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Pianeta simile alla Terra scoperto vicino a una stella morta: mostra quale sarà il nostro destino

Nello spazio profondo è stato scoperto un esopianeta di massa simile alla Terra che orbita attorno a una nana bianca, una stella morta. Il sistema mostra il destino che molto probabilmente attende la nostra casa tra alcuni miliardi di anni.
A cura di Andrea Centini
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A 4.200 anni luce di distanza dal Sistema solare è stato scoperto un pianeta simile alla Terra che mostra il probabile destino che attende la nostra casa, tra alcuni miliardi di anni. Questo esopianeta (o pianeta extrasolare) orbita infatti attorno a una nana bianca, una stella “morta”; è un oggetto estremamente denso e caldo, ciò che resta di una stella di massa paragonabile al Sole alla fine del suo ciclo vitale. In parole semplici, stiamo osservando una sorta di suggestiva "fotografia" futura del nostro sistema, quando ormai la vita avrà abbandonato da tempo la Terra.

A scoprire e descrivere l'esopianeta simile alla Terra in orbita attorno a una nana bianca è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della California di San Diego (Stati Uniti) e del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Tsinghua di Pechino, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Astronomia del California Institute of Technology, il Dipartimento di Astronomia dell'Università della California di Berkeley e l'Halıcıoğlu Data Science Institute. I ricercatori, coordinati dal professor Keming Zhang, hanno individuato il pianeta extrasolare grazie al fenomeno del microlensing. In pratica, hanno utilizzato la luminosità di un oggetto molto distante – nel caso specifico una stella molto grande e luminosa a 26.100 anni luce – che si è allineato con la nana bianca. Grazie a questa configurazione, attraverso l'evento di microlensing chiamato KMT-2020-BLG-0414, la luminosità della nana bianca si è distorta e amplificata di 1.000 volte, permettendo ai ricercatori di determinare le masse in gioco e scoprire la presenza di corpi celesti attorno alla debole stella morta.

Oltre al sopracitato pianeta con di due masse terrestri, è stata trovata anche una nana bruna, una stella “fallita” con massa insufficiente per dar vita alle reazioni nucleari, ma più grande dei giganti gassosi; è una via di mezzo tra un pianeta e una stella. L'esopianeta resta tuttavia l'elemento più interessante e significativo del lontano sistema. Secondo i calcoli degli scienziati, infatti, prima della “morte” della stella madre si trovava in una posizione analoga a quella occupata oggi dalla Terra, nella zona abitabile (cioè in grado di sostenere acqua liquida sulla superficie). Non si può escludere che un tempo questo oggetto possa essere stato un pianeta ricco di vita e lussureggiante come il nostro, la cui biosfera è stata spazzata via da un evento astronomico catastrofico. È il destino che attende la Terra. I ricercatori hanno determinato che, quando il Sole raggiungerà la fase di gigante rossa, il nostro pianeta potrebbe essere inghiottito e disintegrato dalla stella. Si ritiene che l'espansione possa arrivare fino all'orbita di Marte, inglobando dunque Mercurio, Venere e la Terra. Oppure la nostra casa potrebbe essere "espulsa" in un'altra posizione.

Ciò che osserviamo in questo sistema, a oltre 4.000 anni luce da noi, suggerisce proprio che la Terra potrebbe sopravvivere alla fase di gigante rossa e non essere distrutta dall'espansione del Sole, venendo semplicemente spostata in un'orbita più distante. Parliamo chiaramente del pianeta e non della vita, che sarà annientata entro 1 o 2 miliardi di anni a causa delle temperature estreme che faranno evaporare anche gli oceani, un fenomeno che renderà sterile e inabitabile la Terra (si pensa che Venere possa aver ricevuto questo "trattamento" durante l'evoluzione del Sistema solare). Sempre che non ci uccideremo prima con guerre nucleari e cambiamento climatico.

In sostanza, il nuovo studio ci dice che la Terra potrebbe non essere assorbita e disintegrata dal Sole in espansione, ma solo spinta più all'esterno nel sistema, giungendo a una posizione paragonabile a quella che occupa l'esopianeta attorno alla nana bianca. Per allora la zona abitabile del Sole potrebbe trovarsi nell'area tra Giove e Saturno, dove le lune potrebbero teoricamente trasformarsi in ambienti idonei a ospitare gli esseri umani in fuga, come suggerito dal professor Zhang a Sciencealert. I dettagli della ricerca “An Earth-mass planet and a brown dwarf in orbit around a white dwarf” sono stati pubblicati su Nature Astronomy.

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