Perché queste balene si chiamano franche: il motivo vi commuoverà
Con il termine balene ci si riferisce genericamente ai misticeti, un sottordine di cetacei caratterizzati dalla presenza dei fanoni, strutture cheratiniche che questi animali sfruttano per filtrare l'acqua e intrappolare le prede (krill, piccoli pesci e simili). Ma le balene non sono "tutte uguali"; le balenottere come la balenottera comune, la balenottera azzurra e la balenottera boreale, ad esempio, hanno un corpo lungo e slanciato, quasi anguilliforme, mentre le balene propriamente dette – le balene franche – hanno un corpo tozzo, molto robusto e ricco di grasso. Hanno l'aspetto della balena per antonomasia nell'immaginario collettivo, un po' come avviene per il tursiope nei delfini.
Esistono quattro specie di balene propriamente dette: la balena franca nordatlantica, in pericolo critico di estinzione e della quale ne restano meno di 400 esemplari (è una specie che non è riuscita a riprendersi dalla baleneria); la balena franca nordpacifica, anch'essa in pericolo di estinzione; la balena franca australe, quella che ad oggi gode del miglior stato di conservazione; e la balena della Groenlandia, uno degli animali più longevi della Terra, che secondo gli esperti può vivere per 200 anni. Anche se quest'ultima non lo riporta esplicitamente nel nome comune, anch'essa è una balena franca a tutti gli effetti. Non a caso è conosciuta anche come balena franca della Groenlandia. Ma perché questi quattro splendidi e maestosi mammiferi marini sono definiti balene “franche”?. La ragione, come anticipato, è decisamente triste.
A causa della loro stazza, che non gli impedisce comunque movimenti eleganti e aggraziati, come si evince dallo straordinario video del videografo campano Bartolomeo Bove, sono animali che nuotano molto lentamente, a differenza delle slanciate balenottere che possono sfrecciare sott'acqua a velocità importanti. Inoltre il loro corpo ricco di grasso favorisce il galleggiamento dopo la morte, mentre le balenottere tendono a sprofondare. Infine, sono animali che vivono tendenzialmente vicino alla costa e possono essere avvistati facilmente anche dalla terraferma. Probabilmente lo avrete intuito, ma tutte queste caratteristiche le rendono prede perfette, dato che sono facili da vedere, inseguire, uccidere e trasportare. E offrono anche grandi quantità di materie prime. Per i balenieri erano dunque le balene “giuste” da cacciare (right whales in inglese), cioè quelle franche. Sono stati proprio loro a coniare questo nome, il cui significato resta un monito sulle atrocità perpetrate dall'uomo. Del resto le balene franche, le balene facili, sono state letteralmente sterminate durante l'epoca della baleneria. Non c'è da stupirsi che ancora oggi le popolazioni globali di balena franca nordatlantica e nordpacifica (e anche alcune dell'australe) non siano ancora riuscite a riprendersi.
Anche le balenottere furono portate sull'orlo dell'estinzione dalla baleneria, ma si dovette attendere l'avvento del motore a vapore. Si si ritiene che la popolazione globale della balenottera azzurra, l'animale più grande mai esistito sulla Terra (più dei dinosauri) sia ad esempio passata da 380.000 esemplari ai soli 12.000 attuali. Ma grazie alle rigide misure di conservazione questi animali stanno dando segni di ripresa. Le balene franche, d'altro canto, continuano invece a soffrire a causa dell'uomo, uccise dalle collisioni con le navi e dalle reti da pesca fantasma, che hanno tolto la vita a decine di esemplari solo negli ultimi anni. L'ultimo è stato trovato con la coda attorcigliata a una rete alla fine di gennaio 2024 innanzi alla costa di Martha's Vineyard, un'isola del Massachusetts (Stati Uniti). Se non verranno introdotte misure drastiche sul traffico navale e sull'abbandono delle attrezzature da pesca questi meravigliosi cetacei saranno destinati a sparire per sempre.