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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Perché il vaiolo delle scimmie si chiama così se le scimmie non sono il serbatoio del virus

Il vaiolo delle scimmie è una malattia zoonotica che è stata chiamata così dopo che il virus è stato scoperto in scimmie di laboratorio in Danimarca nel 1958: le scimmie non sono però ritenute il serbatoio naturale del virus, ma solo una delle specie che possono contrarre l’infezione, proprio come gli esseri umani.
A cura di Valeria Aiello
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Il vaiolo delle scimmie è una malattia zoonotica causata da un virus che appartiene al genere Orthopoxvirus della famiglia dei Poxviridae, che può diffondersi tra gli animali e gli esseri umani. Le scimmie non sono però ritenute il serbatoio naturale del virus, ma solo una delle specie che possono contrarre l’infezione, proprio come gli esseri umani. Eppure, la malattia continua ad essere chiamata vaiolo delle scimmie, come se le scimmie fossero la fonte primaria di infezione.

L’emergenza sanitaria globale scattata in seguito alla diffusione di un nuovo ceppo, una forma mutata del clade I del virus (clade Ib), che gli esperti considerato "il più pericoloso di sempre", ha riportato a galla la questione dell’uso dell’espressione "vaiolo delle scimmie", in precedenza discussa anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha ribattezzato ufficialmente la malattia, chiamandola mpox (da monkeypox, vaiolo delle scimmie in inglese): ma l’abbreviazione mpox continua ad essere poco utilizzata o comunque accompagnata dall’espressione “in precedenza vaiolo delle scimmie”.

Perché il vaiolo delle scimmie si chiama così

Il vaiolo delle scimmie è stato chiamato così dopo che il virus che causa la malattia fu identificato per la prima volta in scimmie da laboratorio in Danimarca, nel 1958. Nonostante il nome, si ritiene che il serbatoio del virus non siano però le scimmie, che come altri animali possono comunque infettare le persone.

Ad oggi, l’esatta fonte della malattia non è nota, anche se gli scienziati sospettano che alcuni piccoli mammiferi, come gli scoiattoli africani (Funisciurus spp.) e i ratti marsupiali del Gambia (Cricetomys gambianus) siano potenziali serbatoi e abbiano un ruolo importante nella diffusione virale in alcune aree dell’Africa occidentale e centrale. Le persone possono contrarre il virus attraverso il contatto diretto con animali infetti, spesso durante la caccia, la cattura e la lavorazione delle loro pelli, ma anche durante il gioco, come nel caso dei bambini, il che potrebbe spiegare il perché il nuovo ceppo virale, scoperto alla fine dello scorso anno, in Congo stia colpendo in modo sproporzionato i più piccoli.

I piccoli mammiferi possono essere portatori del virus senza sintomi, mentre gli umani e un’ampia gamma di specie, tra cui le scimmie, manifestano sintomi e segni della malattia. I casi umani si manifestano con sintomi simili a quelli del vaiolo (febbre, mal di testa ed eruzioni cutanee): il virus può essere trasmesso attraverso il contatto fisico con soggetti infetti, con materiali contaminati o con animali infetti.

Perché l’mpox non va chiamato vaiolo delle scimmie

L’mpox è una malattia causata dal monkeypox virus (mpxv) che è endemica in diverse aree dell’Africa centrale e occidentale, dove il virus circola negli animali selvatici e viene trasmesso agli esseri umani. Come detto, il serbatoio preciso in queste aree non è noto, ma si ritiene che i roditori selvatici svolgano un ruolo importante nella trasmissione. Le scimmie, d’altra parte, sono solo dell’ampia gamma di specie di mammiferi che possono essere infettate.

L’espressione “vaiolo delle scimmie” non è quindi corretta e genera confusione, come segnalato anche dall’OMS che, in seguito all’epidemia del 2022, ha rilevatoun linguaggio razzista e stigmatizzante online, in altri contesti e in alcune comunità”, decidendo di cambiare nome, ai sensi della Classificazione internazionale delle malattie (ICD). L’Agenzia delle Nazioni Unite ha così raccomandato di adottare il termine mpox, abbreviazione di monkeypox, che dopo un periodo di transizione di un anno, è diventato il nome scientifico da utilizzare in sostituzione di vaiolo delle scimmie.

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