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Perché lo scioglimento del ghiacciaio dell’Apocalisse minaccia l’intera umanità: “Sta accelerando”

Il ghiacciaio Thwaites è in grave sofferenza e il suo scioglimento sta accelerando a un ritmo preoccupante. La sua completa fusione è considerata molto probabile e l’impatto sarebbe catastrofico per l’intera umanità: non a caso è stato soprannominato “ghiacciaio dell’Apocalisse”. Quali sono i rischi e quanto tempo mancherebbe alla sua possibile scomparsa.
A cura di Andrea Centini
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Il ghiacciaio Thwaites. Credit: Rob Larter/BAS/PA
Il ghiacciaio Thwaites. Credit: Rob Larter/BAS/PA

Lo scioglimento dei ghiacci è contemplato tra le principali minacce del cambiamento climatico e c'è un ghiacciaio in particolare che preoccupa gli esperti: il Thwaites, sito nel cuore dell'Antartide occidentale. Questo colosso, largo circa 120 chilometri e spesso più di 2.000 metri nei punti più alti, è infatti molto fragile e continua a sciogliersi a un ritmo preoccupante. Non a caso è stato soprannominato col poco rassicurante nome di “ghiacciaio dell'Apocalisse”, a causa dell'impatto catastrofico che avrebbe nel caso in cui dovesse fondersi completamente. L'innalzamento del livello del mare che innescherebbe sarebbe tale da devastare e sommergere intere regioni e metropoli costiere in tutto il mondo, cancellando al contempo numerosi atolli e isole dagli oceani, soprattutto dal Pacifico.

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Secondo gli esperti il repentino ritiro del Thwaites è iniziato negli anni '40 del secolo scorso, verosimilmente a seguito di un fenomeno climatico naturale e ciclico particolarmente intenso noto come El Niño, che può riscaldare in modo significativo gli oceani. Negli ultimi 30 anni c'è stata una ulteriore rapida accelerazione nello scioglimento, di concerto con l'aumento delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti alla base della crisi climatica. Non a caso al giorno d'oggi, assieme ad altri corpi ghiacciati siti in quella che gli scienziati chiamano insenatura del Mare di Amundsen, il ghiacciaio dell'Apocalisse è responsabile dell'8 percento del tasso di innalzamento del mare, pari a 4,6 millimetri. L'impatto futuro potrebbe essere assai più drammatico.

I glaciologi statunitensi e britannici hanno iniziato a studiare approfonditamente le dinamiche di scioglimento del Thwaites a partire dal 2018, dopo aver fondato l'International Thwaites Glacier Collaboration (ITGC) guidata dagli esperti del British Antarctic Survey (BAS). A settembre 2024 si sono radunati a Cambridge per analizzare le ultime ricerche condotte sul ghiacciaio, dai cui risultati sta emergendo uno scenario sempre più fosco e preoccupante. Si ritiene infatti che il ghiacciaio dell'Apocalisse e larga parte della calotta glaciale dell'Antartide occidentale possano sparire entro il 23esimo secolo, cioè nel giro di 200 anni. Le conseguenze sarebbero catastrofiche. Se il solo Thwaites dovesse sparire, l'innalzamento del mare sarebbe di 65 centimetri, sufficienti a inondare e provocare enormi problemi alle coste di larga parte delle terre emerse. Immaginate un mare più alto di 65 cm che effetti potrebbe avere su Venezia, New York e Rotterdam, giusto per citare alcune delle città più espose al rischio, o su intere nazioni come le Maldive e quelle delle regioni costiere del Sud Est asiatico.

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Il problema più grande risiede nel fatto che il Thwaites è intimamente connesso con la calotta glaciale dell'antartico occidentale; la sua perdita, secondo gli esperti, innescherebbe un effetto a catena catastrofico sugli altri ghiacciai, portando a un innalzamento del livello del mare di ben 3,3 metri. Ciò sarebbe sufficiente a cancellare dalle cartine geografiche aree vastissime, innescando migrazioni di massa senza precedenti e possibili guerre globali per territori e risorse. Un quadro apocalittico, che ben si sposa col nome scelto per il ghiacciaio. Secondo una recente indagine un impatto devastante potrebbe manifestarsi già nel giro di una ventina d'anni.

Negli ultimi anni gli studiosi, analizzando il Thwaites con piccoli sommergibili come l'Icefin e via aerea, hanno determinato che l'acqua marina calda penetra in profondità nel ghiacciaio dal basso, attraverso reti di tunnel e crepe che si incanalano all'interno fino a 10 chilometri. Ciò catalizza il riscaldamento del ghiaccio e lo scioglimento già sostenuto per le temperature anomale. A rendere il tutto più complicato il fatto che il ghiacciaio poggia su un terreno inclinato, favorendo il tasso di fusione ed esponendo al processo anche la calotta retrostante che avanza.

In volo sul ghiacciaio dell'Apocalisse. Credit: Carl Robinson, BAS
In volo sul ghiacciaio dell'Apocalisse. Credit: Carl Robinson, BAS

“Il Thwaites si sta ritirando da oltre 80 anni, accelerando notevolmente negli ultimi 30 anni, e le nostre scoperte indicano che è destinato a ritirarsi ulteriormente e più velocemente”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Rob Larter, che coordina l'ITGC presso il BAS. “C'è un consenso sul fatto che il ritiro del ghiacciaio Thwaites accelererà entro il prossimo secolo. Tuttavia, c'è anche preoccupazione che ulteriori processi rivelati da studi recenti, che non sono ancora stati studiati abbastanza bene da essere incorporati in modelli su larga scala, potrebbero causare un'accelerazione del ritiro anticipata”, ha chiosato l'esperto. Gli scienziati sono consapevoli che c'è ancora molto lavoro da fare per capire esattamente come evolverà la situazione; ciò che è certo è che il ghiacciaio dell'Apocalisse resta una delle minacce più significative per l'intera umanità, pur trovandosi in un luogo così remoto.

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