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Perché la sabbia caduta in questi giorni è magnetica: la follia delle scie chimiche

Quando ci sono precipitazioni legate allo scirocco spesso le nostre auto si ricoprono di sabbia del Sahara, che da anni finisce al centro di video complottisti. Le proprietà magnetiche della polvere rossastra, infatti, secondo alcuni non sarebbero altro che la dimostrazione degli effetti delle scie chimiche. Ecco perché si tratta di un gigantesca bufala.
A cura di Andrea Centini
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Da anni – e ciclicamente – tornano virali sui social network i video sulla “sabbia magnetica” del deserto del Sahara, che dopo giornate di scirocco può cadere copiosa anche sull'Italia (come avvenuto in questi giorni). La linea narrativa è quasi sempre la medesima ed è intrisa di note complottiste. In genere in questi brevi filmati si vede una persona che, munita di un magnete, si avvicina alla sabbia depositata su un'automobile e inizia a mostrare come reagisce. “Lo vedete? Guardate, guardate che succede!”, sottolinea il detective della rete di turno, rivolgendosi al proprio pubblico.

I commenti che spesso accompagnano le immagini sono di frustrazione e rabbia, conditi da un tono rivelatorio; l'obiettivo di fondo, del resto, è quello di far “aprire gli occhi” ai follower, mostrando loro cosa ci stanno nascondendo i poteri forti. Sì perché secondo i complottisti la polvere che si deposita sulle nostre auto non sarebbe altro che il risultato delle famigerate scie chimiche, attraverso le quali gli aerei irrorerebbero l'atmosfera terrestre con metalli pesanti “e altre schifezze”, pronti a piombarci addosso alla prima occasione. In parole semplici, questi video – siano essi su Facebook, TikTok, Instagram o X (il compianto Twitter) – sarebbero la “prova” del fatto che qualcuno stia spruzzando deliberatamente composti chimici o biologici nel cielo. Con quale scopo? Secondo le teorie cospirazioniste per modificare il clima, o addirittura per controllare la popolazione mondiale (discorso che si riallaccia alle bufale sui vaccini contro la COVID-19, anch'essi spacciati per strumenti dei governi per sfoltire le persone).

La realtà, al netto del fiume di video disinformativi che inonda i social media (in Italia e altrove) dopo ogni precipitazione di sabbia del Sahara, non solo è chiara e cristallina, ma anche facilmente dimostrabile. Le particelle di questa polvere desertica sono rossastre semplicemente perché contengono minerali ferrosi come l'ematite, oltre che silicati e carbonati. Tra i principali meccanismi di formazione delle sabbie vi è proprio l'erosione delle rocce, che possono contenere elementi metallici. Come sanno anche i bambini, le calamite interagiscono con il ferro, dunque non c'è assolutamente nulla di sconvolgente nel vedere la sabbia del Sahara "muoversi" quando viene esposta all'effetto di un magnete.

“La polvere sahariana trasportata dal vento contiene un mix di particelle sollevate dalla superficie del suolo, che viene mescolata con l'inquinamento atmosferico di origine antropica mentre si sposta a nord-ovest verso l’Europa e il Regno Unito”, aveva affermato all'agenzia di stampa Reuters la professoressa Barbara Maher, direttrice del Centro per il Magnetismo e Paleomagnetismo ambientale dell'Università di Lancaster. “Il caratteristico colore rosso della polvere sahariana riflette la presenza di piccole quantità di ematite, un minerale debolmente magnetico”, aveva aggiunto la scienziata britannica. “La polvere può contenere anche minerali più fortemente magnetici, magnetite e maghemite”, le aveva fatto eco il professor Richard Harrison, che dirige il Dipartimento di Scienze della Terra presso l'Università di Cambridge. “La magnetite e la maghemite sono più magnetici ma meno abbondanti”, aveva chiosato l'esperto, sottolineando che le proprietà magnetiche della polvere eolica – cioè quella trasportata dal vento, come quella del Sahara – sono state ben documentate nelle riviste scientifiche.

L'articolo “Source-to-sink magnetic properties of NE Saharan dust in Eastern Mediterranean marine sediments: review and paleoenvironmental implications” pubblicato su Geomagnetism and Paleomagnetism da scienziati dell'Istituto Geologico e Minerario della Spagna, ad esempio, sottolinea che i composti magnetici presenti nella sabbia del Sahara sono molto abbandonati nel Mediterraneo e diffusi da moltissimo tempo. “La nostra sintesi indica che l'ematite pedogenica, formatasi durante i periodi passati più umidi del Sahara Verde (SPG), è il minerale magnetico più comune nei sedimenti marini del Mediterraneo orientale come risultato del suo trasporto eolico, insieme a quantità minori di ematite litogenica, dal Sahara nord-orientale”, hanno spiegato il professor Juan C. Larrasoana e colleghi.

Insomma, i video in cui viene mostrato come la sabbia del Sahara reagisce alle calamite sono solo la dimostrazione della sua composizione chimica, che è ampiamente documentata e caratterizzata dalla presenza di minerali ferrosi con proprietà magnetiche. Il resto è solo ridicola disinformazione.

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