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Perché si vedono sempre più aurore boreali in Italia e a basse latitudini

Dalla fine dello scorso anno i cieli d’Italia sono stati baciati dall’aurora boreale e fenomeni affini chiamati SAR alcune volte. L’ultimo, magnifico spettacolo c’è stato tra il 10 e l’11 ottobre 2024. Cosa sta succedendo e perché stiamo vedendo fenomeni che associamo tipicamente al Nord Europa.
A cura di Andrea Centini
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Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

L'11 ottobre 2024 le bacheche dei nostri social network sono state inondate da un tripudio di bellissime fotografie straripanti di colori, tutte concentrate su uno spettacolare fenomeno luminoso che siamo soliti associare a Paesi come Norvegia, Islanda e Svezia: l'aurora boreale. In questo caso, però, le immagini sono state scattate nel cuore del Mediterraneo, dall'Italia. Non solo dalle regioni più settentrionali, ma da tutto lo “Stivale”, Sicilia compresa. In molti avevano accolto con scetticismo gli avvisi sulle ottime probabilità di poter vedere nei cieli del nostro Paese l'aurora boreale – e fenomeni annessi come i SAR – durante la serata e nel cuore della notte, ma c'erano davvero tutti gli ingredienti per sperare di poter assistere a un evento memorabile, come poi lo è effettivamente stato. In pratica, si è trattato di una replica dello spettacolo della notte tra il 10 e l'11 maggio 2024 e di quello visibile a novembre, anche se con una marcia in più, per intensità degli archi aurorali, opportunità di visibilità a occhio nudo e area geografica coinvolta.

Innanzi a queste immagini in tanti si stanno chiedendo com'è possibile vedere un fenomeno del genere alle nostre latitudini, soprattutto con la frequenza degli ultimi mesi. I soliti complottisti hanno tirato fuori argomenti senza capo né coda come il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) degli Stati Uniti e le famigerate “scie chimiche” lasciate dagli aerei, ma dietro non c'è altro che un fenomeno naturale ben studiato: il ciclo dell'attività magnetica del Sole o ciclo solare, che ha una durata di circa 11 anni. In parole molto semplici, la nostra stella passa da un picco minimo a uno massimo di attività magnetica, che si manifestano in molteplici modi. In questo momento ci troviamo molto vicini al picco massimo di attività magnetica, atteso secondo gli scienziati tra la fine del 2024 e l'estate del 2025. In questa fase il Sole è molto irrequieto, presentando grandi e numerosi complessi di macchie solari ai quali sono associati fenomeni altamente energetici come brillamenti o eruzioni solari ed espulsioni di massa coronale (CME).

Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Giacomo Salomone
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Giacomo Salomone

Le macchie solari sono regioni più fredde e scure, i cui campi magnetici irregolari imbrigliano il calore prodotto dalle reazioni nucleari nel cuore della stella. Le linee di questi campi possono staccarsi e riagganciarsi all'improvviso attraverso il fenomeno della riconnessione, che a sua volta libera una quantità mostruosa di energia. Quando si verificano queste eruzioni, parte del materiale solare viene espulso nello spazio a velocità estreme sotto forma di particelle cariche elettricamente (plasma) che formano il vento solare. Quando questo flusso di materiale è diretto verso la Terra, può interagire col campo magnetico terrestre dando vita alle tempeste geomagnetiche e solari. Nelle vicinanze del picco massimo di attività magnetica non solo ci sono più macchie solari, brillamenti e CME, ma questi fenomeni sono anche più intensi. Ne conseguono tempeste geomagnetiche più violente. Queste ultime si basano su una scala che va da minima (Classe G1) a estrema (Classe G5). Quando le tempeste geomagnetiche sono molto forti, si innalza sensibilmente l'asticella dell'indice kp, un parametro che misura l'attività magnetica e aurorale (va da 0 a 9). Più è elevata tale misura, maggiori sono le probabilità di aurore boreali (aurore polari a latitudini più basse) a basse latitudini. Per fare un esempio pratico, la sera e la notte tra il 10 e l'11 ottobre 2024 si è verificata una lunga tempesta geomagnetica acuta (Classe G4) con indice kp di 8 o superiore. In queste condizioni, le aurore erano perfettamente possibili anche nei cieli d'Italia.

Ricapitolando, nel ciclo solare l'attività massima è accompagnata da un maggior numero di macchie solari, brillamenti ed espulsioni di massa coronale più forti e frequenti, che aumentano le probabilità di tempeste solari più intense e, di conseguenza, aurore polari anche a latitudini più basse, compre quelle italiane. Il ciclo di attività solare (siamo nel ciclo 25) non è assolutamente influenzato da ciò che facciamo noi sulla Terra; in passato si sono verificate tempeste geomagnetiche molto più intense di quelle cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi. Nel 1859 si manifestò il famoso “Evento di Carrington” a seguito di una tempesta solare G5, a causa della quale presero fuoco i telegrafi e le batterie si accesero senza essere collegati. Un fenomeno gel genere avrebbe causato danni gravissimi alle nostre infrastrutture elettriche, alle connessioni internet e ai satelliti. Si ritiene che nel lontano passato ci furono fenomeni ancora più violenti di questo.

Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

Le aurore si generano a causa delle interazioni tra il vento solare e i gas della ionosfera, che si illuminano e colorano, disponendosi lungo le linee di campo magnetico dando vita agli archi aurorali. Quando le tempeste sono molto intense, il plasma può “sfondare” le linee di campo e far comparire le aurore anche a latitudini più basse. Siamo semplicemente innanzi a un fenomeno naturale, certamente raro in Italia, ma non così improbabile quando il Sole è vicino al massimo della sua attività magnetica.

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