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Perché la Francia vuole vietare le sigarette elettroniche e quali sono i rischi per salute e ambiente

La misura fa parte di un nuovo piano di contrasto al fumo che includerà lo stop ai vaporizzatori usa e getta, più conosciuti come “puff”. Le ragioni del divieto sono di salute pubblica, legate alla diffusione di tali dispositivi tra i minori, ma anche ambientale.
A cura di Valeria Aiello
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La Francia è pronta vietare le sigarette elettroniche usa e getta, più conosciute come “puff”, diventate sempre più popolari tra i giovani, attratti dai tanti aromi fruttati e dai loro colori accattivanti. Il divieto fa parte di nuovo piano di contrasto nazionale al fumo elaborato dal governo e dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno. Diversi altri Paesi in Europa, tra cui Germania, Belgio, Olanda e Irlanda hanno già discusso o approvato misure simili e anche il Regno Unito potrebbe prendere in considerazione lo stop alla vendita dei vaporizzatori monouso.

Questi dispositivi, disponibili sia nei negozi di sigarette elettroniche sia nelle tabaccherie, costano all’incirca quanto un pacchetto di sigarette e generalmente hanno una capacità di 2 ml di liquido, con o senza nicotina, pari a 400 tiri (puff), equivalenti a circa 20 sigarette tradizionali. La loro vendita è vietata ai minori di 18 anni ma, secondo l’Alleanza contro il tabacco (ACT), il 13% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni ha provato almeno una volta le puff.

La Francia vieterà le sigarette elettroniche usa e getta: le ragioni della misura

Dello stop alle puff in Francia si era già parlato lo scorso maggio, quando l’ex Ministro della Salute François Braun, sostituito da Aurélien Rousseau nel rimpasto di luglio, che si era detto “favorevole” al divieto perché “portano una parte giovane della popolazione al fumo”. Negli ultimi giorni, la premier francese Elisabeth Borne ha annunciato che la misura sarà inserita nel nuovo e ampio programma nazionale antitabatto previsto per il periodo 2023-2028, precisando che le sigarette elettroniche usa e getta saranno “presto” vietate. Secondo gli attivisti, il divieto dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno.

Ritenute “una porta d’accesso al fumo per i giovani”, le puff sono considerate meno dannose delle sigarette perché il liquido al loro interno, che viene riscaldato e inalato, produce solo vapore e non fumo. Tuttavia, il problema di queste sigarette monouso risiede non solo nell’alto potenziale di dipendenza dalla nicotina ma anche in una serie di altri rischi per la salute, in quanto il vapore delle sigarette elettroniche è comunque dannoso.

A documentarlo è un crescente numero di studi, tra cui una recente ricerca della Keck School of Medicine dell’University of Southern California che ha scoperto che, oltre ai rischi derivanti dal consumo di nicotina, i vapori che vengono inalati contengono sostanze in grado di innescare risposte immunitarie che portano all’infiammazione, la quale svolge un ruolo critico nello sviluppo di varie patologie, come le malattie cardiovascolari e respiratorie, le malattie metaboliche e il cancro. Un’altra ampia indagine condotta negli Stati Uniti ha mostrato una maggiore probabilità di sviluppare prediabete, legata agli effetti dannosi dei vapori inspirati. A questi risultati si aggiungono le osservazioni circa la maggiore tendenza a espirare i vapori inalati attraverso il naso, il che espone non solo la gola ma anche i seni paranasali ai vapori, e un aumento del rischio di alterazioni dei vasi  sanguigni, della frequenza cardiaca e della pressione.

La questione non è però solo di salute pubblica, ma anche ambientale. Le puff monouso sono infatti realizzate in plastica e contengono una batteria al litio non riciclabile. Nel Regno Unito, uno studio condotto lo scorso anno dall’organizzazione ambientalista Material Focus ha rilevato che ogni settimana vengono buttati via più di un milione di dispositivi. “È una piaga ambientale” ha commentato un gruppo di medici e ambientalisti francesi all’inizio di quest’anno, evidenziando che ogni sigaretta elettronica usa e getta era fatta di plastica e conteneva una batteria non rimovibile con circa 0,15 grammi di litio, oltre a sali di nicotina e tracce di metalli pesanti.

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