Perché le mascherine FFP2 sono molto più protettive delle altre
Una delle misure chiave stabilite nella cabina di regia del 23 dicembre per combattere la pandemia di COVID-19 risiede nell'obbligo di indossare le mascherine FFP2 in determinati luoghi e attività, come cinema, teatri, eventi sportivi e nel trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, dunque metro, autobus, treni, aerei e navi. La necessità di introdurre un simile provvedimento, assieme a quello di usare le mascherine all'aperto su tutto il territorio nazionale (in questo caso sono consentite la chirurgica e quelle di comunità), è legato alla preoccupante circolazione della variante Omicron (B.1.1.529) del coronavirus SARS-CoV-2. Questo ceppo, identificato in Sudafrica alla fine di novembre, a causa delle molteplici mutazioni sulla proteina S o Spike è caratterizzato da una notevole trasmissibilità e dalla capacità di eludere – almeno in parte – le difese immunitarie, sia quelle indotte da una precedente infezione naturale che quelle innescate dal vaccino. Fortunatamente sembra provocare generalmente sintomi più lievi e determinare un rischio di ricovero inferiore rispetto alla variante Delta, tuttavia a causa dell'estrema contagiosità può comunque mandare al collasso i sistemi sanitari. Da qui la decisione di obbligare l'uso delle mascherine FFP2 nei luoghi dov'è maggiore il rischio di contagio. Sono infatti notoriamente molto più efficaci nel filtrare virus e batteri presenti nell'aria rispetto alle chirurgiche e alle mascherine di comunità.
Il recente studio “An upper bound on one-to-one exposure to infectious human respiratory particles” guidato da scienziati tedeschi del Max Planck Institute e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS ha determinato che, se non si è vaccinati e non si indossa una mascherina, parlando con un positivo (anch'egli senza mascherina) a 3 metri di distanza bastano meno di 5 minuti per infettarsi. Le probabilità di contagio in queste condizioni sono prossime al 100 percento, evidenziando l'estrema trasmissibilità del coronavirus SARS-CoV-2. Tale rischio viene abbattuto se ovviamente si indossano le mascherine, in particolar modo proprio le FFP2 (acronimo di filtering face piece particles, ovvero facciale filtrante delle particelle), che hanno un elevatissimo grado di protezione sia per chi le indossa che per gli altri, come specificato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nello studio tedesco coordinato dal professor Eberhard Bodenschatz è stato dimostrato che, nelle medesime circostanze di cui sopra ma con entrambi i conversanti protetti da una mascherina FFP2 ben aderente al viso, il rischio che il negativo venga infettato dal positivo viene abbattuto dell'1 per mille dopo 20 minuti, anche a una distanza più breve. Dopo un'ora di conversazione e a 1,5 metri di distanza, è stato calcolato che il rischio di contagio sale al massimo fino allo 0,4 percento indossando entrambi l'FFP2. Ciò rende bene l'idea di quanto sono efficaci queste mascherine, caratterizzate da un potere filtrante 75 volte superiore rispetto a quello delle mascherine chirurgiche. Basti pensare che se nella simulazione entrambi gli interlocutori avessero indossato mascherine chirurgiche ben aderenti e non le FFP2, il rischio di contagio sarebbe balzato al 10 percento entro 20 minuti, secondo i calcoli degli esperti.
Questi dati sono più che sufficienti a capire come mai il governo italiano ha deciso di introdurre l'obbligo delle FFP2 in luoghi particolarmente a rischio come i cinema e i mezzi di trasporto, dove le persone permangono per lungo tempo, il ricambio d'aria è limitato e la distanza di sicurezza di 1,5/2 metri può non essere sufficiente a proteggere dal contagio, come rilevato dallo studio tedesco. In precedenza l'infettivologo Daniel Camus dell’Istituto Pasteur di Lille (Francia) aveva sottolineato l'importanza strategica delle mascherine FFP2 nel contrasto alle varianti del coronavirus: “Poiché la variante si trasmette più facilmente – aveva dichiarato l'esperto al Guardian – è logico utilizzare mascherine con una più alta capacità di filtraggio. Non stiamo mettendo in dubbio le mascherine utilizzate fino ad ora, ma poiché non abbiamo nuove armi contro i nuovi ceppi, l’unica cosa che possiamo fare è migliorare le armi che abbiamo già”.
Le mascherine FFP2 hanno del resto una capacità filtrante di almeno il 94 percento delle particelle presenti nell’aria – come può essere un aerosol con coronavirus SARS-CoV-2 – sia in entrata che in uscita; ciò le rende significativamente più protettive rispetto alle mascherine chirurgiche. Vengono definite tali tutte quelle che rispettano la norma UNI EN 14683:2019 + AC:2019, con una capacità filtrante verso l’esterno del 95 percento ma solo del 20 percento verso chi la indossa. In pratica, le chirurgiche proteggono gli altri, le FFP2 tutti, anche chi le indossa. Le mascherine più protettive in assoluto sono le FFP3, ma sono destinate al solo personale sanitario, mentre le FFP2,come sottolineato dall'ISS, sono strettamente consigliate "per chiunque si trovi in una situazione ad alto rischio, che può essere rappresentata, per esempio, da spazi chiusi e affollati con poco ricambio d'aria".
Come capire se le mascherine FFP2 sono certificate
Naturalmente si consiglia sempre di acquistare le mascherine da attività affidabili come le farmacie. Il rischio di imbattersi in prodotti non a norma è presente soprattutto su internet. Le mascherine FFP2 autorizzate devono riportare sia il nome del produttore che il marchio CE, inoltre deve essere presente un codice di quattro cifre associato al marchio, che è legato all'ente che ha certificato il filtratore facciale in questione. Per verificare se tale ente esiste realmente c'è un database dell'UE chiamato "NANDO" in cui è possibile inserire il suddetto codice.