video suggerito
video suggerito

Perché il Mose di Venezia può diventare inutile, il geologo: “Ora lo scenario è cambiato”

Un nuovo studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha calcolato che entro il 2100 l’aumento del livello del mare potrebbe essere tale da superare il tetto di 3 m previsto dal Mose in caso di acqua alta. Marco Anzidei, primo autore dello studio, spiega quali sono le cause di questo scenario e cosa rischiamo.
Intervista a Marco Anzidei
Geologo dirigente di ricerca INGV
22 CONDIVISIONI
Un'immagine di piazza San Marco durante l'inondazione di novembre 2019
Un'immagine di piazza San Marco durante l'inondazione di novembre 2019

Nei prossimi decenni il Mose (Modulo sperimentale elettromeccanico) potrebbe fallire l'obiettivo per cui è stato costruito: proteggere la laguna di Venezia dall'acqua alta per evitare danni alla città come quelli causati dalla grave inondazione del 1966 o quella più recente del 2019, quando la città rimase isolata per giorni dopo essere stata allagata da una marea eccezionalmente alta.

L'avvertimento arriva da un nuovo studio condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), "Multi-Temporal Relative Sea Level Rise Scenarios up to 2150 for the Venice Lagoon (Italy)", pubblicato sulla rivista Remote Sensing. Nel report i ricercatori dell'ente di ricerca di riferimento in Italia per fenomeni geofisici e vulcanologia, hanno incrociato le ultime proiezioni climatiche dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e una grande quantità di dati rispetto all'abbassamento del terreno nella laguna: ne è emerso che entro il 2100 Venezia potrebbe essere esposta a eventi di acqua alta più alti di quelle che il Mose è in grado di bloccare oggi. Fanpage.it ne ha parlato con il geologo Marco Anzidei, dirigente di ricerca INGV e primo autore dello studio.

La storia del Mose

Questa infrastruttura, la cui storia inizia negli anni '80 sebbene sia stata inaugurata soltanto nel 2020, è stata infatti costruita in base ai dati disponibili alla fine degli anni '90 e agli inizi del 2000, ma oggi l'innalzamento del livello di mare ha raggiunto livelli superiori a quelli previsti allora, per l'effetto combinato dell'aumento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacci. Se a questo fattore aggiungiamo il naturale abbassamento del terreno della laguna – un fenomeno che i geologi chiamano "subsidenza" – i risultati parlano chiaro: le paratie del Mose potrebbero non essere sufficientemente alte per bloccare un evento estremo di acqua alta come già avvento nel 1966 o nel 2019, quando intorno al 2100 il livello medio del mare sarà più alto di oggi.

Per capire da dove nasce questo scenario bisogna conoscere almeno a grandi linee la storia del Mose: se ne iniziò a parlare nel 1980 ma il progetto effettivo per costruirlo venne inaugurato nel 2020 e divenne operativo  soltanto nel 2023. Tra queste due date ci furono rivalutazioni e aggiornamenti del progetto. Nella versione attuale il Mose è stato progettato per proteggere Venezia dalle acque alte fino a un’altezza di 3 metri di differenza tra il mare aperto e la laguna e un livello medio del mare di 60 cm nel 2100.

Perché potrebbe non essere abbastanza alto

"Il punto è che quando si iniziò a lavorare al progetto del Mose – spiega Anzidei – ancora non c'era l'IPPC. Quindi non c'era un riferimento scientifico ufficiale che potesse offrire delle indicazioni su quanto fare alta la barriera in base alle proiezioni dell'aumento del livello marino negli anni successivi. Poi, in seguito al primo report del 1991, venne consultato un team di esperti, tecnici e scienziati, che preventivarono una capacità della diga tale da bloccare un aumento del livello del mare di 20 cm nel 2100. Successivamente, nel 2007, un aggiornamento al progetto adeguò la struttura alle proiezioni del nuovo report IPPC che prevedeva un aumento del livello medio del mare di 60 cm al 2100."

Dal 2007 però, complice il forte aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica, le cose sono cambiate e le ultime proiezioni dell'IPPC forniscono scenari peggiori: "Le ultime proiezioni, pubblicate nel 2021, suggeriscono che nel 2100 l'aumento del livello marino potrebbe superare il metro e ancora di più nel 2150. Questo significa che se si dovesse verificare un evento come del 2019, o peggio del 1966, quando il livello dell'acqua della laguna era salito di 194 cm, in un contesto in cui il livello marino è già aumentato di 1 metro e quello del suolo della laguna si è abbassato per effetto della subsidenza, allora l'acqua potrebbe molto verosimilmente superare il tetto dei 3 metri per cui è stato pensato il Mose".

Analizzando un ampio insieme di dati geodetici, topografici, e le proiezioni climatiche, i ricercatori hanno calcolato che "durante un evento estremo il livello del mare del 2150 potrebbe aumentare fino a 3,47 metri sopra il riferimento della stazione mareografica di Punta della Salute, situata nel Canale della Giudecca, in caso di eventi estremi di acqua alta, simili a quelli avvenuti nel 1966 e più recentemente nel 2019″. L'analisi ha fornito anche una stima della superficie di territorio che rischia di essere sommersa entro il 2150: circa 139 km², che potrebbero però diventare 226 km² (pari al 64% dell’area investigata) in caso di acque alte eccezionali, come quelle delle due inondazioni record del 1966 e del 2019, coinvolgendo anche infrastrutture strategiche, come l’aeroporto di Venezia Marco Polo e Porto Marghera.

L'impatto del cambiamento climatico

"Dobbiamo considerare che se le temperature globali continueranno ad aumentare – e siamo già arrivati alla soglia critica di 1,5 °C stabilita dagli Accordi di Parigi – non si può escludere che potremmo raggiungere già nel 2100 quello che è stato definito dall'IPCC lo scenario socioeconomico SSP5, con temperature maggiori di quasi 5 gradi. Questo significherebbe che il livello marino potrebbe essere fino a 1,10 metri più alto di oggi", spiega il ricercatore.

Agli effetti dell'aumento delle temperature va però aggiunto un altro fattore di incertezza relativamente nuovo, che non poteva nemmeno essere immaginato durante la progettazione del sistema Mose: "I ghiacci in Groenlandia e in Antartide si stanno sciogliendo più rapidamente del previsto, soprattutto quelli in Groenlandia, tanto da svegliare l'interesse di Donald Trump. Ecco, se questo fenomeno dovesse proseguire, potremmo raggiungere quell'aumento del livello del mare previsto per il 2100 già al 2050. Questo significa che si potrebbero verificare delle criticità nella tenuta del Mose prima del previsto".

22 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views