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Perché Pfizer ha bloccato lo sviluppo di una pillola per perdere peso

La casa farmaceutica Pfizer ha annunciato con un comunicato stampa l’interruzione dello sviluppo del danuglipron, una pillola dimagrante appartenente alla stessa classe di farmaci della Semaglutide e della Tirzepatide, ovvero gli agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1). Ecco cosa è successo.
A cura di Andrea Centini
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Il colosso farmaceutico statunitense Pfizer ha annunciato di aver interrotto lo sviluppo di una pillola dimagrante molto promettente chiamata danuglipron. Il farmaco orale, da assumere quotidianamente, era diretto verso la fase di sperimentazione estesa, quella che precede la richiesta di autorizzazione per l'immissione in commercio, alla luce dei validi risultati in termini di farmacocinetica, tollerabilità ed efficacia evidenziati nei test iniziali. Ciò nonostante dirigenti e scienziati dell'azienda hanno deciso di bloccare tutto, annunciandolo in un comunicato stampa pubblicato il 14 aprile. La decisione, si legge nella nota di Pfizer, è stata presa per la seguente ragione: “Sebbene la frequenza complessiva di innalzamenti degli enzimi epatici nel database di sicurezza di danuglipron, composto da oltre 1.400 partecipanti, sia in linea con quella degli agenti approvati nella classe – spiega la casa farmaceutica – un singolo partecipante asintomatico in uno degli studi di ottimizzazione del dosaggio ha manifestato un potenziale danno epatico indotto dal farmaco, che si è risolto dopo l'interruzione di danuglipron”. In parole semplici, in questo singolo paziente è emerso un possibile effetto collaterale significativo del farmaco, per questo dopo aver analizzato a fondo tutti i dati a disposizione, è stato deciso di “interrompere lo sviluppo della molecola”.

Il danuglipron era considerato molto promettente poiché il suo principio di azione era analogo a quello dei nuovi “farmaci miracolosi” per perdere peso, come la Semaglutide e la Tirzepatide. Apparteneva infatti alla classe degli agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1), ovvero farmaci che imitano imitano l'azione degli ormoni incretinici e stimolano il rilascio dell'insulina. Di fatto, riducono drasticamente la fame, incrementano il senso di sazietà e rallentano la digestione, a tutto vantaggio della riduzione delle calorie assunte e dunque della perdita di peso. Sono così efficaci da far perdere anche decine di chili limitando il rischio di riprenderli dopo anni, come evidenziato da un recente studio. Diverse ricerche hanno dimostrato che queste molecole, inizialmente progettate per combattere esclusivamente il diabete di tipo 2, sono in grado di offrire molteplici benefici per la salute, per questo sono diventate molto famose e apprezzate, facendo guadagnare miliardi alle case farmaceutiche che le producono. Ma i farmaci GLP-1 per la perdita di peso hanno un limite per alcune persone, ovvero vanno somministrati attraverso iniezioni sottocutanee, per questo le aziende hanno cominciato a sperimentare questi composti sotto forma di pillole.

Oltre al danuglipron di Pfizer, il cui sviluppo è stato ora interrotto, è in sperimentazione l'orforglipron della casa farmaceutica Eli Lilly. Secondo lo studio “Daily Oral GLP-1 Receptor Agonist Orforglipron for Adults with Obesity” pubblicato sul The New England Journal of Medicine, considerata la più autorevole rivista scientifica in campo medico al mondo, la pillola dimagrante è stata in grado di ridurre circa del 13 percento il peso dei partecipanti a 6 mesi dall'inizio della somministrazione, rispetto al 2 percento del placebo. A nove mesi si è arrivati al 15 percento, mentre un'altra ricerca aveva evidenziato la perdita di quasi 2 chilogrammi e mezzo in più rispetto al placebo in un mese. Oltre che efficace, l'orforglipron è risultato sicuro per i pazienti. Non c'è da stupirsi che Eli Lilly punti molto su questa pillola dimagrante, così come sul fatto che altre case farmaceutiche siano al lavoro su agonisti GLP-1 da assumere oralmente.

Pfizer nel suo comunicato ha comunque sottolineato che, nonostante l'interruzione dello sviluppo del danuglipron, resta fortemente impegnata nello sviluppo di farmaci per combattere l'obesità e colmare i bisogni medici insoddisfatti. “Sebbene siamo delusi dall'interruzione dello sviluppo di danuglipron, restiamo impegnati a valutare e promuovere programmi promettenti, al fine di offrire ai pazienti nuovi farmaci innovativi”, ha chiosato il professor Chris Boshoff, Direttore Scientifico e Presidente della Ricerca e Sviluppo presso la casa farmaceutica americana.

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