Perché l’Equinozio di Primavera non è più il 21 marzo come sapevamo tutti: la risposta risale al 1582

Oggi, 20 marzo, è l'Equinozio di Primavera, ovvero il momento che segna la fine dell'inverno e l'inizio della primavera astronomici. Qui abbiamo spiegato perché si chiama "equinozio" e cosa avviene in questo giorno. A molti la data può sembrare insolita, perché per anni siamo stati abituati a pensare che ‘Equinozio di Primavera fosse il 21 marzo. Eppure dobbiamo farci l'abitudine perché questa data appartiene ormai al passato (almeno per chi vivrà nel ventunesimo secolo).
Per capire perché l'Equinozio di Primavera non si verifica più il 21 marzo, bisogna sapere che in realtà questo evento non ha una data fissa, ma può variare tra il 19 e il 21 marzo. Non solo, dal 2000 in Italia questo evento è stato il 21 marzo solo due volte, nel 2003 e nel 2007, e non si verificherà mai più in questa data in tutto il ventunesimo secolo. Il prossimo Equinozio di Primavera che cadrà il 21 marzo sarà infatti nel 2102. Ma a cosa si deve questa "novità"? Le ragioni risiedono in realtà nell'organizzazione stessa del nostro calendario.
Perché l'Equinozio di Primavera non è il 21 marzo
Le origini di questa apparente contraddizione risalgono addirittura al 1582, quando è stato adottato il calendario gregoriano. Quest'ultimo infatti ha stabilito che l'anno duri 365 anni, più o meno quanto l'anno solare con alcune anomalie. È in quel "più o meno" che va ricercata la risposta al perché l'Equinozio di Primavera ha una data variabile.
L'anno solare infatti, ovvero il tempo che impiega la Terra a compiere un giro completo attorno al Sole (moto di rivoluzione), dura esattamente 365,2422 giorni (all'incirca 365 giorni e 6 ore), un po' di più rispetto al nostro calendario. Per correggere questa differenza, il calendario giuliano – quello introdotto da Giulio Cesare – inventò gli anni bisestili. Ovvero è stato stabilito che ogni quattro anni, il mese di febbraio duri un giorno di più (29 giorni), in modo da recuperare le circa 24 ore di differenza accumulate rispetto all'anno solare (sei ore per quattro anni).
Il motivo nel calendario gregoriano
Tuttavia anche in questo modo – spiega il National Geographic Italia – i conti non tornavano perfettamente, dato che "il quarto di giorno che l'anno bisestile aggiunge ogni anno è un po' più lungo del giorno rimanente dell'anno solare di 0,242". In questo modo infatti, l'anno civile risulta comunque 11 minuti più lungo rispetto all'anno solare. Ecco perché per correggere questa anomalia è stata introdotta una soluzione che in pochi conoscono perché capita davvero raramente: saltare gli anni bisestili divisibili per 100 (come il 1700, il 1800, il 1900 e il 2100), almeno che non siano divisibili anche per 400. Quest'ultima rarissima circostanza si è verificata nel 2000, che quindi è stato un anno bisestile.
In sostanza, questa discrepanza temporale, per quanto minima, ta anno solare e anno gregoriano, causa un progressivo slittamento della data di equinozi e solstizi, motivo per cui l'Equinozio di Primavera non si verificherà più il 21 marzo fino alla fine del secolo. Potrà invece capitare il 19 marzo, ma la prima volta che succederà è ancora molto lontana: sarà nel 2044.