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Perché nel Villaggio Olimpico non c’è l’aria condizionata: cosa non ha funzionato

In questi giorni diversi atleti delle Olimpiadi di Parigi 2024 si sono lamentati del caldo nel villaggio olimpico, dove in effetti non è stata installata l’aria condizionata. In realtà, si tratta di una scelta consapevole all’interno di un progetto per una struttura permanente sostenibile e a minimo impatto energetico. Eppure qualcosa non ha chiaramente funzionato.
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Il progetto era ambizioso, anche lodevole, eppure i risultati non sembrano essere all'altezza delle aspettative, almeno stando a sentire i commenti degli atleti alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il fatto che la struttura, che in questi giorni sta ospitando i partecipanti ai Giochi, sia priva dell'aria condizionata non è un errore, ma il risultato di una scelta ben precisa, fino a poco tempo fa anche rivendicata con orgoglio dagli ideatori del villaggio. Eppure, qualcosa è andato storto.

"Nel villaggio non c'è l'aria condizionata, fa troppo caldo". Uno dei primi a dirlo è stato l'oro italiano nei 100 m dorso Thomas Ceccon a bordo piscina dopo non essersi qualificato per la finale dei 200 m dorso. Ma molti altri hanno confermato le sue impressioni. Ci scherza su anche lo schermidore Alessio Foconi, che in un video sul suo profilo di TikTok mostra un misero ventilatore da cui cerca un po' di sollievo. Questo nonostante il villaggio olimpico sia stato costruito in modo tale che – almeno nelle aspettative di chi lo ha progettato – avrebbe dovuto avere una temperatura interna tale da non richiedere nessun climatizzatore. L'obiettivo ultimo era costruire una struttura sostenibile in grado di non impattare sull'ambiente.

Perché il Villaggio Olimpico non ha l'aria condizionata

"Non ci sarà bisogno dell'aria condizionata", aveva rassicurato a febbraio 2023 la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, anche presidente della Solideo (Société de livraison des ouvrages olympiques), l'ente incaricato delle opere perenni di questa edizione delle Olimpiadi. A chi già allora nutriva qualche preoccupazione per il soggiorno degli atleti, la sindaca aveva risposto: "Ho molto rispetto per il comfort degli atleti, ma penso molto di più alla sopravvivenza dell'umanità".

Se pensiamo che alla fine, già prima degli inizi dei Giochi, a inizio luglio, il direttivo del villaggio aveva ordinato 2.500 climatizzatori portatili per le 7.000 camere del villaggio, è evidente che qualche dubbio incominciava a insinuarsi anche tra gli stessi organizzatori.

Com'è stato progettato il villaggio

Il fatto è che questo villaggio è stato pensato per essere trasformato, una volta finiti i Giochi, in una struttura perenne. In realtà, i complessi sono tre – rispettivamente a Saint-Denis, a Saint-Ouen-Sur-Seine e a Île-Saint-Denis – e sono stati progettati per ospitare ben 2.800 nuovi abitazioni. "Un progetto ambientale innovativo, che soddisfi le esigenze degli atleti durante i Giochi e quelle delle comunità locali a lungo termine", promette il sito ufficiale delle Olimpiadi.

Alla base del progetto fondamentale era l'impegno a rispettare "le ambizioni di sobrietà carbonica e finanziaria di Parigi 2024". Insomma, l'attenzione all'ambiente è stato uno dei principi ispiratori degli ideatori del villaggio.

La sua struttura punta infatti a preservare la biodiversità attraverso la creazione di spazi verdi, anche sui tetti della struttura, per un totale di 6 ettari, così come a ridurre al minimo l'impronta carbonica, grazie all'impiego di materiali di costruzione biologici, come il legno, ma anche la creazione di spazi a basso consumo energetico e l'utilizzo di energia verde, grazie all'installazione di pannelli solari o all'utilizzo di altre fonti rinnovabili.

L'attenzione al clima: pensato per essere naturalmente fresco

In questo senso, il villaggio doveva essere in grado di affrontare le sfide del cambiamento climatico. È chiaro che in questo contesto utilizzare l'aria condizionata – il cui impatto sull'ambiente non è affatto trascurabile – non poteva essere ammissibile. Almeno questo erano le intenzioni e le speranze: "L'urbanistica assicura che gli edifici siano naturalmente freschi in modo da rendere confortevoli le abitazioni in estate", si legge ancora sul sito.

Questo obiettivo in teoria si sarebbe dovuto raggiungere attraverso diversi escamotage. Tra quelli esaltati dai progettisti ci sono, ad esempio, un'architettura che favorisce la circolazione dell'aria tra gli edifici, o l'installazione di pavimenti refrigeranti e tripli vetri, per un migliore isolamento termico. In questo modo la struttura avrebbe dovuto garantire il confort termico degli ospiti e "una temperatura interna inferiore di almeno sei gradi rispetto a quella esterna".

Obiettivo mancato?

La sfida non era delle più semplici. Di certo installare l'aria condizionata sarebbe stata forse la soluzione più facile, ma tenendo in mente la natura permanente della struttura e la necessità di contrastare la crisi climatica e il costante aumento delle temperature terrestri, non sarebbe stata di certo la più lungimirante.

Fatto sta che aver sperimentato per la prima volta le qualità auto-rinfrescanti dell'edificio sugli atleti in occasione di uno degli appuntamenti più importanti della loro carriera sportiva potrebbe non essere stata la mossa più furba.

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