Perché la variante XBB Gryphon rischia di far ripiombare il mondo nell’emergenza Covid
La pandemia di COVID-19, iniziata quasi tre anni fa, è tutt'altro che finita e la drammatica situazione in Cina rischia di riportare il mondo intero ai momenti più bui vissuti nel 2020, con ospedali sovraffollati e la potenziale necessità di arginare la diffusione virale con misure draconiane (leggete lockdown). La ragione è semplice: da quando Pechino ha allentato le restrizioni anti Covid, nel Paese asiatico c'è stato un vero e proprio boom di contagi, che in base alle stime riportate dalla BBC – che cita i dati della società di analisi britannica Airinfinity – dovrebbero aggirarsi attorno a 1 milione al giorno, con circa 5mila decessi ogni 24 ore. Dati che stridono enormemente con quelli ufficiali rilasciati dal Dragone, che indicano soli 5mila contagi e 7 morti in una settimana.
La situazione cinese è talmente delicata che i modelli matematici di Airinfinity prevedono picchi mostruosi alla metà di gennaio e all'inizio di marzo 2023, rispettivamente con 3,7 e 4,2 milioni di casi al giorno. Numeri impressionanti che potrebbero determinare oltre 1 milione di morti a causa dell'ondata in corso. Una tale circolazione virale rappresenta motivo di seria preoccupazione per esperti e istituzioni sanitarie (Organizzazione Mondiale della Sanità compresa), poiché più il virus si diffonde nella popolazione maggiori sono le probabilità che possa dar vita a nuove varianti, sempre più elusive e trasmissibili. È un ciclo che conosciamo bene e che si è ripetuto più e più volte dalla fine del 2019, da quando si registrarono i primi casi di Covid a Wuhan. Ma gli esperti hanno già un ceppo del virus nel mirino, considerato l'attuale motore dei casi in significativo aumento in Cina: la sottovariante ricombinante XBB Gryphon, soprannominata nelle scorse settimane "la più elusiva della pandemia".
Individuata per la prima volta il 13 agosto del 2022, XBB Gryphon è originata dalla ricombinazione – cioè dalla condivisione di materiale genetico – delle due sottovarianti BA.2.10.1 e BA.2.75 di Omicron 2, conosciuta come “Omicron invisibile” a causa delle sue capacità elusive. In parole semplici, un paziente è stato coinfettato contemporaneamente dai due suddetti lignaggi che nel processo di replicazione si sono uniti, dando vita a XBB Gryphon. Come indicato nel documento costantemente aggiornato “Tracking SARS-CoV-2 variants”, l'OMS specifica che Gryphon presenta il profilo genetico di Omicron 2 (BA.2) con molteplici mutazioni sulla proteina S o Spike, il gancio biologico che il coronavirus SARS-CoV-2 sfrutta per legarsi al recettore ACE2 delle cellule umane, invaderle e avviare il processo di replicazione, che dà vita all'infezione (la COVID-19). L'elenco delle mutazioni è il seguente: V83A, Y144, H146Q, Q183E, V213E, G252V, G339H, R346T, L368I, V445P, G446S, N460K, F486S, F490S.
Una delle mutazioni maggiormente attenzionate dagli scienziati è F486, la quale agevolerebbe il virus a eludere gli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti da una precedente infezione naturale che quelli innescati dal vaccino anti Covid, catalizzando così il rischio di reinfezioni e infezioni rivoluzionarie (quelle in grado di “bucare” i vaccini, che restano comunque estremamente protettivi contro la malattia grave). XBB Gryphon è inoltre caratterizzata da quattro mutazioni sulla nucleoproteina N che fa da “scudo” al genoma virale e da altre cinque legate all'enzima che favorisce la replicazione nelle cellule ospiti. Queste caratteristiche sarebbero alla base dell'estrema elusività e trasmissibilità. Fortunatamente il vaccino anti Covid – e in particolar modo la formulazione del booster aggiornato contro Omicron – garantiscono una certa protezione, come spiegato alla MSNBC dal professor Peter Hortez del Texas Children's Hospital.
XBB Gryphon attualmente è protagonista di una vera e propria rimonta ai danni di altre sottovarianti con cui è in competizione, con la possibilità di un sorpasso nel prossimo futuro. Al momento, secondo gli ultimi dati forniti dell'OMS, a livello globale XBB Gryphon e altre cinque sottovarianti stanno soppiantando la Omicron 5 (BA.5) originale dal suo “dominio” nell'ultima ondata. In sei rappresentano ben il 72,9 percento della prevalenza del virus rilevato nei tamponi. Al primo posto si trova BQ.1 o Cerberus, (42,5 percento); al secondo BA.5 con una o più di cinque mutazioni (S:R346X, S:K444X, S:V445X, S:N450D, S:N460X), al 13,4 percento; al terzo BA.2.75 o Centaurus al 9,8 percento; al quarto XBB Gryphon col 6,1 percento, in crescita; al quinto BA.4.6 all'1 percento e al sesto BA.2.30.2 allo 0,1 percento.
Come indicato, i dati sulla pandemia rilasciati da Pechino scarseggiano, ma secondo gli esperti l'attuale e significativa ondata di contagi nel Paese asiatico sarebbe legata proprio a XBB Gryphon, che in Cina è stata rilevata a ottobre. “Sta circolando un vero e proprio sciame di varianti, ma la XBB sta rapidamente sostituendo sottovarianti comuni, come BQ.1 e BQ.1.1”, ha dichiarato il professor Francesco Broccolo, docente di Virologia presso l'Università del Salento. Lasciata a “piede libero” e in grado di circolare tra milioni di persone, come suggeriscono le agghiaccianti stime di Airinfinity per le prossime settimane, XBB Gryphon potrebbe dar vita a ulteriori sottovarianti sempre più elusive e trasmissibili, in grado di scatenare una potenziale ondata di ricoveri in tutto il mondo. Non c'è da stupirsi che negli aeroporti (italiani compresi) si inizino a prendere misure preventive per arginare la diffusione di sottovarianti provenienti dalla Cina.
Rispetto a 3 anni fa abbiamo vaccini estremamente efficaci e booster aggiornati, ma il virus continua a circolare e mutare massivamente; probabilmente l'unico modo per arrestarne definitivamente la corsa è attraverso l'agognato vaccino universale pan-coronavirus, sul quale gli scienziati stanno lavorando alacremente da tempo.