Perché in Sardegna il fiume che attraversa la spiaggia di Piscinas è rosso da giorni
Le impressionanti immagini del fiume di acqua rossa che si riversa nel mare della Sardegna, attraversando la spiaggia di Piscinas, una più famose e caratteristiche dell’isola, stanno facendo discutere, per il timore che possano rappresentare un danno per l’inizio della stagione turistica ma, soprattutto, perché documentano un enorme disastro ambientale per la costa sarda e l’intero Mediterraneo. L’acqua rossa è quella del fiume Rio Irvi, che attraversa parte della provincia del Sud Sardegna e sfocia nello specchio di mare della Costa Verde, nel territorio di Arbus, portando con sé i residui di lavorazione delle miniere di Montevecchio – un sito estrazione di minerali di galena (un solfuro di piombo), blenda (il minerale da si estrae lo zinco), argentite (un minerale dell’argento) e altri minerali – dismesse da più di trenta anni e mai bonificate.
Il problema dell’acqua rossa a Piscinas, come riporta l’Unione Sarda, c’è “da sempre” – cioè da quando le miniere sono state abbandonate – ma la situazione sta diventando di giorno in giorno più preoccupante. “Il fenomeno a cui stiamo assistendo sembra più grave del solito” dice il WWF, sottolineando come il fiume, carico di residui della lavorazione di metalli pesanti e nocivi, stia ormai completamente cambiando il colore della spiaggia di Piscinas e dell’acqua di mare.
Il fiume rosso di Piscinas e le miniere abbandonate
Nel territorio di Arbus, il problema del fiume rosso non è una novità. Già nel 2016 la spiaggia di Piscinas era diventata completamente rossa. Il fenomeno, documentato in un nuovo video girato da un residente, ha riportato l’attenzione su quanto ciclicamente succede su una delle spiagge gioiello della Sardegna sud-occidentale, tornando a preoccupare cittadini, turisti e ambientalisti, nonché tutti coloro che hanno a cuore la zona. Piscinas è infatti conosciuta anche come la “perla” della Costa Verde, un’oasi di imponenti dune di sabbia fine color ocra, alte fino a 60 metri, modellate dal Maestrale e punteggiate dalla macchia mediterranea.
Inserita tra le spiagge più belle del mondo dal National Geografic e dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Piscinas continua però a fare i conti con gli scarti di lavorazione delle miniere di Montevecchio, il complesso minerario a circa ventina di chilometri nell’entroterra: cuore per circa un secolo dell’industria estrattiva del sud-ovest della Sardegna, l’impianto è stato dismesso da circa quarant’anni. Le sue cave e le sue miniere non sono però mai state completamente bonificate, lasciando che il rio Irvi, che attraversa i pozzi della miniera, trascini via il materiale ancora presente nell’area. Principalmente metalli pesanti e nocivi, quali residui dell’estrazione di piombo, zinco e argento che, trasportati alle acque del fiume, finiscono per inquinare i territori a valle, dunque la spiaggia di Piscinas e il suo specchio di mare.
Il WWF ha evidenziato come il problema di questi scarti diventi degno nota “solo quando il suo impatto è non solo così evidente, ma viene denunciato in tutta la sua gravità”, sollevando dubbi su quanto fatto finora e cosa si stia concretamente facendo per risolvere la situazione. Sulla questione sono intervenuti anche il sindaco di Arbus, Paolo Salis, e l’assessore del turismo, William Collu, che hanno rassicurato la popolazione, spiegando che “non c’è alcun inquinamento né pericolo per la salute”. Le acque del fiume non proverrebbero tutte dai pozzi delle miniere, ma in gran parte da una diga vicina, a Donegani, delle quali dovrebbero essere presto diffuse immagini che promettono di chiarire il perché del fiume rosso.