Perché il terremoto in Turchia causerà migliaia di morti anche se non è stato il più potente
Alle 02:17 ora italiana di lunedì 6 febbraio la Turchia è stata colpita da un terremoto violentissimo, con una magnitudo di ben 7.9. È stato circa mille volte più potente del sisma che ha devastato Amatrice nel 2016, come ha affermato a Fanpage.it il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’INGV, il professor Salvatore Stramondo. La magnitudo, che è la misura dell'energia sprigionata da un sisma, aumenta infatti di 1000 volte ogni 2 punti in più (il raddoppio si verifica invece con un incremento di 0.2). L'epicentro dell'evento, come indicato dal servizio di emergenza turco Afad, è stato rilevato a Pazarcik, nella provincia di Kahramanmaras, mentre altri enti hanno indicato la provincia di Gaziantep. Ciò che è certo è che la devastazione provocata dalla scossa principale – e dalle decine di altre di assestamento superiori a una magnitudo di 4.5 – si è estesa dalla Turchia Meridionale alla Siria settentrionale, dove si registrano danni ingentissimi. Per ore è stata diramata anche l'allerta per il rischio di uno tsunami nel Mediterraneo, ma poi è fortunatamente rientrata.
Il numero ufficiale delle vittime è in costante aumento. Nel momento in cui stiamo scrivendo sono oltre 1.300, ma si stima che possano arrivare anche a 10mila e oltre, sulla base dei confronti con altri grandi sismi avvenuti in passato e le caratteristiche della zona colpita. Lo United States Geological Survey (USGS), ad esempio, stima che vi sia una probabilità del 47 percento che vi siano tra le 1.000 e le 10.000 e del 20 percento tra le 10.000 e le 100.000. Un'ecatombe, che non è stata provocata dal sisma in sé, ma dalla fragilità degli edifici in cui le persone vivevano, principalmente in muratura di mattoni. Stanno circolando immagini drammatiche di interi palazzi completamente sgretolati dalla violenza del terremoto, come indicato uno dei più devastanti degli ultimi decenni. Ma quanto è stato potente e distruttivo se messo a confronto con altri?
Innanzitutto, per quanto potentissimo, il terremoto in Turchia non è paragonabile con il più violento mai registrato dai sismografi. Come spiegato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stato il sisma del 22 maggio del 1960 in Cile, noto come “terremoto di Bío Bío o di Valdivia, rispettivamente la regione e la città dove è stato localizzato l’epicentro”, spiega il ricercatore Stefano Lorito. In quel caso la magnitudo calcolata fu di 9.5, dunque o estremamente più energetico di quello registrato il 6 febbraio 2023 nella provincia di Kahramanmaras. L'esatto numero di morti non è noto, ma le stime più accreditate ne indicano circa 3.000. Probabilmente sono meno di quelli che si avranno complessivamente dal sisma che ha devastato Turchia e Siria questa notte. La ragione risiede nel fatto che non è solo la magnitudo del terremoto – e magari lo tsunami che si sprigiona in seguito – a determinare il numero delle vittime, ma anche quanto è densamente popolata l'area colpita e quanto sono fragili / antisismici gli edifici in cui vivono le persone. L'Italia è considerata un Paese molto a rischio proprio a causa dell'enorme numero di abitazioni storiche che non sono adeguatamente protette. Un sisma meno energetico di quello turco potrebbe creare una devastazione senza precedenti se dovesse colpire determinati centri storici.
I terremoti più violenti della storia
In base alla lista dello United States Geological Survey (USG), dedicata ai terremoti più potenti mai rilevati dai sismografi, quello avvenuto in Turchia risulta fuori dai primi 20, dal punto di vista della sola magnitudo. Nei primi cinque, oltre al già citato terremoto di Valdivia, ci sono quello dell'Alaska meridionale del 1964 (magnitudo 9.2); quello catastrofico verificatosi al largo di Sumatra nel 2004 (magnitudo 9.1), che provocò oltre 230mila morti, 20mila dispersi e diversi milioni di sfollati (soprattutto a causa dello tsunami); il terremoto – e maremoto – di Tōhoku (Giappone) del 2011, anch'esso di magnitudo 9.1 e responsabile della morte di circa 20mila persone; e il terremoto della Kamchatka del 1976 di magnitudo 9.0. Tutti gli altri sono al di sotto di questa soglia. Al decimo posto, ad esempio, si trova un altro terremoto avvenuto a Sumatra nel 2012, di magnitudo 8.6, mentre al ventesimo c'è il terremoto di Sanriku (Giappone) verificatosi nel 1933.
Tra i terremoti di magnitudo paragonabile a quello verificatosi in Turchia vi è quello di 8.2 verificatosi il 28 luglio 2021 in Alaska, il più potente mai registrato nella storia degli Stati Uniti (con zero vittime, vista la zona disabitata interessata); e quello del 28 gennaio 2020 ai Caraibi di magnitudo di 7.7, verificatosi a nord della Giamaica. Anche in questo caso non si registrarono morti. Un terremoto meno potente (magnitudo 7.0) verificatosi nello stesso anno ad Haiti, che dista poco meno di 550 chilometri in linea d'aria dalla Giamaica, provocò invece 300mila morti secondo il governo haitiano (il dato varia in base alla fonte). Questi numeri indicano chiaramente quanto non sia la magnitudo a determinare il numero delle vittime, ma le caratteristiche dell'area investita.
I terremoti con più morti della storia
Per quanto concerne il numero delle vittime, i terremoti più catastrofici di cui si hanno dati certi furono quello di Haiyuan (Cina) del 1920, con una magnitudo di 7.8 e 275mila morti; quello di Tangshan (Cina) del 1976 di pari magnitudo e 245mila morti; e quelli già citati di Sumatra del 2004 (230mila vittime) di Haiti del 2010. Storicamente, ma non si hanno dati certi, si ritiene che il terremoto più mortale in assoluto fu quello dello Shaanxi (Cina) verificatosi nel 1556, con una magnitudo di 8.0. I decessi stimati da storici e scienziati sono oltre 800mila. Per quanto riguarda l'Italia, il terremoto più catastrofico fu quello che colpì la provincia di Messina e Reggio Calabria il 28 dicembre 1908, con ben 125mila morti. Il sisma di magnitudo 7.1 (o 7.5 in base alla fonte) fece crollare oltre il 90 percento degli edifici delle due grandi città. Si ritiene tuttavia che il terremoto più potente mai registrato in Italia fu quello che colpì la Val di Noto nel 1693, con una magnitudo stimata fino a 7.70. I terremoti, come dimostra ciò che si sta verificando in Turchia e Siria in queste ore, possono provocare tragedie immense ed è per questo che è fondamentale studiare a fondo i fenomeni scatenanti, mettendo in sicurezza tutti gli edifici a rischio crollo. Perché, lo ribadiamo, non è la scossa in sé ad uccidere, ma le abitazioni in cui viviamo.