Perché il sangue di San Gennaro si scioglie, la spiegazione scientifica della liquefazione
Il 19 settembre è il giorno di San Gennaro, una delle feste religiose più sentite a Napoli e più conosciute in tutta Italia. Anche se a festeggiarlo sono soprattutto napoletani e campani, la fama di questa ricorrenza negli anni ha superato i confini partenopei, attirando la curiosità di molti, attratti soprattutto dal famoso "miracolo" della liquefazione del sangue di San Gennaro. Le virgolette sono d'obbligo, ora vedremo il motivo. L'evento è molto atteso: secondo il culto infatti la mancata liquefazione del sangue presagisce l'arrivo di cattive notizie.
Il "prodigio" di San Gennaro avviene in realtà tre volte all'anno. La prima volta coincide con il primo sabato di maggio, la seconda cade il 19 settembre e la terza il 16 dicembre. Tutte e tre le volte si celebrano nel Duomo di Napoli, dove sono conservate le ampolle che contengono il sangue. Quella del 19 settembre però la celebrazione più sentita perché coincide con la festa del Santo Patrono di Napoli e Campania, tanto che a Napoli scuole e uffici restano chiusi. Il 19 settembre è infatti la ricorrenza della decapitazione del vescovo di Benevento nel 302, alla Solfatara di Pozzuoli, nei Campi Flegrei. Nell'ultima celebrazione il sangue si sciolto.
La storia del suo prodigio – la Chiesa cattolica non gli ha riconosciuto la classificazione ufficiale di "miracolo" – ha incuriosito anche molto la comunità scientifica: non mancano infatti studi che puntano a dare una spiegazione scientifica al fenomeno. Uno dei più significativi è quello realizzato dal Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, fondato nel 1989 da Piero Angela.
Cosa c’è nell’ampolla di San Gennaro: è sangue vero?
La storia del prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro è ancora oggi piena di zone d'ombra. In passato tanti hanno messo in dubbio perfino che si trattasse di sangue vero, anche perché, al di là di ipotesi e teorie, non è mai stato possibile analizzare quello che da secoli viene celebrato come il sangue di San Gennaro. La prima testimonianza in documenti antichi dell'esistenza di questa reliquia e dell'annessa celebrazione risale a secoli fa: nel Chronicon Siculum si spiega che il 17 agosto 1389 ci fu una grande processione per assistere al miracolo.
Iniziamo con il dire che la reliquia, ovvero il presunto sangue di San Gennaro, è custodito in una teca che contiene due ampolle, in una c'è quello che per i credenti è il sangue di San Gennaro, l'altra invece è semivuota perché quasi tutto il suo contenuto venne stratto da Carlo di Borbone, che lo portò con sé in Spagna.
Sulla natura del contenuto una prima informazione importante arriva dal 1902 quando i professori Sperindeo e Januario sottoposero le ampolle ad analisi spettroscopica: dall'esame venne confermato lo spettro di ossiemogloblina, e quindi di sangue. Lo stesso esame venne ripetuto nel 1989: diede lo stesso risultato. Tuttavia, un altro studio, elaborato dal Cicap, di cui parleremo tra poco, ha dimostrato che anche altre sostanze potrebbero riuscire a liquefarsi e a dare lo stesso risultato in questo tipo di analisi, instillando il dubbio che quello contenuto nelle ampolle non sia necessariamente sangue.
Perché il sangue di San Gennaro si scioglie: la spiegazione scientifica
Secondo i fedeli di San Gennaro, ovviamente la liquefazione del suo sangue, che avviene attraverso una cerimonia solenne eseguita dall'Abate Tesoriere, da oltre dieci anni il Monsignor Vincenzo De Gregorio, è il risultato di un prodigio. Chiamarlo "miracolo" non è infatti corretto perché l'autorità della Chiesa non ha riconosciuto allo scioglimento del sangue di San Gennaro lo status di miracolo. Ecco perché sarebbe più corretto usare l'espressione di "prodigio". Tuttavia dato il valore simbolico che questo rito ha assunto per gli stessi fedeli, l'evento è atteso e celebrato come un miracolo.
Passiamo ora alla possibile spiegazione scientifica del fenomeno: a elaborarla furono nel 1991 tre ricercatori del Cicap, Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini e Sergio Della Sala. I tre studiosi, che pubblicarono il loro lavoro in un articolo su Nature, proposero l'ipotesi secondo cui a causare il prodigio fosse la tissotropia. Si tratta del fenomeno, abbastanza comune, per cui certe sostanze, se agitate o manipolate, possono mutare il proprio stato, passando da solido a liquido.
Dato che durante la celebrazione del prodigio l'ampolla contenente il presunto sangue viene agitata più volte per permettere la liquefazione, i tre scienziati hanno supposto che nell'ampolla ci fosse un mix di sostanze naturali, facilmente reperibili anche nel Medioevo, che ricordasse nell'aspetto il sangue e che avesse la proprietà di liquefarsi se agitata.
Il miracolo di San Gennaro: gli esperimenti in laboratorio
I tre ricercatori avanzarono la loro ipotesi dopo aver verificato in laboratorio la possibilità che una sostanza alternativa al sangue potesse diventare fluida se sottoposta a sollecitazioni meccaniche. Nel loro lavoro i ricercatori preparano una sostanza utilizzando componenti molto semplici, che "si trovano da sempre in natura ed erano certo disponibili a qualche alchimista medievale" – le prime testimonianze storiche della reliquia risalgono al 1389 – ovvero carbonato di calcio (di cui è composto il guscio delle uova), sale da cucina e cloruro ferrico, che si trova nella molisite, un minerale presente nelle aree vulcaniche. Il colore del composto era molto simile a quella del sangue, inoltre – spiega il Cicap – "la presenza del ferro consentirebbe di interpretare i risultati ottenuti da due analisi spettroscopiche eseguite sulla reliquia nel 1902 e nel 1989".
Il mistero della liquefazione del sangue di San Gennaro
In realtà, è bene specificare che anche quella del Cicap rimane un'ipotesi. Il motivo – spiega il centro – è abbastanza chiaro: l'ultima parola sulla vera natura prodigiosa della liquefazione si potrebbe pronunciare solo analizzando direttamente il sangue contenuto nell'ampolla. Questa mancanza di certezza ha portato alcuni ad affermare che il mistero di San Gennaro resta inspiegabile anche a livello scientifico. In realtà – specifica Cicap – "non esiste alcuna ricerca pubblicata su una rivista scientifica che possa corroborare questa affermazione".