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Perché il talco è “probabilmente cancerogeno”: il medico spiega come scegliere i prodotti da usare

La decisone dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di inserire il talco nel gruppo 2A degli agenti “carcinogeni probabili per gli esseri umani”. In realtà, questo non dignifica che dobbiamo smettere di usare il prodotto a ogni condizione. L’oncologo Camillo Porta spiega da dove nasce la decisione della IARC e quali sono i rischi concreati per la nostra salute.
Intervista a Prof. Camillo Porta
Professore di Oncologia dell'Università di Bari
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A maggio 2024, il colosso statunitense Johnson & Johnson ha proposto di chiudere una vicenda giudiziaria iniziata ormai dieci anni fa con un risarcimento di 6,5 miliardi di dollari. L'accusa è quella di aver fatto ammalare di cancro ovarico diverse consumatrici dell'omonimo talco a causa della presenza al suo interno di una sostanza cancerogena per l'uomo: l'amianto. Qui abbiamo parlato dei rischi legati alla sua esposizione e come proteggersi.

Solo qualche giorno fa, a inizio luglio, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l'amianto come sostanza "probabilmente cancerogena". L'agenzia dell'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) si occupa, tra le altre cose, di stabilire il grado di cancerogenicità – ovvero la possibilità che possa provocare il cancro – di una certa sostanza, attraverso una classificazione in gruppi in base al rischio. Il talco è stato inserito nel gruppo 2A "carcinogeni probabili per gli esseri umani", mentre l'amianto è da anni nel gruppo 1 "carcinogeni umani certi".

Il talco è un composto naturale, un silicato di magnesio che viene utilizzato in molti settori dell'industria, soprattutto quella cosmetica (anche in diversi gruppi di make up). Il più noto è l'omonima polvere bianca utilizzata per lo più per l'igiene personale. Tuttavia, la decisione della IARC ha creato abbastanza confusione, soprattutto a fronte dei casi di tumore ovarico associati al suo utilizzo.

In realtà, la definizione "probabilmente cancerogeno" non equivale a dire che quella sostanza causi il cancro (qui abbiamo spiegato la differenza con il tumore), nello specifico va considerato che non sappiamo se quei casi siano stati causati dal talco o dalla possibile presenza di amianto al suo interno. Fanpage.it ha cercato di fare chiarezza sul significato di questa classificazione e sui rischi attuali del talco con il professor Camillo Porta, oncologo presso l'Università “Aldo Moro” di Bari.

Come dobbiamo interpretare la decisione della IARC di classificare il talco come "probabilmente cancerogeno"?

Per capire cosa significa che il talco sia stato inserito nel Gruppo 2A della classificazione IARC bisogna innanzitutto conoscere qual è stato l'iter con cui IARC è giunto a questa conclusione. A decidere la classificazione di una certa sostanza è infatti un panel di esperti che valuta tre fattori: l'evidenza derivante dalla letteratura medica che la sostanza considerata possa indurre il tumore nell'uomo, gli effetti della stessa su modelli animali e la presenza di un razionale biologico che possa spiegare la cancerogenicità della sostanza.

Quali sono gli elementi alla base di questa decisione?

Per quanto riguarda il primo punto, ovvero l'evidenza nella letteratura medica, ci sono alcuni studi epidemiologici che collegano l'esposizione al talco allo sviluppo del tumore alle ovaie, sebbene con dei limiti. Nei modelli animali, il secondo punto, si è visto che questa sostanza può causare l'insorgenza di tumori. Anche per quanto riguarda il terzo punto è stato documentato un forte "razionale biologico", ovvero è stato possibile ricostruire le modalità attraverso cui un certa sostanza riesce a trasformare le cellule normali in cellule tumorali. L'insieme di queste prove indirette ha portato la AIRC a classificare il talco come "probabilmente cancerogeno".

Soffermiamoci sul terzo punto. Come può il talco indurre il cancro?

