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Perché questo grande lago negli USA è diventato verde e pericoloso: le immagini dallo spazio

A seguito di piogge torrenziali e aumento anomalo delle temperature nello scorso aprile, nel corso di questa estate il Lago Erie si è ampiamente tinto di verde. Ecco cosa è successo e perché ora rappresenta un pericolo per persone, animali e ambiente.
A cura di Andrea Centini
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Il lago Erie tinto di verde. Credit: NASA / NOAA / Wanmei Liang / U.S. Geological Survey.
Il lago Erie tinto di verde. Credit: NASA / NOAA / Wanmei Liang / U.S. Geological Survey.

Il meraviglioso lago Erie, uno dei Grandi Laghi del Nord America, questa estate si è tinto di colore verde, a causa di un'immensa fioritura algale la cui portata è stata determinata grazie alle immagini satellitari. Lo scorso 22 agosto, secondo quanto indicato dall'Earth Observatory della NASA, l'estensione della macchia verde è arrivata a ben 1.700 chilometri quadrati, pari alle città di Roma e Venezia messe assieme. Le prime avvisaglie del fenomeno erano state rilevate verso la fine di giugno; in un paio di mesi il bloom (fioritura) di alghe verdi e azzurre ha avuto una crescita esponenziale ed esplosiva, spingendo le autorità locali a limitare l'accesso al lago nei periodi di picco.

Le microalghe rilasciano infatti tossine pericolose per l'ambiente e la salute umana, pertanto durante questi fenomeni si raccomanda non solo di stare a distanza dall'acqua, ma anche dalla schiuma nauseabonda che si forma. Dalle analisi di laboratorio condotte dagli scienziati del Great Lakes Environmental Research Laboratory della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) le tossine hanno superato la soglia di sicurezza per la balneabilità e altre attività ricreative al lago nella settimana del 12 agosto. Le immagini del Lago Erie tinto di verde sono state raccolte dallo strumento di imaging OLI-2 (Operational Land Imager-2) installato sul satellite Landsat 9 della rete Landasat, lanciato tre anni fa a bordo di un razzo Atlas dallo Space Launch Complex-3E della base spaziale Vandenberg. Il satellite è gestito dall'agenzia aerospaziale statunitense e dallo United States Geological Survey (USGS); i suoi dati sono preziosissimi anche per studiare fenomeni come le esplosioni algali.

Dalle indagini di laboratorio è emerso che i microorganismi principalmente responsabili del bloom algale sono cianobatteri del genere Microcystis. Si tratta di microalghe (fitoplancton) presenti principalmente nelle regioni temperate del pianeta che, come spiegato dal Portale Acque del Ministero della Salute, sono diffuse soprattutto nelle acque dolci, dunque con bassa salinità. Le fioriture, descritte come “rapide ed imponenti”, si verificano a temperature minime di 15 °C e hanno un range ottimale intorno ai 25 °C.

Una fioritura algale nel lago Erie nel 2015. Credit: NASA Earth Observatory / Joshua Stevens / U.S. Geological Survey.
Una fioritura algale nel lago Erie nel 2015. Credit: NASA Earth Observatory / Joshua Stevens / U.S. Geological Survey.

Tra le specie più comuni del genere vi è Mycrocistis aeruginosa, che “regola il proprio galleggiamento in risposta alla luce, alle condizioni di turbolenza dell’acqua ed ai nutrienti disponibili”. A catalizzare il rischio di bloom algali le forti piogge e l'apporto di nutrienti dei fiumi. Nel caso del lago Erie, la principale fonte di questi nutrienti (come composti azotati e fosfati) è il fiume Maumee. A seguito di piogge particolarmente intense nel mese di aprile e un significativo aumento delle temperature la NOAA aveva emesso un'allerta per possibili esplosioni algali nocive (HAB) nel lago, che poi si sono effettivamente manifestate.

Il problema dei cianobatteri del genere Microcystis risiede nel fatto che rilasciano una tossina chiamata microcistina. Si tratta di una sostanza epatotossica, cioè in grado di danneggiare cellule e tessuti del fegato, in caso di contaminazione. Tra le altre conseguenze segnalate dagli esperti figurano anche “intorpidimento, vertigini e vomito”. Per questi fenomeni sono a serio rischio anche animali domestici, da allevamento e selvatici che si abbeverano, così come i pesci e gli altri organismi che vivono nel lago. L'enorme biomassa, oltre a comportare l'enorme produzione di tossine, quando va in putrefazione può anche determinare condizioni di carenza di ossigeno (ipossia), che si accompagna a un odore nauseabondo. La NOAA ha osservato che c'era una concentrazione particolarmente elevata di tossine nelle schiume rilevate sul lago. Gli scienziati hanno spiegato che la persistenza di questo fenomeno è legata anche ai venti in grado di “mescolare” l'acqua del lago. Si ritiene che l'Erie continuerà ad essere tinto di verde fino al mese di ottobre.

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