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Perché non c’è rischio immediato di violente eruzioni dell’Etna

Nonostante la pioggia di notizie su potenziali e imminenti eruzioni dell’Etna, al momento non risulta alcun rischio immediato. Le anomalie rilevate dal sistema automatizzato ETNAS dell’INGV sono infatti rientrate dopo 2 ore. Ecco cosa è successo e qual è la situazione attuale.
A cura di Andrea Centini
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L'Etna non è a immediato rischio di eruzione e al momento non c'è alcun allarme in corso, nonostante si susseguano le notizie su pericoli imminenti e potenziali eventi lavici in Sicilia. Il preallarme diramato dalla Protezione Civile legato alla variazione di alcuni parametri del vulcano è infatti già rientrato nel corso della notte tra martedì 15 e 16 agosto, come affermato dall'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Tuttavia, a causa di un problema di comunicazione, la diminuzione del rischio non ha avuto la doverosa eco mediatica e sulle nostre bacheche continuano a scorrere titoli su potenziali eventi catastrofici, che comunque non avrebbero alcuna ragione d'essere. Facciamo chiarezza su ciò che è accaduto esattamente e sulla situazione attuale.

La sera di martedì 15 agosto il Dipartimento Regionale siciliano della Protezione Civile ha comunicato una variazione nello stato di sorveglianza dell'Etna, passato dalla fase operativa di “Attenzione” a quella di “Preallarme”, a seguito del rilevamento di alcune anomalie nei parametri geofisici. In parole semplici, i sensori hanno registrato un aumento dell'ampiezza del tremore vulcanico dell'Etna, le cui oscillazioni hanno raggiunto livelli elevati in brevi momenti durante il pomeriggio di ieri. L'anomalia è stata rilevata dal sistema automatizzato ETNAS gestito dall'INGV, con conseguente passaggio dal livello F0 al livello F1 di sorveglianza. Quest'ultimo corrisponde a una “Alta probabilità di accadimento imminente” e dunque a una probabile eruzione. A seguito di questo rilevamento ieri sera è stato diramato il comunicato della Protezione Civile siciliana, che potete leggere nel seguente post pubblicato sul profilo Facebook ufficiale.

Il problema è che tali oscillazioni anomale sono rientrate nel giro di due ore e il sistema di sorveglianza è passato nuovamente dalla fase di preallarme a quella di attenzione, come evidenziato da un comunicato diramato dall'INGV. “In relazione alla comunicazione inoltrata alle ore 21:36 (UTC, le 23:36 NDR) del 15.08.2023 dal sistema ETNAS di passaggio dal livello F1 al livello F0 (Bassa probabilità di accadimento imminente di fontane di lava), questo DRPC comunica con la presente, il passaggio della fase operativa, per gli scenari di impatto locale, da “PREALLARME” ad “ATTENZIONE”, si legge nel documento. Già dalla tarda serata di ieri il potenziale rischio di eruzione era dunque completamente rientrato. La pioggia di notizie del 16 agosto su presunti rischi di eruzioni imminenti è dunque scaturita da un problema di comunicazione sul rientro di tale rischio.

A spiegare cosa è successo il dottor Stefano Branca, Direttore dell'Osservatorio Etneo, che Fanpage.it ha raggiunto al telefono. “È una comunicazione che è rientrata subito, dopo 2 ore. Non c'è stato niente, nessun fenomeno. C'è stata un'allerta diramata dalla Protezione Civile che è rientrata. C'è solo un problema di comunicazione, che probabilmente non funziona, quindi io rivedrei più la comunicazione che altro”, ha spiegato lo scienziato. “Loro hanno fatto il comunicato di rientro alle 8 di mattina, noi alle 21:36 UTC (del 15 agosto NDR) avevamo già comunicato che era rientrato tutto. Qua c'è un grandissimo problema di comunicazione, che non funziona. Chiaramente non da parte nostra, ma da parte degli enti preposti. Si è creato un caso sul nulla”, ha chiosato il dottor Branca.

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Il vulcanologo Marco Neri dell'INGV aveva spiegato a Fanpage.it che sull'origine del fenomeno che ha fatto scattare il sistema di preallarme “si possono fare solo ipotesi”, dato che “si genera in profondità all'interno del condotto vulcanico”. “Sappiamo che, quando il magma risale verso la superficie, l'ampiezza del tremore vulcanico aumenta. Più è grande la quantità di magma che risale, maggiori sono i gas che si liberano dallo stesso magma e conseguentemente anche il tremore vulcanico aumenta in ampiezza. Le ampie oscillazioni nell'ampiezza del tremore che stiamo registrando potrebbero quindi essere causate da altrettante oscillazioni del livello del magma all'interno del condotto, oscillazioni che non sono state ancora sufficienti a determinare l'eruzione del magma in superficie”, aveva aggiunto l'esperto. Come abbiamo evidenziato, i valori di tali oscillazioni sono rientrati nella media e dunque al momento non c'è alcun rischio imminente di eruzione vulcanica da parte dell'Etna.

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