Perché le zanzare sono così pericolose e quali lo sono di più
Con l’arrivo del caldo, le zanzare sono un problema non solo perché fastidiose ma soprattutto perché sono vettori di pericolose malattie infettive, come chikungunya, Dengue e Febbre del West Nile, che possono dare origine a quadri clinici particolarmente gravi. Da tempo, diversi team di ricerca sono al lavoro per trovare una soluzione alla diffusione delle zanzare che, non a caso, sono l’animale che fa più vittime ogni anno, con circa 830mila morti imputabili a questi insetti rispetto agli “appena” sei morti degli insidiosi squali.
Quali sono le zanzare più pericolose
In Italia sono presenti circa 65 specie di zanzare e, in Europa, siamo il Paese con più specie di zanzare conosciute, un primato preoccupante, soprattutto per l’impatto che questi insetti hanno sulla salute pubblica. Nel corso degli anni si sono verificati diversi focolai di alcune malattie di cui le zanzare sono vettore, in particolar modo durante l’estate e in aree dove alcune delle specie più temute sono endemiche.
Le zanzare più pericolose, che possono essere presenti anche in Italia, sono le Culex Pipiens, le zanzare Anopheles, le zanzare Aedes (a cui appartiene A. albopictus, la zanzara tigre asiatica, e Aedes aegypti. Queste zanzare possono trasportare patogeni (virus, protozoi, etc) che sono pericolosi per l’essere umano, tra cui il virus della Febbre Gialla, trasportato principalmente dalla zanzara tigre, della Dengue, trasportata da Aedes aegypti e dalla zanzara tigre, il virus di Zika, trasportato sempre dalla zanzara tigre, il virus del West Nile, trasportato dalle zanzare del genere Culex, altre forme virali che possono causare diversi tipi di encefalite, oltre a malaria (Anopheles) e Chikungunya.
I metodi di controllo genetico delle zanzare
Per ridurre il problema delle zanzare portatrici di queste pericolose malattie, alcuni ricercatori stanno provando a rilasciare nell’ambiente zanzare ingegnerizzate, per testare nel mondo reale un metodo per limitare la diffusione di determinate specie. In pratica, per ridurre una specifica popolazione selvatica di zanzare, un team di ricerca ha modificato geneticamente i maschi di zanzara Aedes aegypti affinché nel loro DNA abbiano un gene che è letale per la progenie femminile, in modo da eliminare la popolazione selvatica di zanzare potenzialmente portatrici del virus. Una volta rilasciati nell’ambiente, questi insetti dovrebbero accoppiarsi con le femmine selvatiche e trasferire il gene letale alla progenie femminile. Riducendo così il numero di femmine, la popolazione di zanzare dovrebbe diminuire.
Un’altra tecnica per il controllo delle popolazioni dannose è quella dell’insetto sterile, che si basa sul rilascio di maschi resi sterili mediante radiazioni. Tali insetti possono competere per l’accoppiamento con la loro controparte selvatica, portando un potenziale danno riproduttivo alla specie. Questa tecnica è stata utilizzata contro la zanzara tigre a Zanzibar, in Libia, nel Nord-Centro America (California, Florida, Messico e Cile) e anche in Italia, sull’isola di Procida, dove è in corso un progetto di ricerca e lotta alla zanzara tigre, con l’obiettivo di sopprimere la popolazione infestante di Aedes albopictus. Ad oggi, questa zanzara non è stata ancora era eradicata in nessuna area invasa, tuttavia gli studiosi ritengono che Procida, per le peculiarità dell’isola (ridotte dimensioni e alta densità abitativa) possa diventare il primo luogo al mondo ad essere “liberato” dalle zanzare tigre.
Importata nel mondo occidentale dall’Asia, probabilmente con il commercio di pneumatici, la zanzara tigre Aedes albopictus si è diffusa abbondantemente negli Stati Uniti e anche in Europa, diventando un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. L’aspetto caratteristico di questa specie rende questa zanzara ben riconoscibile, grazie al corpo nero a bande trasversali bianche, presenti su zampe e sull’addome. Aedes albopictus si distingue dalle altre specie per le abitudini diurne e il ciclo di vita. La zanzara tigre depone in contenitori di vario tipo, in zone poco luminose, uova che sono in grado di superare inverni freddi e anche rigidi. Il ciclo riprende quando la temperatura si aggira sui 10 °C e questi ambienti si riempiono d’acqua. Una volta che le uova si schiudono, hanno origine le larve e poi le zanzare che colonizzano le zone circostanti.