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Perché tra Natale e Capodanno ci sono più morti per attacchi di cuore che nel resto dell’anno

Durante le vacanze di Natale, oltre al rischio di ritardi nella richiesta di cure, le persone sarebbero più spesso portate a ignorare i sintomi di infarto o ictus. A influire sul rischio anche il freddo e gli eccessi di cibo e alcolici.
A cura di Valeria Aiello
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Natale e Capodanno sono per molti una buona occasione per staccare dalla routine quotidiana, godersi qualche giorno di vacanza oppure trascorrere più tempo insieme ad amici e familiari. Non per tutti, però, le festività natalizie rappresentano un periodo di soli lieti eventi, anzi. Il 25 dicembre, in particolare, è uno dei giorni più neri dal punto di vista degli attacchi di cuore, seguito dal 1° gennaio. Perché?

A chiederselo sono anche i ricercatori che da oltre un decennio riscontrano un aumento delle morti per eventi cardiaci durante le vacanze di Natale. In particolare, uno studio del British Medical Journal, che ha esaminato più di 16 anni di dati relativi agli eventi cardiovascolari in Svezia, ha rilevato un aumento del 37% degli attacchi di cuore nella sera della vigilia di Natale, con un picco intorno alle ore 22:00, più spesso in persone di età superiore ai 75 anni, in quelle con diabete o precedenti malattie cardiovascolari.

Un altro studio, recentemente presentato al convegno della British Cardiovascular Society, ha indicato che gli attacchi di cuore più gravi si verificano più frequentemente di lunedì rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana. E, purtroppo, quest’anno, il giorno di Natale (ma anche Capodanno 2024) capitano di lunedì.

Più morti per attacchi di cuore a Natale e Capodanno

Uno dei primi riscontri sull’eccesso di mortalità per attacchi di cuore nel periodo di Natale e Capodanno risale a una ricerca del 2004 pubblicata su Circulation, la rivista di punta dell’American Heart Association (AHA) che, nel rilevare il fenomeno negli Stati Unit, ha suggerito che le vacanze natalizie rappresentano un fattore di rischio per la mortalità cardiaca. “Esistono molteplici spiegazioni per questa associazione – avevano rilevato gli specialisti – inclusa la possibilità che ritardi nella richiesta di cure indotti dalle vacanze svolgano un ruolo nella determinazione dei picchi durante le festività”.

A ciò si aggiunge una serie di cambiamenti comportamentali, che possono influenzare il rischio di attacco cardiaco, ma anche la tendenza a rimandare le cure mediche a dopo il periodo festivo.

Nessuno vuole pensare alla tragedia durante questo periodo gioioso dell’anno in cui ci riuniamo con la famiglia e gli amici. Tuttavia, questi aumento degli attacchi di cuore durante le festività è molto sconfortante. Non sappiamo esattamente cosa lo scateni, è probabilmente una combinazione di fattori – ha affermato Johanna Contreras, volontaria clinica per l’AHA e cardiologa presso il Mt. Sinai Hospital System di New York – . È stato notato che il clima invernale aumenta il rischio di attacco cardiaco a causa della limitazione del flusso sanguigno quando le arterie possono essere ristrette a temperature fredde. Sappiamo anche che le vacanze portano molto stress aggiuntivo a molte persone. Ci sono molte feste e riunioni di famiglia in cui molti tendono a esagerare con cibi pesanti e drink alcolici”.

Secondo Contreras, uno dei fattori più critici potrebbe risiedere nel fatto che le persone tengono più spesso a ignorare importanti segnali di allarme, come i sintomi più comuni dell’infarto (dolore o fastidio al petto o sopra il petto; vertigini, nausea o vomito; dolore alla mascella, al collo o alla schiena; dolore al braccio o alla spalla; mancanza di respiro).

Anche se potresti non voler trascorrere le vacanze di Natale in uno studio medico o in ospedale, fare un controllo e ricevere un trattamento tempestivo se c’è un problema è uno dei migliori regali che puoi fare a te stesso e ai tuoi cari per tutte le festività a venire – ha aggiunto la specialista – . Fare questo regalo può anche voler dire agire nel caso si riconoscano i sintomi di infarto o ictus in qualcun altro. Potresti essere fuori a fare shopping al centro commerciale, goderti i panorami e i suoni delle festività natalizie oppure in famiglia, e trovarti davanti qualcuno che ha un infarto e va in arresto cardiaco. In questi casi, praticare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e chiamare i soccorsi può fare la differenza”.

Cos’è la rianimazione cardiopolmonare (RCP)

La rianimazione cardiopolmonare è una procedura salvavita che imita il lavoro che normalmente viene effettuato dal cuore, dai polmoni e dalle vie aeree e prevede l’esecuzione di due precise manovre: il massaggio cardiaco (compressioni toraciche) e ventilazione artificiale (respirazione bocca-bocca o respirazione bocca-maschera).

La RCP con le sole mani è qualcosa che quasi tutti possono imparare e fare. Incoraggiamo almeno una persona in ogni famiglia ad apprendere la RCP perché le statistiche mostrano che la maggior parte degli arresti cardiaci avviene fuori dall’ospedale e spesso in casa – ha affermato Contreras – . L’American Heart Association ha pubblicato un breve video didattico che può essere di aiuto nella comprensione di questa attività salvavita”.

Contreras ha inoltre evidenziato come le riunioni di famiglia possano diventare anche un buon momento per parlare della storia sanitaria familiare. “Molti dei fattori di salute che influiscono sulle malattie cardiache e sull’ictus sono ereditari. Se uno dei tuoi genitori, fratelli o nonni ha avuto un infarto o un ictus, probabilmente anche tu sei a maggior rischio. Ma la buona notizia è che si può ridurre il rischio con misure preventive. Conoscere quella storia è un primo passo importante”.

I consigli per le festività in arrivo?Conoscere i sintomi di infarto e ictus negli uomini e nelle donne, e agire; festeggiare con moderazione, mangiando sano senza privazioni, ma in modo intelligente, non eccedendo nel bere e nell’apporto di sale; trovare il tempo per prendersi cura di se stessi, riducendo lo stress derivante da interazioni familiari, finanze, orari frenetici e così via; mantenersi in movimento, con almeno 150 minuti di attività fisica a settimana, anche usando tattiche creative dalla passeggiata in famiglia ad altre attività divertenti da svolgere con i propri cari; non dimenticare le proprie terapie” sono i suggerimenti dell’AHA.

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