Perché l’eclissi solare dell’8 aprile è un’occasione imperdibile per gli scienziati
L'eclissi totale di Sole dell'8 aprile è l'evento astronomico più atteso del 2024, soprattutto negli USA, dove da una dozzina di Stati sarà visibile la fase più spettacolare. Il completo oscuramento del disco solare – della durata di oltre 4 minuti – spingerà milioni di persone a puntare gli occhi al cielo, ma durante il fenomeno saranno all'opera anche migliaia di scienziati. Le eclissi di Sole, infatti, rappresentano un momento imperdibile per studiare approfonditamente la corona solare, il campo magnetico della stella e gli effetti del meteo solare sulla nostra atmosfera. Sono numerosissimi gli esperimenti che prenderanno il via nel pomeriggio di oggi, con l'obiettivo di raccogliere quanti più dati possibili. A rendere ancora più interessante il fenomeno per gli esperti, inoltre, vi è il fatto che l'eclissi si verifica in concomitanza col massimo dell'attività magnetica del Sole; ci sono infatti buone probabilità che durante l'eclissi possa verificarsi un'espulsione di massa coronale (CME) ed eventi affini, in grado di rendere ancor più spettacolare l'osservazione.
Di norma per studiare la corona solare vengono impiegati i coronografi equipaggiati sui veicoli spaziali, come i LASCO sul telescopio spaziale Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) di NASA ed ESA. Durante le eclissi è possibile eseguire dalla superficie terrestre misurazioni analoghe senza l'ausilio di strumenti così costosi. Ad esempio gli scienziati della Aberystwyth University utilizzeranno un polarimetro e uno spettrometro speciali (chiamati CIP e CHILS) proprio per indagare su alcune proprietà della corona solare, del vento solare e del campo magnetico del Sole, oltre che analizzarne la composizione. Tra gli esperimenti più spettacolari vi sarà sicuramente la missione degli aerei WB-57 della NASA, che decollano da Ellington Field, una base non distante dal Johnson Space Center (JSC) di Houston. Operativi sin dagli anni '70, questi velivoli hanno già volato durante le eclissi degli anni passati, come quella del 2017. Possono salire fino a 15.000 metri (50.000 piedi) ben al di sopra delle nuvole, permettendo di raccogliere dati più puliti (meno “sporcati” dalla bassa atmosfera) e per un periodo più lungo, dato che inseguendo l'eclissi sono esposti alla totalità per più tempo rispetto a un osservatore fermo sulla Terra (fino a 6,5 minuti).
Tra gli strumenti di ultima generazione installati sui tre WB-57 della NASA figurano nuove telecamere e spettrometri. “È un grande miglioramento perché stiamo facendo volare nuovi strumenti che forniscono informazioni migliori. Il fatto che sia il massimo solare ci darà molte più cose da guardare”, ha dichiarato a sciencenews.org il fisico Amir Caspi Southwest Research Institute in Boulder. Le immagini raccolte in alta quota saranno così definite che si pensa possa essere possibile identificare persino nuovi asteroidi in orbita attorno a Mercurio, il pianeta più vicino (e veloce) in orbita attorno al Sole, quindi molto più difficile da studiare. Le eclissi rappresentano un momento fantastico anche per indagare sul “proiettile” del Sistema solare.
Per superare l'ostacolo di potenziali nuvole e raccogliere dati migliori di quelli possibili dalla superficie terrestre, l'astronomo Shadia Habbal dell'Università delle Hawaii farà volare uno spettrometro di ultima generazione a 4 chilometri di quota. Sarà installato a bordo di un aquilone di 6,5 metri che prenderà il volo da una cittadina del Texas, uno degli Stati dove sarà possibile ammirare la totalità dell'eclissi. Da Wallops Island (Virginia) decolleranno invece diversi piccoli razzi con strumentazione per studiare la ionosfera, in “collaborazione” con tre radar della rete Super Dual Auroral Radar. Durante le eclissi solari, infatti, la radiazione solare scompare temporaneamente e l'atmosfera terrestre diventa meno densa e ionizzata, come accade di notte. Poiché la ionosfera influenza la trasmissione dei segnali radio e dei satelliti GPS, capire cosa succede esattamente durante questo fenomeno può aiutare gli scienziati a comprendere meglio come il plasma – l'insieme di particelle cariche elettricamente – dà vita alla ionosfera e influenza le trasmissione dei suddetti segnali.
Mentre il disco lunare transiterà innanzi al Sole un radiotelescopio sito in California proverà addirittura a misurare le emissioni delle singole macchie solari presenti sulla fotosfera, le regioni più scure e fredde del Sole caratterizzate da un'intensa attività magnetica. Saranno lanciati anche centinaia di palloni meteorologici e altri velivoli con strumenti dedicati prenderanno il volo. Questi sono solo alcuni degli esempi di esperimenti che verranno condotti dagli scienziati durante l'eclissi dell'8 aprile, durante la quale tutti i cittadini sono invitati a scattare foto e condividerle con gli enti di ricerca. Gli esperti invitano anche a registrare i richiami emessi dagli animali durante l'evento (per capire come cambia il comportamento) e a catturare i cambiamenti delle nuvole con un'applicazione apposita, chiamata app GLOBE Observer. L'ombra della Luna infatti può alterarle a causa della variazione di temperatura, facendole addirittura svanire.