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Perché il test di lancio di Starship è un successo nonostante l’esplosione del razzo

Il 20 aprile verso le 15:35 (ora italiana) l’astronave Starship costruita da SpaceX è partita verso lo Spazio. Dopo circa 3 minuti dal decollo, Starship, il razzo di SpaceX ha perso la sua traiettoria ed è esploso in volo verso le ore 15:38. Il test, nonostante questo “fallimento”, è stato in realtà un successo. Elon Musk ha commentato: “Abbiamo imparato molto oggi”.
Intervista a Francesco Topputo
Docente di Astrodinamica nella facoltà di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano
A cura di Valerio Berra
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Il primo tentativo si è fermato a pochi istanti dal lancio. Il secondo è decollato ma è finito con un'esplosione. Eppure il primo test orbitale di Starship è stato un successo. Il 17 aprile la SpaceX di Elon Musk ha messo sulla rampa di lancio della Starbase di Boca Chica, in Texas, il primo Starship. È un vettore alto 120 metri, l’oggetto spaziale più grande e pesante mai costruito dalla specie umana. Starship doveva sollevarsi dal suolo, muoversi verso l’atmosfera e poi ammarare nelle acque delle Hawaii dopo circa 90 minuti di volo e quasi un orbita della Terra. Tutto bloccato prima della partenza. Il secondo tentativo è avvenuto verso le 15:35 (ora italiana). Starship ha preso il volo, è salito verso il cielo ma dopo poco più di tre minuti la sua traiettoria ha cominciato a perdersi e tutto è andato in mille pezzi nel cielo del Texas. Eppure Elon Musk ha commentato: “Congratulazioni a tutto il team di SpaceX per questo test emozionante”.

A confermare a Fanpage.it questa lettura è anche Francesco Topputo, docente di Astrodinamica nella facoltà di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano. “Tenderei ad essere d’accordo con Elon Musk. L’oggetto più grande mai costruito dall’uomo per andare nello Spazio si è staccato da terra ed è salito per 34 chilometri. E soprattutto non ha fatto esplodere la rampa di lancio, che era poi la preoccupazione più grande per SpaceX. Tutti i successi di SpaceX sono passati da fallimenti”.

Le cause dell’esplosione del razzo di SpaceX

Nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, SpaceX comincerà probabilmente a rilasciare una serie di report sull’andamento del test. Per ora possiamo solo ricostruire la dinamica dell’esplosione, partendo però da qualche premessa. La prima è che la società di esplorazione spaziale guidata da Elon Musk procede nella sua ricerca scientifica una modello di prove ed errori. Le sue piattaforme social sono piene di esplosioni più o meno volute: “Le agenzie spaziali come la Nasa – continua Topputo – avevano un modo completamente diverso di lavorare. Nelle fasi iniziali i test di tutti i componenti erano molto più severi, per questo in passato non vedevamo dei razzi esplodere. SpaceX eredità invece dei metodi più simili a quelli usati per le missioni Apollo: test integrati e prove generali, più esplosioni ma meno lungaggini”.

La seconda è che SpaceX non ha semplicemente provato a mandare un razzo nello Spazio. Il vettore Starship si divide in due fasi. La prima è quella formata dal booster Super Heavy, un razzo alto 69 metri con 33 motori Raptor pronti a bruciare metano liquido e ossigeno liquido. Il secondo è l’astronave Starship, un vettore alto circa 50 metri con sei motori Raptor, tre di questi ottimizzati per muoversi nel vuoto. Il suo interno è progettato sia per il trasporto di materiale che per quello di un equipaggio. Il booster doveva trasporta Starship verso l’alto e staccarsi dopo circa due minuti e mezzo dal decollo. Starship poi doveva avviare i propri motori per muoversi in orbita attorno alla Terra. Entrambi i moduli possono tornare a Terra ed essere riutilizzati. Mai nessuno prima d’ora aveva tentato un’impresa simile. Secondo Topputo erano due i rischi principali per Starship:

“Il primo è lo stacco da Terra. È stato un momento di tensione, anche per me che di lanci ne ho seguiti parecchi. Tutto è salito lentamente e ha fatto parecchia impressione, spingeva davvero al massimo. Il secondo rischio era legato alla capacità del booster Super Heavy di sostenere carichi strutturali. C’è un punto critico, circa 60 secondi dopo il decollo, in cui tutta la struttura di Starship è stata sottoposta alla massima pressione dinamica. Entrambi questi rischi sono stati superati alla grande”.

E allora perché tutto è esploso? Su Twitter è già cominciata un’autopsia di tutto il video dell’esplosione. Molti utenti hanno fatto notare che alcuni dei motori del razzo erano spenti nel momento della partenza. Ma anche qui è presto per trarre una conclusione, visto che nel progetto iniziale il numero dei motori è stato sovrastimante rispetto alla spinta necessaria, proprio prevedendo che qualcuno avrebbe potuto spegnersi.

Perché il test di Starship è solo un fallimento a metà

Certo, la navicella che dovrebbe riportare l’uomo sulla Luna e poi portarlo su Marte non ha completato il suo volo. Eppure questo test è stato fondamentale per il futuro di SpaceX e per l’esplorazione spaziale. Tutte le componenti di Starship sono state riempite di sensori e i dati raccolti potranno essere utilizzati per un nuovo test integrato, in cui si proverà a completare il primo volo orbitale di questa astronave. Senza contare poi che la piattaforma di lancio è rimasta illesa nel test, cosa che facilità le nuove prove e aiuta le tasche di di Musk. Ora il problema è quando sarà il nuovo test. Sicuramente si parla di mesi, come ha già comunicato SpaceX: “In un test come questo, il successo deriva da ciò che apprendiamo e il test di oggi ci aiuterà a migliorare l'affidabilità di Starship mentre SpaceX cerca portare la vita su un altro pianeta”.

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