radicale rispetto al rischio di mortalità per calore", avverte lo scienziato.

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