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Pianeta nella zona abitabile con una massa simile alla Terra scoperto a soli 31 anni luce da noi

Un pianeta extrasolare con una massa simile a quella terrestre è stato trovato nella zona abitabile della sua stella di riferimento. È a soli 31 anni luce dalla Terra.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione di un esopianeta di massa terrestre in orbita a una nana rossa. Credit: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter
Illustrazione di un esopianeta di massa terrestre in orbita a una nana rossa. Credit: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter

A soli 31 anni luce di distanza è stato scoperto un pianeta con una massa simile a quella della Terra, sito nella zona abitabile della stella di riferimento o “zona di Goldilocks”. Ciò significa che si tratta di un corpo roccioso potenzialmente in grado di ospitare acqua liquida sulla propria superficie, l'essenza stessa della vita, perlomeno sulla Terra. Wolf 1069b, questo il nome il nome dell'esopianeta, non sarebbe dunque né troppo caldo per far evaporare tutta l'acqua eventualmente presente né troppo freddo per farla congelare. Secondo i calcoli degli scienziati, se avesse un'atmosfera simile a quella terrestre la sua temperatura media arriverebbe fino a 13° C (quella del nostro pianeta è di circa 15° C). Insomma, potremmo davvero essere innanzi a un pianeta extrasolare in grado di ospitare la vita similmente al globo terracqueo, ma al momento non abbiamo tecnologie sufficientemente potenti per avere conferme.

A scoprire e descrivere il pianeta roccioso sito nella zona abitabile della propria stella (Wolf 1069) è stato un copioso team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi del Max-Planck-Institut für Astronomie (MPIA) di Heidelberg, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Sofia (Bulgaria), del Goddard Space Flight Center della NASA (Stati Uniti d'America), dell'Institut d’Estudis Espacials de Catalunya (IEEC) di Barcellona (Spagna) e di numerosi altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Diana Kossakowski del programma CARMENES, hanno scoperto Wolf 1069b analizzando i dati della sua stella raccolti dall'Osservatorio di Calar Alto in Spagna. Lo hanno identificato grazie alla tecnica della velocità radiale, che si basa sul rilevamento di piccoli cambiamenti nella lunghezza d'onda della luce emessa dalla stella mentre è influenzata dall'attrazione gravitazionale del pianeta. L'altro metodo per rilevare gli esopianeti è quello del transito, che rileva le diminuzioni di luce emessa associate al passaggio degli esopianeti innanzi al disco stellare.

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Analizzando i dati raccolti i ricercatori hanno determinato che Wolf 1069b ha una massa 1,36 volte superiore a quella della Terra e che orbita a una distanza pari a 1/15 di quella che separa noi dal Sole. L'esopianeta impiega infatti solo 15,6 giorni per compiere un'orbita completa (in altri termini, un anno dura poco più di due settimane). Ma come fa a trovarsi nella zona abitabile se è così vicino all'astro? La ragione risiede nel fatto che la stella Wolf 1069 è una nana rossa, molto meno calda ed energetica del Sole. Basti pensare che il pianeta roccioso riceve il 65 percento della radiazione che arriva sulla Terra. Per questo motivo gli scienziati ritengono che sia molto freddo, con una temperatura media compresa tra – 23° C e – 7° C. Ma come indicato, qualora avesse un'atmosfera come quella terrestre essa sarebbe molto più elevata. Una delle caratteristiche più interessanti di Wolf 1069b è che si trova in risonanza orbitale con la stella, esattamente come avviene tra la Luna e la Terra. Ciò significa che rivolge sempre la stessa faccia verso l'astro, pertanto da un lato è sempre giorno, mentre dall'altro, gelido, è sempre notte. Secondo i ricercatori i punti migliori dove cercare vita potenziale sarebbe al terminatore, cioè nella zona che separa l'emisfero diurno da quello notturno.

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Le nane rosse sono note per essere piuttosto irrequiete, con un'intensa attività stellare in grado di cancellare le atmosfere dei pianeti vicini. Fortunatamente i ricercatori hanno scoperto che la stella Wolf 1069 è "tranquilla", pertanto se l'esopianeta avesse davvero un'atmosfera terrestre potrebbe mantenerla, e non perderla come accaduto a Marte molto tempo fa. Per comprendere meglio il pianeta sarà necessario studiarlo con nuovi strumenti, soprattutto i telescopi di prossima generazione (spaziali e non) in grado di analizzare la possibile atmosfera. “Probabilmente dovremo aspettare altri dieci anni per questo”, ha dichiarato la professoressa Kossakowski in un comunicato stampa. Le speranze sono rivolte al rivoluzionario telescopio Extremely Large Telescope (ELT) in costruzione in Cile. Infine è bene ricordare che, anche se 31 anni luce potrebbero sembrare pochi, in realtà si tratta di una distanza enorme; con le nostre attuali tecnologie riusciremmo a raggiungere Wolf 1069b solo dopo migliaia e migliaia di anni di viaggio nello spazio profondo. I dettagli della ricerca “The CARMENES search for exoplanets around M dwarfs. Wolf 1069 b: Earth-mass planet in the habitable zone of a nearby, very low-mass star” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics.

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