Perché sulla tua città non piove da due mesi
Per circa due mesi in diverse zone d'Italia – e in particolar modo nel Nord Ovest – non è piovuto, innescando un prolungato e anomalo periodo di siccità che normalmente è associato alla stagione estiva. Per rendersi conto di quanto è stata incisiva l'assenza di pioggia, basti pensare che, come indicato dalla Coldiretti, “mancano all’appello quasi 5 miliardi di metri cubi di pioggia rispetto al quantitativo medio”. Ciò ha avuto conseguenze significative sui i livelli di fiumi e laghi, soprattutto quelli del Nord Italia: il livello idrometrico del Po è arrivato a ben – 3,10 metri, meno di quanto registrato a Ferragosto, mentre il fiume Sesia e il Tanaro hanno perduto rispettivamente circa l’80 e il 65 percento di acqua. Non è andata meglio ai grandi bacini come il Lago di Como e il Lago Maggiore, col primo che ha visto ridurre del 16 percento il proprio livello medio stagionale, mentre il secondo si è abbassato di circa un quarto. Le conseguenze rischiano di essere drammatiche anche sulle colture che stanno germinando precocemente spinte dalle temperature elevate; rischiano infatti di essere spazzate via dalle ondate di gelo previste per i prossimi giorni. Anche i terreni aridi e induriti dal periodo siccitoso potrebbero rendere molto problematiche alcune piantagioni, con la necessità di ricorrere all'irrigazione artificiale per compensare il deficit idrico. Solo in questi giorni le perturbazioni iniziano a farsi largo portando piogge e nevicate nelle regioni rimaste a secco così a lungo. Ma cosa è successo?
Come spiegato da 3BMeteo, la ragione risiede nella prolungata persistenza di un'estesa area di alta pressione sull'Europa Occidentale, che ha letteralmente sbarrato la strada alle perturbazioni atlantiche. Si è venuta a creare una sorta di muro anticiclonico innanzi alle regioni settentrionali, che hanno costretto le perturbazioni a circumnavigarle, oltrepassarle e finire direttamente sull'Europa orientale. Anche ampi tratti dell'Italia Centrale sono stati “protetti” da questa cospicua cellula di alta pressione. Il campo di alta pressione ha avuto i suoi massimi a cavallo tra la Francia e il Regno Unito, come evidenziato dai dati NCEP/NCAR Reanalysis della a National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un'agenzia federale statunitense che si occupa di meteo, clima e studi oceanici. Nonostante l'“attacco” di vari fronti freddi durante le ultime settimane l'area anticiclonica ha retto il colpo; solo adesso sta iniziando a cedere il passo a correnti artiche, soprattutto in Germania e Francia dove arriveranno gelo, pioggia e neve anche a bassa quota. Le precipitazioni si faranno largo anche in Italia, così come le basse temperature, ripristinando al meno in parte le temperature e le perturbazioni atmosferiche tipiche dell'inverno.
Le precipitazioni saranno particolarmente gradite sul Nord Ovest, soprattutto su Liguria e Piemonte, dove secondo la Coldiretti il deficit nelle precipitazioni è arrivato fino al 76 percento. La speranza è che le ondate di gelo attese per i prossimi giorni non annientino i pascoli e le fioriture come avvenuto lo scorso anno, dove l'alternanza tra temperature anomale e ondate di gelo ha letteralmente fatto crollare la produzione agricola di molti prodotti. A soffrire di più è stato soprattutto il miele, con gli apicoltori costretti a nutrire artificialmente le api e una produzione scesa fino al 95 percento in certe aree. La frequenza e l'intensità di queste anomalie è strettamente associata ai cambiamenti climatici, in grado di perturbare i normali equilibri atmosferici e scatenare eventi come la cella di alta pressione sull'Europa Occidentale o la cupola di calore che ha colpito il Nord America.