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Perché l’autismo non giustifica il saluto romano di Musk, la psichiatra: “Non usatelo come scusa”

Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, in un post su X spiega le motivazioni del presunto saluto romano del fondatore di SpaceX e Tesla ha fatto riferimento al suo autismo, negando ogni collegamento al nazismo. Tuttavia, questo uso dell’autismo come giustificazione rischia di alimentare la confusione e gli stereotipi sulle neurodivergenze.
Intervista a Tiziana Corteccioni
Psichiatra e psicoterapeuta
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Il nuovo mandato da presidente degli Stati Uniti di Donald Trump è iniziato nel segno delle polemiche, ma paradossalmente il protagonista non è lui: durante la festa per la cerimonia di insediamento la scena è stata rubata da Elon Musk, quando durante il suo discorso si è rivolto alla platea con un gesto che a molti è sembrato inequivocabile: mano sul cuore e braccio teso per due volte nel giro di qualche minuto. L'associazione era prevedibile: il fondatore di SpaceX e Tesla ha fatto il saluto romano.

In tanti lo hanno pensato, diversi esponenti dei principali partiti di sinistra del mondo lo hanno apertamente detto (anche anche all'interno del Pd), alcuni, come i ministri spagnoli del partito Sumar si sono cancellati da X, il social di Musk, in segno di protesta. Da parte sua Musk ha negato ogni legame tra il suo gesto e il nazismo e a chi lo ha accusato ha detto di usare "trucchetti migliori". E Poi: "L'attacco "chiunque è Hitler" è così sfiancante".

La giustificazione dell'autismo

Ad alimentare la polemica poi si è aggiunto il post di Andrea Stroppa, il referente in Italia per Musk, che su X ha scritto: "Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, che ha l'autismo, che esprime i suoi sentimenti dicendo: "Voglio darti il mio cuore", ed è esattamente ciò che ha comunicato al microfono. A Elon non piacciono gli estremisti".

In realtà, non è la prima volta che si parla del presunto autismo di Musk, lui stesso ha dichiarato di avere la sindrome di Asperger (una neurodivergenza che rientra nello spettro autistico). Il punto non è ovviamente questo e nessuno, se non i medici personali di Musk, possono confermarlo o meno. La questione – come hanno fatto notare molti utenti sotto al post di Stroppa – è un'altra: usare l'autismo come possibile motivazione di quel gesto.

Cosa significa neurodivergenza

"C’è una grande confusione sullo spettro autistico, a partire da cos’è", ha spiegato a Fanpage.it Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta. "Non è una patologia, come molti la considerano ma una condizione, in termini più precisi una neurodivergenza".

Il termine neurodivergenza non indica infatti un disturbo ma un profilo neurologico diverso da quello considerato tipico. In sostanza, nelle persone neurodivergenti il sistema neurologico si è sviluppato con qualche differenza rispetto a quella che è considerata la norma perché caratterizzante la maggior parte delle persone in termini puramente statistici.

Tuttavia, la mancanza di un'adeguata conoscenza su questa condizione spesso pesa sulla vita delle persone con disturbi dello spettro autistico. "A fronte di questa premessa credo – ha aggiunto l'esperta – che spiegare qualsiasi gesto che appaia atipico come frutto di una neurodivergenza è sbagliato in quanto significa utilizzare l’autismo per giustificare la persona che ha messo in atto quel determinato comportamento, mentre a chiunque può capitare di fare un gesto involontario o senza pensare, non è una specifica delle persone con neurodivergenze".

Perché è dispregiativo per chi ha l'autismo

Le false credenze sull'autismo sono molte: "Da un punto di vista più strettamente clinico va spiegato che lo spettro dell'autismo non determina gesti ideologici o politici, ma al contrario può causare una compromissione nella comunicazione e interazione sociale e portare a gesti ripetitivi e interessi ristretti. Ma attenzione: spesso anche su questo aspetto c’è confusione. C’è la falsa convinzione che le persone con autismo non socializzino, non è così, semplicemente possono avere una socializzazione atipica".

Sulla questione specifica del gesto di Musk spiega Corteccioni: "Chiaramente non possiamo sapere se il gesto di Musk sia stato o meno consapevole, né quali siano state le motivazioni, se abbia influito o meno il carico emotivo di un evento così importante. Ma credo che, in ogni caso, attribuire qualsiasi comportamento fuori dalla norma all’autismo sia dispregiativo verso le persone con questa condizione".

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