Perché le fragole che compri al supermercato non sono vera frutta
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Quando ci rechiamo al supermercato o dal fruttivendolo a comprare le fragole siamo convinti di portare a casa della deliziosa frutta. In realtà le saporite e carnose fragole sono tutto tranne che vera frutta. Perlomeno dal punto di vista botanico, scientifico, che poi è quello cui dovremmo fare riferimento quando si parla di organismi viventi (o parti di essi). Del resto, se raggeliamo nel sentir chiamare “polipo” il mollusco cefalopode polpo – che ha otto braccia, non tentacoli -, perché dovremmo accettare che falsi frutti come fragole e mele (sì, anche le mele) vengano definiti frutta? Certo, per comodità commerciale e semplicità, nel linguaggio comune tendiamo a classificare e raggruppare gli alimenti in macrocategorie, ma il termine frutto ha un significato scientifico estremamente preciso che vale la pena di conoscere. Dunque, perché le fragole non sono vera frutta?
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Cosa sono i veri frutti
La ragione è stata ben spiegata dalla dottoressa Samanthi Udayangani, specialista in Scienze delle Piante con un master in Microbiologia molecolare e un dottorato di ricerca in Microbiologia applicata. La scienziata ha scritto l'articolo ad hoc “Difference Between False Fruit and True Fruit” (Differenza tra Falsi Frutti e Veri Frutti) corredato anche da una chiara infografica. In Botanica vengono definiti veri frutti quelli che si formano dalla parete di un elemento del fiore chiamata ovario, che a sua volta gioca un ruolo fondamentale nella riproduzione delle piante angiosperme. L'ovario si trova alla base del pistillo e contiene gli ovuli, che una volta fecondati dal polline si trasformano i semi (il polline penetra dalla parte apicale del pistillo chiamata stimma).
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Dopo la fecondazione la parete dell'ovario si accresce in un frutto carnoso o secco per proteggere e nutrire i semi, oltre a consentirne la dispersione nell'ambiente, ad esempio tramite gli escrementi degli animali che si cibano dei frutti. Tra i veri frutti troviamo pesche, albicocche, ciliegie, mango, anguria (o cocomero) e tanti alimenti che normalmente chiamiamo verdure e ortaggi, come pomodori, cetrioli, zucchine, peperoni e melanzane. Nei veri frutti il processo della fecondazione è fondamentale.
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Cosa sono i falsi frutti
Ora, compresi quali sono i veri frutti, cosa sono i falsi frutti come le fragole? In parole molto semplici, sono parti carnose che non derivano dall'ovario, bensì da altre parti del fiore, come perianzio, calice, peduncolo e ricettacolo (di fatto tutte foglie modificate). La fecondazione non è coinvolta nel processo. La dottoressa Udayangani fa l'esempio della mela, in cui il vero frutto è il torsolo – paradossalmente proprio quello che non mangiamo – mentre la parte edibile è il ricettacolo espanso che diventa carnoso e succoso, la parte che noi chiamiamo pomo. Poiché non sono coinvolti ovario e fecondazione, la mela è un falso frutto. Lo stesso discorso vale per le pere.
Per le sopracitate fragole la situazione è ancora più affascinante; si tratta infatti di un'infiorescenza (un raggruppamento di piccoli fiori) i cui veri frutti non sono la parte rossa e polposa, anch'essa derivata dal ricettacolo espanso, ma i semini gialli e duri – gli acheni – che costellano la superficie della fragola. Le more, d'altro canto, sono infruttescenze in cui le singole drupe derivano dall'unione della corolla e del calice del fiore, dunque sono anch'esse falsi frutti, non coinvolgendo l'ovario.
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Riassumendo, le differenze tra veri e falsi frutti sono legate al coinvolgimento di una specifica parte del fiore delle piante angiosperme, l'ovario, dalla cui parete a seguito della fecondazione origina la sola vera frutta. Quando sono coinvolte altre parti del fiore e la fecondazione non c'entra si parla di falsi frutti. I veri frutti possono inoltre avere la “buccia” coriacea e indurita come nell'anguria, un nocciolo centrale (ciliegie) e grandi semi (mango). In genere sia falsi che veri frutti sono commestibili, crudi o cotti, ma non tutti. Il melograno, un falso frutto, ha ad esempio una buccia non edibile, così come i frutti del tasso (veri frutti) che risultano velenosi.