Perché il taser è un’arma che può uccidere
L’uso del taser, la pistola a impulsi elettrici che, dopo un lungo periodo di sperimentazione, da circa un anno è in dotazione anche alle forze di polizia italiane, torna a far discutere dopo che un trentacinquenne della provincia di Chieti, seguito da una struttura sanitaria per problemi psichiatrici, è morto in circostanze ancora da chiarire. L’arma, che rilascia scariche elettriche in grado di immobilizzare una persona, è stata infatti impiegata dai carabinieri di San Giovanni Teatino per fermare l’uomo, che correva nudo per strada in evidente stato confusionale, sebbene il suo decesso sia stato accertato prima del suo arrivo in ospedale, in seguito anche alla somministrazione di un sedativo da parte dei sanitari del 118 intervenuti sul posto.
La vicenda, su cui è stato aperto un fascicolo di indagine, ha riacceso diversi interrogativi sulla sicurezza delle armi elettriche e sui possibili rischi per la salute derivanti dal loro utilizzo, portando in molti a chiedersi cosa succede al corpo umano dopo una scarica. Secondo l’azienda americana che le produce, la Axon Enterprise (precedentemente nota come Taser International), le armi taser hanno “un rischio di mortalità dello 0,25%”. Ciò significa che, se un taser venisse usato su 400 persone, una di queste potrebbe morire.
Cos’è e come funziona un taser
Il taser (acronimo inglese di “Thomas A. Swift’s Electric Rifle”, letteralmente “fucile elettrico di Thomas A. Swift”, l’arma inventata da Tom Swift nel romanzo del 1911 di Victor Appleton) è un dispositivo portatile alimentato a batteria che fornisce un breve impulso elettrico a bassa energia. Chiamato anche dispositivo a energia condotta (CED), integra due elettrodi posti su due piccoli dardi, collegati al circuito elettrico della pistola che, tirando il grilletto, vengono sparati e forniscono una scarica ad alta tensione e bassa intensità di corrente, rilasciata in brevissimi impulsi.
Secondo il produttore, un tipico dispositivo taser eroga 19 brevi impulsi al secondo in 5 secondi, che stimolano le cellule nervose, chiamate motoneuroni alfa, a inviare un impulso elettrico. L’impulso viaggia verso i muscoli e provoca contrazioni muscolari brevi e sostenute.
Quali sono gli effetti del taser sul corpo umano
Sulla pelle, gli effetti più comuni sono ustioni superficiali o piccole ferite, causati dai dardi che erogano gli impulsi. Come detto, l’uso del taser causa contrazioni muscolari che, tuttavia, non sembrano innescare un significativo rilascio dell’enzima associato al danno delle cellule muscolari: la creatina chinasi. Livelli elevati di tale enzima provocano una condizione chiamata rabdomiolisi, che può portare a insufficienza renale, ma un report pubblicato su Forensic Science International ha dimostrato che le contrazioni muscolari indotte dal taser causano un leggero aumento della creatina chinasi che non sembra rappresentare un rischio diretto per la rabdomilosi.
Per le persone in salute e che non soffrono di problemi cardiaci, le scariche elettriche del taser sono troppo brevi per influenzare il muscolo cardiaco o causare ritmi cardiaci anormali. A confermarlo è anche un recente articolo pubblicato su Jama Open Network, che ha preso in esame 33 studi sull’uso di armi elettriche, senza riscontrare particolari esiti avversi per la salute, soprattutto quando la durata massima della scarica è compresa tra 5 e 15 secondi. Tuttavia, la maggior parte delle ricerche ha coinvolto soggetti sani e fisicamente in forma, il che rappresenta una limitazione nell’ambito della ricerca.
Nel complesso, le lesioni gravi rappresentano meno dell’1% dei danni da taser, come rilevato in uno studio del 2009 pubblicato negli Annals of Emergency Medicine che ha esaminato più di 1.200 usi di armi elettriche condotte da parte delle forze dell’ordine contro sospetti criminali.
Ad ogni modo, come ricorda anche Amnesty International, i taser rappresentano un’arma a tutti gli effetti, il che comporta il rischio di lesioni o morte a causa degli effetti del dispositivo, dello stato di salute del soggetto e di circostanze impreviste. In un rapporto del 2019, che ha preso in esame centinaia di decessi che si sono verificati dopo l’uso di taser, è infatti emerso che la maggior parte delle fatalità non è direttamente attribuibile alle scariche elettriche, ma ad altre cause, come ad esempio alle cadute che possono verificarsi in seguito all’uso delle armi elettriche, responsabili di lesioni cerebrali e fratture cervicali, sebbene uno studio del 2012 pubblicato sulla rivista Circulation non abbia escluso che l’uso del taser sul petto possa portare ad arresto cardiaco e morte improvvisa.
L’uso improprio può quindi essere correlato a “gravi esiti per la salute” come sottolineato anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che ha espresso alcune raccomandazioni circa l’utilizzo della pistola elettrica, esplicitando “la speciale cautela” nel suo utilizzo nei confronti di persone vulnerabili. Un principio di precauzione cui gli agenti sono richiamati, che devono mostrare il taser prima di utilizzarlo e sono tenuti a contattare i soccorsi sanitari dopo l’impiego.