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Perché nessuna orca ha messo in pericolo i bagnanti in Spagna

Un video girato in Spagna mostra un grosso cetaceo che si dibatte a pochi metri dalla riva e tra i bagnanti. L’animale sarebbe un’orca, secondo i numerosi articoli allarmistici dedicati alla notizia. Ecco cosa c’è di vero in questa storia.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Twitter
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Il 12 luglio è diventato virale un video girato sull'affollatissima spiaggia di La Antilla, in Andalusia (Spagna), nel quale si vede un grosso cetaceo che si dibatte innanzi alla costa, tra lo stupore e l'incredulità dei bagnanti. Su numerosi giornali è stato un susseguirsi di titoli allarmistici nei quali si è sbattuto il “mostro” in prima pagina, facendo leva sulla paura dei presenti, per certi versi anche comprensibile viste le dimensioni dell'animale e il comportamento irrequieto. Ma l'intera storia, per come è stata presentata, si basa su presupposti completamente sbagliati. A partire dalla specie del sopracitato "mostro", dato in pasto al grande pubblico come “orca” e affibbiando al nome una connotazione negativa.

Ebbene, anche un occhio non espertissimo avrebbe dovuto accorgersi che il mammifero marino che si dimena nelle acque poco distanti da Huelva non somiglia assolutamente a un'orca (Orcinus orca). Ha infatti una linea molto più allungata e slanciata ed è completamente scuro (non bianco e nero come gli intelligentissimi delfinidi), inoltre la testa che a volte esce dall'acqua non somiglia per niente a quella di un'orca. Altre caratteristiche anatomiche ben distinte sono la pinna dorsale, bassa, ampia e falcata, ben diversa da quelle imponenti dei maschi di orca ma anche da quelle di giovani e femmine. Insomma, il cetaceo nel video non è affatto un'orca, ma si tratta di un'altra specie. Potrebbe trattarsi di uno zifio (Ziphius cavirostris) – un animale che ama le grandi profondità presente anche nelle acque italiane – oppure di un giovane di balenottera comune (Balaenoptera physalus), separato dalla madre per qualche ragione.

Normalmente questi cetacei vivono a largo per sfruttare la profondità e la ricchezza degli abissi (come i grandi canyon sottomarini), in particolar modo gli zifi che sono campioni di apnea. È tuttavia noto che i cetacei in difficoltà, malati, feriti o disorientati, possono avvicinarsi alla costa e spiaggiarsi. Gli zifi, ad esempio, sono particolarmente suscettibili ai sonar militari ed estrattivi e in passato si sono verificati anche spiaggiamenti di diversi esemplari. Sono meravigliose creature che si cibano prevalentemente di calamari. Né uno zifio, né una balenottera comune avrebbero arrecato volontariamente dei danni ai bagnanti.

Ma anche fosse stata un'orca i bagnanti non avrebbero comunque avuto nulla da temere. Anche se si sconsiglia di immergersi in mare con questi animali, le orche sono semplicemente grossi delfini che non hanno mai, e sottolineiamo mai, attaccato un essere umano in natura. Incidenti si sono verificati nelle vasche degli acquari, ma ovviamente è tutta un'altra storia. Recentemente le orche innanzi alle coste di Spagna e Portogallo hanno iniziato ad attaccare le imbarcazioni, un comportamento ancora non ben compreso – forse legato al gioco – che si sta diffondendo per apprendimento sociale e che può effettivamente mettere in pericolo i naviganti. Ma si tratta appunto di attacchi alle barche e non direttamente rivolti alle persone. Il nome anglosassone “killer whale” e la cattiva pubblicità del film “L'orca”, un po' come quella fatta agli squali da Spielberg, ha generato un'aura di diffidenza e paura nei confronti di questi animali splendidi e intelligentissimi, che hanno attaccate le persone solo all'interno delle vasche, in cui sono state imprigionate e rese schiave per il pubblico ludibrio.

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