Perché i ricercatori dicono che mangiare questo tipo di pesce abbassa il colesterolo
Quando si scopre di avere il colesterolo alto (ipercolesterolemia) probabilmente tutti sanno che bisogna cambiare le proprie abitudini, soprattutto a tavola. I cibi da evitare sono però così tanti che scegliere quali continuare a consumare in modo costante e nelle giuste quantità può rivelarsi difficile. Un alimento, in particolare, viene spesso eliminato per la sua fama di “pesce grasso” ma, secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Nutrition, il suo consumo aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo.
Parliamo del salmone, un tipo di pesce che da tempo i dietologi consigliano includere nella propria dieta perché protegge la salute dell’apparato cardiovascolare. La domanda su quali siano esattamente i composti benefici contenuti nelle sue carni è rimasta a lungo senza risposta ma, nell’ambito della nuova ricerca, gli studiosi dell’Università del Colorado affermano di aver individuato almeno quattro composti presenti solo in questo alimento che possono ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
Il salmone abbassa il colesterolo
Il salmone, spiegano i ricercatori, contiene centinaia di composti benefici per la salute. Quando consumato nell’ambito di una dieta mediterranea, il salmone fornisce all’organismo almeno 48 di questi composti, insieme a 30 metaboliti (sostanze prodotte durante la digestione o altri processi dell’organismo): di questi, quattro sono associati a miglioramenti significativi negli indicatori di salute cardiometabolica (CHI).
Per identificarli, i ricercatori hanno condotto un’analisi secondaria di uno studio di alimentazione che ha coinvolto 41 adulti obesi o in sovrappeso che hanno seguito una dieta mediterranea per due periodi di cinque settimane (con una pausa di un mese nel mezzo), durante i quali è stato chiesto loro di consumare due porzioni di salmone a settimana. In precedenza, nessuno dei partecipanti allo studio aveva mai seguito una dieta mediterranea (il reclutamento è avvenuto nell’area di Greater Lafayette, nell’Indiana) né aveva condizioni metaboliche attive, come il diabete di tipo 2.
Tenendo quindi conto di tutti i composti contenuti nei cibi (i ricercatori hanno analizzato non solo il salmone ma anche tutti gli altri 99 alimenti somministrati durante lo studio), gli studiosi hanno confrontato i campioni di plasma ottenuti dai partecipanti prima e dopo l’intervento dietetico, individuando i composti e i metaboliti associati al consumo del salmone.
Nello specifico, l’analisi ha evidenziato che le concentrazioni plasmatiche di 48 composti specifici del salmone e 30 metaboliti, di cui la maggior parte a base lipidica – compresi gli acidi grassi polinsaturi omega-3 – sono aumentate significativamente nel corso dello studio, rilevando inoltre che l’aumento due composti specifici del salmone e due metaboliti era associato a un sistema cardiovascolare più sano, come mostrato anche dagli indicatori di salute metabolica riscontrati nei partecipanti al termine dello studio.
Questi benefici includevano riduzioni del colesterolo totale, del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL), più noto come colesterolo “cattivo”, dei trigliceridi e dell’apolipoproteina B, che è un indicatore di malattie cardiache.
“Con il nostro lavoro siamo i primi a identificare i composti bioattivi specifici del salmone che aumentano nel plasma dopo aver consumato [una dieta mediterranea] con circa 4-8 once (uno o due filetti) di salmone a settimana – scrivono gli autori dello studio – . Molti di questi composti specifici degli alimenti sono stati associati a un miglioramento a breve termine degli indicatori di salute cardiometabolica”.