Nel caso specifico del talco, alla base della sua probabile cancerogenicità c'è la capacità del talco di indurre uno stato di infiammazione cronica, che costituisce uno dei fattori più pericolosi per la salute umana, non solo per il rischio tumori. Si è visto infatti che l'infiammazione cronica causa una serie di cambiamenti nelle cellule che possono rivelarsi dannosi. È alla base di condizioni importanti, come l'aterosclerosi e altre alterazioni metaboliche potenzialmente fatali, ma è anche ciò che determina l'accumulo di beta-amiloide nel sistema nervoso centrale, che oggi si ritiene una delle cause più probabili del morbo d'Alzheimer.

Infine, l'infiammazione cronica è anche ciò che può innescare processi di carcinogenesi – da cui si formano i tumori –  inibendo la risposta immunitaria. In sintesi, possiamo dire che l'infiammazione cronica è il fattore comune a un lungo elenco di processi patologici, tra cui c'è anche la formazione di tumori. Per il talco abbiamo l'evidenza meccanicistica che può attivarla.

Prima parlava di limiti. Ci spieghi meglio.

Innanzitutto l'evidenza nell'uomo è limitata a casi di tumore ovarico in donne che hanno utilizzato il talco per l'igiene intima, ma ci sono due problemi. Il primo: non sappiamo in quali quantità. Il secondo: non consociamo la qualità del talco utilizzato.

Il vero problema sta nel fatto che per tantissimi anni i prodotti a base di talco contenevano anche asbesto, la fibra minerale dell'amianto. Questa è infatti un cancerogeno del Gruppo 1A della classificazione IARC, ovvero "agenti cancerogeni umani certi". Non sappiamo quindi se i casi di tumore all'ovaio registrati sono stati causati dal talco o dalla presenza di questo contaminante. Lo stesso dubbio esiste per i tumori associati al talco nei modelli animali.

I prodotti a base di talco oggi in commercio possono contenere ancora amianto?

Allora, i prodotti oggi in vendita devono essere certificati e in quanto tali controllati affinché non superino la soglia limite stabilita per quelle sostanze ritenute pericolose per l'uomo. Tra questa ci sono ovviamente anche l'asbesto e l'amianto.

Allora perché IARC lo ha classificato "probabilmente cancerogeno"?

Quello che abbiamo appena detto a proposito della sicurezza dei prodotti a base di talco riguarda i prodotti in vendita nei Paesi Occidentali, dove esiste una scrupolosa regolamentazione per la sicurezza dei consumatori. Questa però manca ancora in molte aree del mondo, come i paesi ancora in via di sviluppo, dove l'attenzione a queste tematiche è spesso ancora bassa. Quindi IARC, essendo una commissione della'OMS, deve emettere raccomandazioni valide per qualsiasi persona in qualsiasi località del mondo.

Allora possiamo continuare a usare il talco?

La raccomandazione della IARC deve essere valutata in questo contesto e recepita con buon senso. Non c'è bisogno di stravolgere le nostre abitudini e smettere ad esempio di usare il talco dopo aver fatto il bagnetto a nostro figlio. Tuttavia, allo stesso tempo diventa necessario prestare massima attenzione ai prodotti che acquistiamo.

Cosa consiglia?

Sicuramente un consiglio è fare attenzione alle quantità di prodotto utilizzato, senza esagerare. IARC non ha valutato l'aspetto quantitativo: è ovvio che la quantità di utilizzo influenza l'eventuale pericolosità. Ad esempio, se lo uso nelle scarpe a fine giornate, chiaramente non è pericoloso. Inoltre, è fondamentale acquistare solo prodotti con il Marchio di Conformità Europea (CE), che indica la conformità del prodotto a tutte le disposizioni in vigore nei Paesi dell'Ue.

Più che il pubblico di consumatori comuni, la raccomandazione della IARC deve essere intesa soprattutto come un campanello d'allarme per tutte le aziende che producono il talco affinché adottino tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori nella manipolazione del talco.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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