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Perché la cannabis light non può essere considerata una droga: la spiegazione dell’esperto

Dal punto di vista farmacologico e clinico la cannabis light e quella tradizionale sono due sostanze molto diverse. La principale differenza è la percentuale di THC, il principio psicoattivo, contenuto nelle due preparazioni.
Intervista a Marco Pistis
Farmacologo del gruppo “Dipendenze patologiche” della SIF
A cura di Elisabetta Rosso
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Il primo agosto, dopo una lunghissima seduta notturna, è passato in Commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera l’emendamento al ddl Sicurezza che equipara la cannabis light alla cannabis tradizionale. La normativa vuole proibire la lavorazione, il commercio e l'esportazione di tutti i prodotti che contengono sostanze derivate dalla pianta di canapa. La stretta avrà sicuramente delle ricadute economiche, colpendo il settore alimentare, della cosmesi e degli integratori. E infatti circa 800 aziende coltivano cannabis light, altre 1500 trasformano il prodotto. Lo stop metterà a rischio circa 11.000 posti di lavoro. 

La normativa mette sullo stesso piano la cannabis tradizionale con la versione light, che contiene però una bassissima percentuale di THC, il principio psicoattivo della cannabis. "Dal punto di vista farmacologico e clinico e, in generale, scientifico, si tratta però di due cose molto diverse, e la differenza la fa proprio il THC contenuto nelle due preparazioni", ha spiegato a Fanpage.it Marco Pistis, farmacologo del gruppo “Dipendenze patologiche” della Società Italiana di Farmacologia SIF e professore dell'Università di Cagliari.

Cannabis light e tradizionale, come dice, sono diverse, ma possiamo definire la cannabis light una droga?

Il termine “droga” è molto ambiguo e dipende dai contesti in cui viene definito. Un farmacologo e un neuroscienziato non usano il termine “droga” ma parlano di “sostanza psicotropa o psicoattiva”, cioè una sostanza che agisce sul cervello, alterando le funzioni cerebrali e provocando effetti sulla percezione, sull'umore, sulla coscienza o sul comportamento. Una sostanza così definita può anche indurre un abuso e dare dipendenza. In senso giuridico il termine droga viene utilizzato per riferirsi a sostanze il cui uso, possesso, produzione o distribuzione sono proibiti dalla legge. In molti paesi, esistono leggi specifiche che classificano alcune sostanze come droghe illegali o controllate.

Dal punto di vista farmacologico?

Da farmacologo e neuroscienziato posso dire che la cannabis light, che per legge deve contenere una bassissima percentuale di THC (il principio psicoattivo della cannabis) per essere definita tale, non è una droga perché non ha le caratteristiche che ho descritto prima. In senso giuridico, se non è più legale, è una “droga” a tutti gli effetti.

Quali sono le differenze rispetto alla cannabis tradizionale?

La cannabis light in Italia deve contenere meno dello 0,6% di THC. In altri Paesi questa soglia è un po’ diversa, ma in genere è inferiore all’1%. La cannabis light, quindi contiene pochissimo THC, che è responsabile degli effetti psichici della cannabis, ma contiene quantità più alte di cannabidiolo (CBD). Per far capire la differenza tra cannabis e cannabis light, la prima può contenere dal 5 al 10% di THC. C’è da dire che la cannabis sul mercato illegale contiene sempre più THC perché vengono selezionate le varietà di cannabis che ne contengono di più. È chiaro che se il THC è molto basso avremo effetti psichici scarsi o nulli, al contrario se è presente molto THC avremo effetti molto intensi.

La commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza per vietare la coltivazione e il commercio della cosiddetta cannabis light. Perché è un problema?

È un problema sostanzialmente per il settore della coltivazione della cannabis a basso contenuto di THC, che ha trovato un mercato florido con i prodotti di consumo a base di cannabidiolo estratto dalla cannabis light coltivata legalmente. Questo emendamento segue il Decreto del Ministero della Salute 27 giugno 2024 che inserisce "le composizioni per somministrazione ad uso orale di
cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis" nella tabella delle sostanze stupefacenti. È necessario capire bene le differenze tra i prodotti a base di cannabidiolo che hanno inondato il mercato (i cui effetti benefici sono molto dubbi) e, invece, il farmaco a base di cannabidiolo che è prescritto a diversi pazienti che soffrono di gravi epilessie.

Si spieghi meglio.

Il cannabidiolo è contenuto anche in un farmaco approvato dall’EMA e dall’AIFA che viene prescritto dal neurologo nel caso di forme molto gravi di epilessia. Inserire il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti rende molto complicato l’approvvigionamento di questo farmaco da parte delle farmacie e la sua distribuzione ai pazienti che ne necessitano. Da farmacologo posso affermare con sicurezza che il cannabidiolo non ha effetti psichici nemmeno lontanamente paragonabili a quelli del THC e non ha certamente la capacità di dare abuso e dipendenza che ha, invece, il THC.

Quali potrebbero essere le conseguenze se venisse approvato?

Direi conseguenze principalmente economiche per il settore.

Ce ne sono invece per coloro che fanno uso abituale di cannabis light?

Se la cannabis light venisse vietata non resta ai consumatori abituali che interromperne l’utilizzo. Non esistono evidenze scientifiche che mostrano possibili problemi legati all’interruzione dell’assunzione di cannabis light. È possibile però che fiorisca un mercato illegale, e sarà molto difficile verificare che i preparati disponibili illegalmente siano effettivamente “light”, cioè contengano poco THC. Il mercato legale è molto più facile da controllare.

Quali sono i benefici della cannabis light?

Non esistono evidenze scientifiche che dimostrano i benefici sulla salute della cannabis light.

E invece i possibili rischi?

Il rischio è che il cannabidiolo contenuto nella cannabis light abbia degli effetti farmacologici negativi, per esempio se ingerito con altri farmaci che il paziente assume per le sue malattie. Sono numerose le importanti le interazioni farmacologiche documentate del cannabidiolo. Inoltre, se la cannabis light viene fumata, abbiamo gli effetti cancerogeni dei prodotti da combustione.

Quali sono gli effetti della cannabis light, considerato che ha un livello molto basso di THC?

Non esistono studi clinici che affermino che il cannabidiolo presente nella cannabis light abbia effetti benefici sulla salute o alteri lo stato psichico dell’utilizzatore. Alcuni riferiscono una riduzione dell’ansia e dell’insonnia, ma non abbiamo al momento prove scientifiche.

Abbiamo dei dati sull'andamento del consumo di cannabis illegale da quando è stata ammessa la vendita di quella light?

Possiamo dire che non risultano significative variazioni del consumo medio di cannabis illegale da quando è stata introdotta la cannabis light.

È sbagliato paragonare cannabis light alla cannabis tradizionale?

Dal punto di vista farmacologico e clinico e, in generale, scientifico, sono due cose molto diverse, e la differenza la fa proprio il THC contenuto nelle due preparazioni.

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