Perché la morte di Papa Francesco non si poteva evitare, nemmeno in ospedale

La causa della morte di Papa Francesco è stata comunicata ufficialmente dalla Sala Stampa Vaticana nella sera del giorno in cui è scomparso, il 21 aprile: "Ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile". Nello stesso certificato, il direttore della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, il professor Andrea Arcangeli, riassume le patologie da cui era affetto il pontefice. Tra queste vengono indicate anche il "pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica" e la presenza di "bronchiectasie multiple". I problemi respiratori avevano infatti costretto il papa al lungo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, durato più di un mese, da 14 febbraio al 23 marzo 2025.
Nelle ore che hanno seguito la notizia del decesso di Bergoglio – i funerali ci saranno il 26 aprile – si sono rincorse più ipotesi sulle sue possibili cause, ma diversi esperti, come il professor Giorgio Sesti, docente di Medicina Interna dell'Università Sapienza di Roma, avevano già anticipato che molto probabilmente la morte di Papa Francesco fosse stata improvvisa "e non un aggravamento di condizioni pregresse".
La causa del decesso: cos'è l'ictus cerebri
Come abbiamo spiegato in questo articolo, l'ictus si manifesta quando si interrompe, o si riduce, l'afflusso di sangue al cervello, circostanza che causa la morte delle cellule cerebrali. Il blocco o riduzione dell'afflusso sanguigno può essere a sua volta dovuto all'ostruzione di un'arteria cerebrale (ischemia cerebrale) o – meno di frequente – alla rottura di un vaso sanguigno che porta il sangue al cervello (emorragia cerebrale).
Questo evento può determinare nella persona colpita danni cerebrali permanenti e nelle situazioni più gravi il decesso. Sebbene possa verificarsi anche nelle persone giovani, diventa progressivamente più frequente con l'avanzare dell'età. Il 75% degli ictus cerebrali – spiega Fondazione Humanitas – colpisce gli over 65. Inoltre, questa malattia rappresenta la prima causa di disabilità e la terza di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Oggi esistono delle possibilità di intervento per gli ictus ischemici, come la trombolisi o il trattamento endovascolare di rimozione del trombo ma – come spiega la Fondazione Auxologico – è necessario intervenire le promisi ore.
Tornando alla morte di Papa Francesco, dato che il decesso è avvenuto nella residenza di Santa Marta, e non in ospedale, c'è chi si è chiesto se qualcosa avrebbe potuto andare diversamente se il papa si fosse trovato ricoverato in una struttura sanitaria nel momento dell'ictus.
"Evento massivo in una persona fragilissima"
A questo quesito ha risposto, parlando a Repubblica, la professoressa Elena Bignami, presidente della Società italiana di anestesia e rianimazione (Siaarti), spiegando come l'ictus che ha colpito il pontefice è stato un evento molto grave, contro il quale probabilmente non sarebbe stato possibile fare nulla nemmeno se il pontefice fosse stato in ospedale al momento del malore: "Un problema neurologico devastante, che ha portato rapidamente al coma", spiega Bignami, che ha colpito una persona già "fragilissima, per le patologie respiratorie delle quali soffriva da tempo".
"Sarebbe stato impossibile salvarlo, perdiamo anziani nelle sue condizioni anche nelle nostre strutture proprio perché non si può fare niente contro un evento massivo", ha aggiunto Bignami. Il riferimento al quadro già molto compromesso del pontefice nei giorni precedenti al suo decesso è dovuto al fatto che – specifica l'esperta – che i suoi problemi pregressi, potrebbero averlo indebolito e "questa condizione può essere legata a una maggiore gravità degli effetti di un evento neurologico", pur specificando che "l’insufficienza respiratoria non provoca l’ictus, non ne è la causa diretta". Tuttavia, il pontefice – ricorda la professoressa – oltre ad avere un'età avanzata, soffriva di alcune condizioni, come il diabete e l'ipertensione, che sono noti fattori di rischio dell'ictus.