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Più di un miliardo di persone nel mondo sono obese: i Paesi con i tassi più alti, dove si colloca l’Italia

I dati su The Lancet presentati per la Giornata Mondiale dell’Obesità che ricorre oggi 4 marzo: negli ultimi tre decenni, la prevalenza dell’obesità è quadruplicata tra i bambini e raddoppiata tra gli adulti. L’Italia è al 144esimo posto per tasso di obesità tra le donne e al 119esimo posto tra gli uomini. Peggiora la situazione negli Stati Uniti e in diversi Paesi dell’Europa centrale, ma anche nell’Africa sub-sahariana.
A cura di Valeria Aiello
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Sono più di un miliardo le persone nel mondo che convivono con l’obesità, secondo i dati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet in vista della Giornata Mondiale dell’Obesità che ricorre oggi 4 marzo. Negli ultimi tre decenni, i tassi di obesità sono quadruplicati nei bambini e raddoppiati tra gli adulti, con una prevalenza combinata che è aumentata nella maggior parte dei Paesi. “Questa transizione verso l’obesità era già evidente negli adulti nel 1990 ed è seguita nei bambini e negli adolescenti in età scolare” indica l’analisi, che registra i tassi di obesità più alti a Tonga e nelle Samoa americane per le donne e nelle Samoa americane e Nauru per gli uomini, con circa il 70-80% degli adulti obesi.

Su 200 Paesi presi in esame, l’Italia si colloca al 144esimo posto per tasso di obesità tra le donne e al 119esimo posto tra gli uomini, mentre peggiora la situazione negli Stati Uniti e in diversi Paesi dell'Europa centrale, ma anche nell’Africa sub-sahariana, in particolare tra le donne. Si parla di obesità quando l’indice di massa corporea (body mass index, BMI) è superiore a 30 kg/m2, una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, associata a gravi conseguenze per la salute durante tutto il corso della vita. L’obesità aumenta infatti il rischio di malattie cardiovascolari (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e disordini del metabolismo, come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia.

Obesità in Italia e nel mondo, i dati che allarmano i medici

Secondo le stime globali, più di un miliardo di persone nel mondo sono obese: nel 2022, l’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, sono 880 milioni gli adulti (età pari o superiore a 20 anni) e 159 milioni i bambini e ragazzi (età 5-19 anni) con obesità, con tassi quadruplicati nei più giovani negli ultimi tre decenni. Negli adulti, i tassi più alti si registrano a Tonga e nelle Samoa americane per le donne, e nelle Samoa americane e Nauru per gli uomini, mentre i più bassi in Giappone, Timor Est e Vietnam per le donne, e in Ruanda, Timor Est ed Etiopia negli uomini.

Tassi di obesità nelle donne nel 2022. Credit: NDC Risk/The Lancet
Tassi di obesità nelle donne nel 2022. Credit: NDC Risk/The Lancet

L’Italia si colloca al 144° posto per tasso di obesità tra le donne e al 119° posto tra gli uomini su 200 Paesi presi in esame, pur registrando un aumento della prevalenza di 3 punti percentuali nelle donne (dal 14,6% del 1990 al 17,6% del 2022) e di 7,3 punti percentuali negli uomini (dal 10,7% del 1990 al 18% del 2022). Peggiora la situazione negli Stati Uniti, al 10° posto per gli uomini (dal 16,9% del 1990 al 41,6% del 2022) e al 36° posto per le donne (21,2% del 1990 al 43,8% del 2022).

Tassi di obesità negli uomini al 2022. Credit: NDC Risk/The Lancet
Tassi di obesità negli uomini al 2022. Credit: NDC Risk/The Lancet

Gli aumenti maggiori – evidenzia l’analisi – si sono si sono verificati in alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana per le donne, e negli Stati Uniti, Brunei e alcuni paesi dell’Europa centrale, Polinesia e Micronesia per gli uomini. I tassi di obesità sono aumentati di oltre 20 punti percentuali in 49 paesi (25%) per le donne e in 24 paesi (12%) per gli uomini, e di ben 33 punti percentuali alle Bahamas per le donne e 31,7 punti percentuali in Romania per gli uomini. Sono diminuiti solo tra le donne in Spagna (di 4,6 punti percentuali) e in Francia (2,2 punti percentuali)”.

A livello globale, i tassi di obesità in tutto il mondo sono aumentati dall’8,8% del 1990 al 18,5% del 2022 per le donne, e dal 4,8% al 14% per gli uomini. Sempre nello stesso periodo di tempo, nella fascia di età 5-19 anni, il tasso di obesità è aumentato dall’1,7% al 6,9% per bambine e ragazze, e dal 2,1% al 9,3% per bambini e ragazzi.

I dati mostrano inoltre che il tasso di persone sottopeso è diminuito sia tra i bambini che tra gli adulti, il che significa che l’obesità è la forma più comune di malnutrizione in molti Paesi del mondo. Nello specifico, La percentuale di bambini e adolescenti sottopeso nel mondo è diminuita di circa un quinto tra le ragazze e di oltre un terzo tra i ragazzi rispetto al 1990, mentre la percentuale di adulti sottopeso nel mondo si è più che dimezzata nello stesso periodo.

In tutto il mondo – concludono gli autori dell’analisi (circa 1.500 ricercatori coinvolti nello studio della NCD Risk Factor Collaboration con l’Organizzazione Mondiale della Sanità – c’è bisogno di politiche sociali e agricole e di programmi alimentari che affrontino il carico residuo del sottopeso, frenando e invertendo al tempo stesso l’aumento dell’obesità, e migliorando l’accesso a cibi sani e nutrienti”.

Cos’è l’obesità e quali sono i rischi dei chili di troppo

L’obesità è una malattia che si caratterizza per un accumulo patologico di grasso corporeo, associata a gravi conseguenze per la salute durante tutto il corso della vita. In particolare, si parla di obesità quando l’indice di massa corporea (BMI) – il parametro che si ottiene dividendo il peso di una persona in chilogrammi per il quadrato della sua altezza in metri – è pari o superiore a 30 kg/m2. Il BMI ideale per la salute varia in base all’età e al sesso ma, in generale, si considera ottimale un valore compreso tra 20 e 25 kg/m2.

L’obesità può comportare vari sintomi, come fatica anche nei piccoli movimenti, difficoltà respiratorie, sudorazione eccessiva, apnee notturne, stanchezza, dolori articolari, ma soprattutto è causa di molte malattie, inclusi problemi cardiovascolari (ipertensione, infarti, ictus), diabete di tipo 2, colesterolo alto, alcuni tipi di tumore, depressione, infertilità femminile, disfunzione erettile e incontinenza urinaria da sforzo.

Le cause dell’obesità sono in genere legate all’eccessivo deposito di tessuto adiposo, che si crea in presenza di uno squilibrio tra calorie assunte e consumo energetico. L’alimentazione è quindi un fattore determinante nell’insorgenza, sebbene diversi studi evidenzino come l’obesità non sia una colpa o una mancanza di volontà, ma una malattia. Ci sono infatti condizioni che possono portare un’alimentazione scorretta, come una cattiva qualità del sonno (dormire poche ore per notte), l’assunzione di alcuni farmaci e psicofarmaci, così come di alcuni antiepilettici, o il cortisone, che spesso sono collegati a un aumento di peso. Più raramente, l’obesità è dovuta a condizioni genetiche, come nella sindrome di Prader-Willi, o a malattie endocrine, come la sindrome di Cushing.

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