Perché nel 2023 il Sole si è riempito di macchie solari (e nel 2024 saranno ancora di più)
Nel corso del 2023 sul Sole si è formato un numero record di macchie solari, con il picco registrato a giugno. Nel corso del mese, infatti, gli scienziati belgi del Solar Influences Data Analysis Center (SILSO) ne hanno rilevate ben 163ne hanno rilevate ben 163, il numero più alto registrato da oltre 20 anni a questa parte. Particolarmente emblematica di questa condizione della stella l'infografica messa a punto dall'astronomo iraniano Ali Ebrahimi Seraji dell'Osservatorio Mahani, condivisa sui social network e da spaceweather.com, portale specializzato sul meteo spaziale.
Nell'immagine è possibile vedere il Sole in quattro anni diversi (dal 2020 al 2023); in ciascuna rappresentazione del disco solare sono riportate tutte le macchie solari osservate nel corso dell'anno. È evidente che dal 2020 ad oggi c'è stato un incremento significativo di queste regioni fredde e scure che originano sulla fotosfera, la superficie della stella. Nel 2023, con l'eccezione delle regioni polari e una sottile striscia equatoriale, il Sole è stato letteralmente tempestato dalle macchie solari.
Sono più scure e fredde rispetto alle aree limitrofe perché risultano associate a campi magnetici estremi, talmente forti da impedire al calore proveniente dall'interno della stella di arrivare sulla fotosfera (pur raggiungendo i 3.700 °C di temperatura). Ma quando si verifica la riconnessione delle linee di questi campi magnetici si innescano grandi eruzioni di radiazioni elettromagnetiche chiamate brillamenti (o eruzioni solari). Spesso questi eventi si accompagnano ad altri fenomeni come le espulsioni di massa coronale (CME), responsabili delle tempeste geomagnetiche sulla Terra.
Ma perché sul Sole nel 2023 si sono formate così tante macchie solari? Come si legge nell'infografica di Ali Ebrahimi Seraji, realizzata con i dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il Sole si trova nel suo 25esimo ciclo (da quando vengono studiati). Si riferisce al ciclo di attività magnetica che ha una durata di circa 11 anni, durante il quale si raggiungono un picco massimo e uno minimo. Il picco massimo dell'attività magnetica è associato alla comparsa del maggior numero di macchie solari. In questo periodo ci stiamo indirizzando proprio verso questo picco; secondo un recente studio dell'Università del Maryland e del Goddard Space Flight Center della NASA, esso sarebbe previsto entro la fine di quest'anno, in discreto anticipo. In precedenza gli scienziati si aspettavano che si sarebbe verificato a luglio del 2025.
Il fatto che il picco massimo verrà raggiunto nei prossimi mesi significa che nel corso del 2024 l'attività magnetica della stella continuerà ad accrescersi, con l'emergere di complessi di macchie solari sempre più diffusi e numerosi. Questa situazione incrementa il rischio che possano verificarsi brillamenti di Classe X, CME e altri fenomeni eruttivi estremi, che nel caso in cui dovessero scagliare plasma (particelle cariche elettricamente) verso la Terra potrebbero scatenare tempeste solari di Classe G5, come il famigerato Evento di Carrington del 1859. Oggi, nel nostro mondo iperconnesso e ipertecnologico, un fenomeno del genere provocherebbe danni enormi a linee elettriche, internet, comunicazioni radio / satellitari e a molto altro ancora, rispedendoci nel medioevo per settimane o addirittura mesi.